Roglic da padrone nella “sua” Vuelta: «Che distacchi...»


"Siamo una cosa sola, 
e dovevo completare il loro lavoro".
   - PRIMOZ ROGLIC 

Già re dal 2019 al 2021, lo sloveno completa la rimonta su O’Connor Poker vicino, domani gran finale Sono stato sorpreso dalla grandezza dei distacchi, ovvio che ne sia felice. Ma il lavoro non è ancora finito. Il piano non prevedeva la vittoria di tappa

7 Sep 2024 - La Gazzetta dello Sport
Di Ciro Scognamiglio - @CIROGAZZETTA
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Primoz Roglic che torna in maglia rossa assomiglia a una stanza finalmente di nuovo in ordine, con tutte le cose al posto giusto, che ti lascia un senso di già visto in testa. È lo sloveno che ci ha abituato così: ha vinto la Vuelta tre volte, ieri ne ha indossato il simbolo del primato per la 40a volta in carriera, e domani servirà il poker a Madrid a giudicare da quanto si è visto ieri. E cioè un assolo di 5 chilometri sull’Alto de Moncalvillo (8,6 km all’8,9%), traguardo in salita della 19a tappa, con il quale è riuscito a fare diverse cose: completare la rimonta sull’australiano Ben O’Connor, che era leader dalla sesta tappa; staccare ancora tutti gli altri rivali; prendersi il tempo di mandare un bacio al mondo una volta tagliato il traguardo. Un bacio che aveva il dolce sapore della sentenza.

Sensazioni 

Il capitano della Red Bull-Bora-Hansgrohe, a ‘lavoro’ finito, ha cominciato parlando dei «bei ricordi» che aveva sull’Alto de Moncalvillo. Facile capire a cosa si stesse riferendo: nella Vuelta autunnale del 2020, il 28 ottobre, vinse staccando Richard Carapaz, anche se la maglia rossa la prese due giorni dopo. Dunque stavolta è andata meglio, e il bilancio è stato più soddisfacente pure dal punto di vista cronometrico, nonostante Roglic sia sulla soglia dei 35 anni: da calcoli ufficiosi, il tempo di scalata della parte finale è stato di 23’57”, rispetto al 24’55” del 2020. «Se questo era il piano? No, in realtà. Avevo detto alla squadra che non avevo bisogno di vincere la tappa. Ma alcuni compagni hanno deciso di tirare forte comunque, e dunque a me non restava altro da fare: "Siamo una cosa sola, 
e dovevo completare il loro lavoro".

Oltre 66 km di salita su 172 di tappa: la 20a frazione di oggi è l’ultima giornata di montagna alla Vuelta, con 7 gpm e il durissimo finale sul Picón Blanco (7,9 km al 9,1%, tratti al 18%). Domani finale a crono, 24,6 km a Madrid: Roglic può raggiungere lo spagnolo Roberto Heras, unico ad avere vinto finora 4 volte la Vuelta

Sì, la Red Bull ha fatto faville – sta lavorando tanto e bene pure il nostro Giovanni Aleotti, già confermato per il prossimo anno -, e Martinez e Vlasov assieme al capitano hanno fatto il vuoto già a 6,4 km dalla vetta. L’assolo di Rogla è partito ai meno 5km, O’Connor si è arreso, Mas ha tentato di riportarsi sotto ma ha chiuso in affanno, scavalcato da Gaudu e Skjelmose. Di sicuro adesso la classifica ha preso una fisionomia ben definita: lo sloveno ha 1’54” su O’Connor, 2’20” su Mas, 2’54” su Carapaz.

Cautela 

«Il lavoro non è ancora finito – ha spiegato Roglic, che alla Vuelta conta pure il 3° posto nel 2023 e in tutto ha vinto finora 15 tappe -. La giornata che ci aspetta sabato (oggi, ndr) è la più dura, con quasi 5000 metri di dislivello e l’arrivo al Picón Blanco. E poi la cronometro dell’ultimo giorno a Madrid non sarà la solita passerella. Mi sono sorpreso dei distacchi di oggi, ne sono felice per me e i compagni». La verità è che su questa salita della Rioja, terra di vini straordinari, la prestazione di Primoz è stata eccellente: l’affondo l’ha sferrato al ritmo di 100 pedalate al minuto, su pendenze a doppia cifra. Un ‘toro scatenato’, giocando sul rosso, sulla Spagna, sul simbolo dell’azienda che ha deciso nel 2024 di entrare nel ciclismo dalla porta principale comprando una squadra già forte, la Bora-Hansgrohe, con l’ambizione di farne il primo team al mondo. Lo sloveno il progetto lo aveva già sposato al termine dell’anno scorso, lasciando la Visma per potersi giocare da capitano unico il Tour: quest’anno gli è andata male, in futuro si vedrà. Primoz però non ci sta pensando troppo: in testa ha solo oggi e al massimo domani, cioè il gran finale della Vuelta. La sua Vuelta, per la quarta volta. 

Classifica
1. Primoz ROGLIC (Slo, Red Bull-Bora) 3092 km in 76.43’36” media 40,298
2. O’Connor (Aus, Decathlon Ag2R) a 1’54”
3. Mas (Spa, Movistar) a 2’20”
4. Carapaz (Ecu) a 2’54”
5. Gaudu (Fra) a 4’33”
9. Landa (Spa) a 6’40”
16. Fortunato a 23’35”

Oggi
20a tappa, Villarcayo-Picòn Blanco, 172 km, dislivello 5077 metri arrivo in salita. L’ascesa finale è di 7,9 km al 9,1% medio, punte del 18% Tv Eurosport dalle 12.30 

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