Gustavo Giagnoni - Toro puro (2008)
di CHRISTIAN GIORDANO ©
Guerin Sportivo © n. 35, 26 agosto - 1° settembre 2008
Ulivieri e Mourinho? Dilettanti. Altro che cappotto, fino a maggio Gustavo Giagnoni indossava il colbacco. Con quello, lo issano in trionfo dopo Torino-Roma 2-0, penultima del torneo 1971-72 che portava il Toro a -1 dalla Juventus, Rincorsa vana: alla fine sarà solo terzo.
Interno “alla De Sisti”, gioca da fermo nell’Olbia e per due volte sia nella Reggiana sia nel Mantova, dove vivrà un’annata (1958-59, in C) da 10 gol e poi chiuderà da libero.
Nel 1968, il presidente Giuseppe Nuvolari gli affida il settore giovanile. Cinque anni dopo, fresco di patentino (il corso era biennale) sostituisce in prima squadra l’esonerato Mannocci.
Dal 1971 al 1974 è al Toro, casa sua, anche se da patron Zenesini, cuore bianconero come lui, era andata prima la Juve. Poi: Milan (due stagioni), Bologna, Roma, Pescara, Udinese, Perugia, Cagliari (tre), Cremonese, Mantova. Nel 1992-93 capolinea pure della seconda carriera.
Oggi vive tra Mantova, la natia Sardegna e Zurigo (dove abita la figlia), segue i biancorossi e collabora con il quotidiano cittadino. Che spreco per uno che mai le mandava a dire. A Causio come a Rivera. Perché «quando ci vuole ci vuole».
CHRISTIAN GIORDANO ©
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