Vuelta alta tensione
BETTINI. Primo e quarto Ben O’Connor, 28, in maglia
rossa di leader, e Richard Carapaz, 31, quarto a 4’10”
Furia Carapaz. Accusa O’Connor: «Un arrogante, così non si fa»
Ieri ok Castrillo, ma tiene banco quanto successo il giorno prima.
L’ecuadoriano incolpa il leader e il suo team: «Sono stati loro a farmi cadere»
30 Aug 2024 - La Gazzetta dello Sport
di Ciro Scognamiglio @CIROGAZZETTA
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Le scintille tra i grandi sono state più verbali che ‘pedalate’ , ma sempre di scintille si è trattato. Perché Richard Carapaz, quarto a 4’10” in classifica, non le ha mandate a dire alla maglia rossa O’Connor e alla sua squadra, parlando a Eurosport prima che la tappa 12 della Vuelta prendesse il via: «Non si sono scusati. Questa è arroganza, è mancanza di rispetto, è triste». Al traguardo, variazioni di rilievo in classifica non ce ne sono poi state: sulla salita verso la stazione di montagna di Manzaneda, ha vinto per distacco il fuggitivo Pablo Castrillo, un 23enne spagnolo seguito dall’agente biellese Giuseppe Acquadro pronto al grande salto nel World Tour (per il 2025 lo seguono diversi team, tra cui Ineos). Era la stessa salita che nel 2011 vedeva battagliare Froome, Nibali, Wiggins... Ma i grandi si sono marcati, senza che ci fossero distacchi. E la tensione sottotraccia resta, le parole di Carapaz lo testimoniano: per capire meglio però bisogna fare un passo indietro, e riferirsi all’accaduto di mercoledì.
Azione
Tappa 11, circa 93 km al traguardo. La Decathlon-Ag2r di O’Connor si schiera ‘larga’ in testa al gruppo, per evitare l’uscita di altri corridori in fuga: fatto sta che Carapaz, in quel momento davanti, si trova tra i corridori del team francese e finisce a terra. La giuria a fine giornata sanziona con un cartellino giallo per ‘ostruzione da parte di un corridore, volta a impedire o ritardare la progressione di un altro corridore’ tre compagni di O’Connor, Lafay, Armirail e Bouchard, e il d.s. Dessel.
Il team manager della EF di Carapaz, Vaughters, si arrabbia: «Nel ciclismo gli incidenti capitano, è uno sport duro, lo sappiamo tutti. Però questo non è stato un incidente».
Dice la sua pure O’Connor, su X, criticando la giuria: «La strada è stata bloccata da noi come succede in tutte le corse quando parte la fuga. Non abbiamo mai cercato di causare cadute, e non abbiamo mai spinto nessuno fuori dalla carreggiata. I cartellini gialli dovrebbero essere comminati per manovre pericolose. Per esempio, se noi ci schieriamo in testa al gruppo, e un corridore transita sullo sterrato a bordo strada pur di superare, questo non vuol dire causare un pericolo?». O’Connor poi si è cancellato da X.
Polemiche
Carapaz si è espresso ieri sull’argomento: «Ci sono tanti modi di difendere la maglia, questo è molto triste. È una grande mancanza di rispetto. Mi sarei aspettato almeno un ‘mi dispiace’, ma nulla. Sono arrabbiato perché nel gruppo si è perso il rispetto e queste cose non possono continuare ad accadere». A fine tappa, O’Connor ha riferito di essersi stancato di parlare di questo tema. In attesa che l’arrivo in salita di oggi, Puerto de Ancares, offra altre scintille: in bici, stavolta.
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