Il nazionale olandese Tijjani Reijnders "non è un vero dieci", ma si considera abbastanza flessibile da giocare lì
Tijjani Reijnders durante una sessione di allenamento della nazionale olandese.
FOTO SEM VAN DER WAL/ANP
Nel suo nuovo club, il Manchester City, Reijnders (27) si è inserito facilmente nella formazione titolare, ma nell'ultima partita con la nazionale olandese ha dovuto lasciare il posto al più offensivo Justin Kluivert. "Non sono uno che deve aspettare la palla".
Joost Pijpker
da Zeist
Pubblicato il13 novembre 2025
Da vicino, è tutto ancora più impressionante, lo "spettacolo" solo un po' più grande. Un luccichio appare negli occhi del centrocampista Tijjani Reijnders mentre parla dei suoi primi mesi nella Premier League britannica. Di giocare in stadi storici, dell'alta intensità del calcio. E del lavoro con Pep Guardiola, un allenatore così visionario da essere diventato un punto di riferimento del calcio moderno.
Dalla panchina, Reijnders ha assistito domenica alla millesima partita di Guardiola da allenatore, una vittoria per 3-0 contro il Liverpool. Il neerlandese, sotto contratto con il Manchester City da quest'estate, era a riposo per un lieve infortunio. Ha anche visto l'attaccante Erling Haaland segnare di testa il suo 22esimo gol stagionale. Sapeva già, naturalmente, che il norvegese era di livello mondiale. "Ma ora che lo vedo da vicino, come conclude a rete... continuo a pensare: ma come fa?"
In quel mondo, Reijnders (27) sta ora cercando di rimanere imperturbabile. Proprio come è rimasto equilibrato due anni e mezzo fa, rivendicando immediatamente un posto da titolare quando è passato dall'AZ al Milan. Questo gli ha dato la fiducia di potercela fare di nuovo, ha detto il calciatore a due giornalisti martedì al centro di allenamento della KNVB (la Federcalcio dei Paesi Bassi, ndr) a Zeist. È lì per la preparazione della nazionale neerlandese per le ultime due partite di qualificazione ai mondiali, contro Polonia (venerdì) e Lituania (lunedì). Una vittoria in quella prima partita assicurerà ai Paesi Bassi un posto al mondiale che ne l prossimo anno si disputerà negli Stati Uniti, in Canada e in Messico.
Palle di cannone
Allo stesso tempo, è risaputo: in Premier League le cose sono diverse. Anche i prospetti più promettenti hanno spesso bisogno di tempo per adattarsi al ritmo elevato e alla fisicità del gioco. È successo a Florian Wirtz, uno degli acquisti-record del Liverpool quest'estate, e in precedenza a giocatori di punta come Mohamed Salah (anch'egli del Liverpool) e Kevin De Bruyne (allora al City). Inoltre, osserva Reijnders, non c'è quasi mai riposo. In Italia, ogni tanto si prendeva del tempo libero, ma al City gioca quasi due partite la settimana.
Ma lui non si lamenta. Le tante partite, l'azione, i duelli accesi... Reijnders è stupito. Cita le rimesse laterali del Brentford FC, che partono direttamente dalla linea laterale e finiscono in porta. "Non si vedono cose del genere in altri campionati". In un campionato come questo, è ancora più cruciale per un giocatore snello e tecnico come Reijnders rimanere fuori dai duelli, dice. "Devi essere costantemente in movimento, stare all'erta. Agire rapidamente: passare la palla e farla correre".
Reijnders afferma che l'esperienza gli è sembrata familiare abbastanza rapidamente. Il suo passaggio al calcio britannico è avvenuto senza intoppi. Si è integrato in fretta nella squadra e ha iniziato bene. Nella sua prima partita di campionato, in trasferta contro il Wolverhampton Wanderers, ha fatto subito la differenza, segnando e fornendo un assist (0-4). Più tardi, quello stesso mese, è stato votato Giocatore del mese dai tifosi del City. Da allora, ha giocato quasi tutte le partite da titolare, fino a quel piccolo infortunio.
Un vero "dieci"
Per molto tempo, le cose non sono andate diversamente nella nazionale olandese. Ogni volta che Reijnders era disponibile, è stato quasi sempre titolare. Il centrocampo sembrava diventare un esercizio di completamento per il Ct Ronald Koeman, in vista dei Mondiali della prossima estate: Frenkie de Jong (Barcelona) in controllo, appena davanti la difesa, Ryan Gravenberch (Liverpool) come raccordo, e Reinders da "dieci", subito dietro gli attaccanti.
Un lusso senza precedenti, ha ammesso Koeman il mese scorso in un'intervista a NOS. "Frenkie, Ryan e Tijjani sono centrocampisti che giocherebbero ovunque". Eppure, durante quella sosta per le nazionali, Koeman ha improvvisamente fatto del centrocampo materia del contendere. Dopo la trasferta contro Malta, il Ct della nazionale, senza che nessuno glielo chiedesse, ha espresso critiche. "Le posizioni non erano sempre ben coordinate", aveva concluso.
Dopotutto, le tre scelte più logiche sono tutte su giocatori che preferiscono andare a prendersi il pallone. Di conseguenza, contro Malta, a volte mancavano centrocampisti che agissero più alti e in grado di ricevere palla e lanciare subito gli attaccanti. Quindi: è vero che i tre migliori centrocampisti della squadra costituiscono necessariamente il miglior centrocampo? Oppure non si completano a sufficienza e serve qualcosa in più?
Per la partita contro la Finlandia, Koeman ha sostituito Reijnders con Justin Kluivert, che è "più attaccante e meno centrocampista". Questa decisione ha portato subito a una maggiore pericolosità e a rapide combinazioni con gli attaccanti Cody Gakpo e Memphis Depay. Lo stesso è accaduto nelle precedenti partite in cui Kluivert ha giocato in dieci: la doppia sfida di Nations League contro la Spagna a marzo e la partita casalinga contro Malta a giugno, partite in cui la nazionale neerlandese ha messo in mostra la sua migliore prestazione dell'anno scorso.
Come l'ha vista Reijnders? "Il Ct me ne ha spiegato il motivo: voleva vedere un vero numero dieci in quel ruolo". Lui stesso non lo è, ammette Reijnders. "Sono abbastanza flessibile, ma sono più uno che deve muoversi tra i due ruoli, non uno che deve aspettare la palla". Anche lui ricopre quel ruolo, l'"otto", nel suo club. Solo che con la nazionale, si trova in competizione con Gravenberch, che sta dimostrando di essere un fuoriclasse in quel ruolo anche al Liverpool.
Alla domanda sul suo posto in squadra, Reijnders risponde con sicurezza. È convinto che lui, De Jong e Gravenberch si "completino" a vicenda. Il suo posto come riserva contro la Finlandia non ha cambiato niente, per lui. "Devo solo dare il massimo quando gioco". E forse non esiste un centrocampista unico, dice Reijnders, ma "il selezionatore valuta anche le esigenze della partita".

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