Mont Kigali e poi il Muro del giudizio...


BETTINI - Chiave Lorenzo Finn sul pavé 
dell’ultima salita sabato nella prova Under 23 che ha dominato

Siamo stati a vedere gli strappi dove oggi si deciderà la gara C’erano gli azzurri... e Finn

28 Sep 2025
La Gazzetta dello Sport - Lombardia
Di FILIPPO MARIA RICCI INVIATO A KIGALI (RUANDA)

Un’ascesa breve ma dura e uno strappo bestiale. Siamo stati a dare un’occhiata alle due salite che potrebbero segnare la corsa iridata di oggi, e fanno impressione. Abbiamo incontrato gli azzurri in ricognizione, bravi a destreggiarsi tra diverse macchine e una marea di mototaxi, pedoni e ciclisti appiedati dalla pendenza. E anche Lorenzo Finn, oro fra gli Under 23, che quelle salite non le ha fatte perché non erano nel percorso della sua gara e che le ha volute provare per gusto personale prima di tornare in Italia. Da solo.

Stamattina il gruppo farà 9 giri del circuito locale (15,1 km), quello che si chiude con la tostissima salita di Kimihurura, resa immortale da Evenepoel nella crono di domenica scorsa quando ha raggiunto (e superato, ndr) Pogačar. Poi via verso il Mont Kigali, appena fuori dalla città: 5,9 km, pendenza media del 6,9%, massima del 20%, gli ultimi 900 metri al 15,2% di media. A infastidire i corridori, oltre ai dossi, ci sono pericolose strisce ravvicinate di asfalto grezzo rialzato per rallentare le macchine. Da lì si scende, passando accanto allo stadio dedicato a Pelé, quindi una brusca curva a destra ed ecco il simbolo del ciclismo ruandese, il Mur de Kigali: 400 metri lastricati di pavé, pendenza media 11%, massima 15%. Speriamo che non piova perché le pietre potrebbero diventare pericolosamente scivolose. Dopo qualche chilometro si rientra sul circuito locale da fare altre 6 volte. A quel punto però la corsa potrebbe già essere esplosa, insieme con la passione popolare: sul Mur de Kigali è atteso un pubblico da stadio. I ruandesi questa settimana non hanno mai fatto mancare il proprio appoggio alle corse, e oggi sarà l’apoteosi.

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