1983, il "Giro del Guttalax" - Il finto cameriere racconta come ha fatto scattare la trappola

INTRIGO "INTERNAZIONALE"
Il titolo della pagina 15 della "Gazzetta dello sport" in edicola il 6 giugno 1983: "Uno scandalo nel trionfo di Saronni".
"Un fornitore della squadra di Visentini ha cercato di "avvelenare "l'iridato".
Sotto il pezzo che descrive l'accaduto:
"il finto cameriere racconta come ha fatto scattare la trappola".
"Lo sconcertante "affare" ha avuto come teatro un lussuoso albergo di Gorizia che ha ospitato Saronni e la sua squadra. Giovanni Arrigoni ha avvicinato due dipendenti dell' hotel che hanno finto di "accettare " il contratto.
La questura immediatamente informata ha inviato un agente che si è detto interessato al sabotaggio.
Perché il sabotatore non è stato arrestato".
Ancora più sotto:
"Arrigoni molto noto nel Bergamasco come venditore di auto giapponesi".
A lato il parere del medico Fabrizio Freri:
" Il Guttalax in forti dosi può rendere necessario il ricovero d' urgenza".
Lo sconcertante "affare" ha avuto come teatro un lussuoso albergo di Gorizia che ha ospitato Saronni e la sua squadra - Giovanni Arrigoni ha avvicinato due dipendenti dell'hotel che hanno finto di accettare il "contratto" - La questura immediatamente informata ha inviato un agente che si è detto interessato al sabotaggio - Perché il sabotatore non è stato arrestato
GORIZIA - Scandalo al Giro. La vittima avrebbe dovuto essere Giuseppe Saronni, la maglia rosa. Se fosse andato a segno il tentativo di un non disinteressato supertifoso di Roberto Visentini, l'esito della 66a edizione della corsa a tappe avrebbe forse potuto essere diverso e si sarebbe discusso a lungo sulla strana "crisi" in seguito alla quale proprio nell'ultima tappa il leader del Giro avrebbe ceduto al secondo classificato il primato.
Il tentativo di boicottare Saronni è stato messo in atto alla vigilia della tappa Arabba-Gorizia.
Lo scandalo di Gorizia ha per teatro l'hotel Internazionale, alla periferia della città, un albergo basso e lungo, con un grande spiazzo antistante per il posteggio delle macchine. E' l'albergo in cui, nella sera che precede l'ultima tappa del Giro, la tappa a cronometro da Gorizia a Udine, dovrà alloggiare la squadra di Giuseppe Saronni, la Del Tongo-Colnago.
I particolari dello scandalo che fortunatamente grazie all'onestà di due giovani dipendenti del ristorante-pizzeria dell'hotel e al pronto intervento della questura di Gorizia, non ha avuto l'epilogo che l'autore del tentativo - l'industriale Giovanni Arrigoni di 46 anni residente a Boltiere (Bergamo) titolare assieme ad un socio della FIR (Fabbrica Italiana Ruote) che fornisce i cerchi alla Inoxpran-Lumenflon, la squadra appunto di Visentini) si riprometteva, sono stati forniti ieri pomeriggio dallo stesso questore di Gorizia, dottor Renato Capasso, nel corso di una conferenza stampa appositamente indetta un'ora dopo la conclusione della cronometro Gorizia-Udine.
"Non abbiamo ritenuto di rendere pubblico prima il fatto - ha detto il questore - per evidenti motivi d'ordine psicologico e per consentire così che la corsa ciclistica potesse terminare come in effetti è terminata con tutti i crismi della regolarità e senza turbamenti".
Questo è il resoconto del questore. Alle 22 di venerdì davanti all'hotel Internazionale di via Trieste da una grossa vettura targata Bergamo scende un signore dal portamento distinto in doppio petto
che avvicina due giovani che stazionavano davanti al ristorante quella sera chiuso per turno di riposo. Ai due giovani, il cameriere e il pizzaiolo del ristorante, l'uomo parlando con accento lombardo fa di botto una sorprendente proposta: "Volete guadagnare un milione ciascuno?". I due ragazzi rispondono: "Sarebbe bello: dipende". E il signore aggiunge: "E' una cosa da niente: basta mettere alcune gocce di questo liquido nella minestra di Saronni". E tira fuori due boccette di Guttalax, che, come tutti sanno, è un forte lassativo. E aggiunge: "Vi do subito un milione e l'altro milione dopo".
I due giovani fingono di accondiscendere alla proposta e uno dei due, mentre l'altro continua a parlare con lo strano personaggio, telefona all'amico Donato Zanor che è un agente della squadra volante alla questura di Gorizia. Al poliziotto il giovane rivela il complotto. Scatta quindi la trappola. Dopo aver informato i suoi superiori e aver ricevuto le istruzioni del caso, Donato Zanor si presenta subito all'hotel Internazionale allo sconosciuto come un altro cameriere del ristorante. la sconcertante trattativa prosegue. La prima mossa del poliziotto è quella di chiedere di elevare a tre milioni il prezzo dell'"affare": lo sconosciuto non fa una piega, aderisce e consegna al finto cameriere l'anticipo di un milione in biglietti da centomila.
A questo punto però l'agente si qualifica e invita l'uomo in questura. Qui l'Arrigoni viene identificato; gli inquirenti raccolgono le sue dichiarazioni dalle quali risulta che il suo maldestro tentativo di illecito destinato a favorire l'avanzamento in classifica di Visentini sarebbe il frutto di un'iniziativa personale dalla quale, se fosse andata a segno, avrebbe potuto ricavare forse vantaggi d'ordine commerciale per la sua azienda.
Il milione di lire e le due boccette di lassativo che non sono state ancora analizzate sono stati sequestrati.
Il fatto è stato riferito all'autorità giudiziaria e naturalmente verrà reso noto anche agli organi della giustizia sportiva. La questura di Gorizia non ha arrestato l'Arrigoni in quanto il codice penale non prevede provvedimenti immediatamente esecutivi in caso di istigazione (non accolta) a commettere fatti illeciti.
Gian Maria Dossena
Giancarlo Bulfoni
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Arrigoni molto noto nel Bergamasco
come venditore di auto giapponesi
BERGAMO - Ha destato sorpresa negli ambienti sportivi bergamaschi lo sconcertante episodio di cui è stato protagonista Giovanni Arrigoni, 46 anni, nativo di Boltiere residente a Curno dove insieme con i fratelli Gabriele, Angelo e Piergiacomo (quest'ultimo ex corridore) dirige una concessionario di automobili Volvo e Toyota. A Boltiere, oltre a dirigere un'analoga concessionaria, è contitolare di una piccola fabbrica di cerchi e raggi per biciclette.
Destra sorpresa soprattutto per la serietà professionale che lo ha sempre accompagnato come dirigente d'industria sia pure di piccole dimensioni, e come comproprietario di due "saloni" automobilistici di notevole importanza per la provincia di Bergamo. La gente si chiede perché si sia fatto coinvolgere in un episodio del genere coinvolgendo a sua volta indirettamente nello scandalo anche i fratelli, che sono all'oscuro dei fatti.
I fratelli Arrigoni nel Bergamasco sono noti non solo perché proprietari di due importanti saloni dell'automobile estera, ma soprattutto per i trascorsi sportivi del fratello Piergiacomo, ottimo dilettante e buon professionista (sia pure per breve tempo) negli anni Sessanta quando vestiva la maglia della Legnano.
G.B.R.



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