FOOTBALL PORTRAITS - Stephan Lichtsteiner, El Grinta (2008)



Il successore di Behrami non ha classe cristallina, ma vanta testa giusta e ampi margini di miglioramento. Soprattutto da quando ha imparato a controllare l’esuberante carattere 

di CHRISTIAN GIORDANO ©
Guerin Sportivo ©

Nemo propheta in patria. Piace più all’estero che nella sua Svizzera, Stephan Lichtsteiner (nato a Adligenswil il 16 gennaio 1984). «Troppo leggerino» (1,80 x 75 kg), secondo la stampa elvetica, il successore del connazionale Valon Behrami che nella Lazio si giocherà il posto di terzino destro con l’azzurro olimpico Lorenzo De Silvestri. A meno che Delio Rossi non lo schieri esterno alto. 

Nazionale A dal 15 novembre 2006 (Svizzera-Brasile 1-2 al Sankt Jakob di Basilea), quando sciorinò personalità debordante affrontando impavido prima Kaká, poi il subentrato Ronaldinho e cazziando lo svagato Johan Djourou, centrale difensivo dell’Arsenal che non azzeccava mai una diagonale. Il vizietto di litigare con arbitri, compagni e allenatori ce l’ha dalle giovanili, ma da tre anni – seguito da uno psicologo – è migliorato. «Ho più pazienza, e chi mi conosce sa che non era il mio punto di forza». A Euro2008, da esterno basso dietro Behrami, ha coperto la fascia destra nella selezione di Köbi Kuhn. 

Duro nel tackle e dotato di gran fondo, non ha classe cristallina ma vanta testa giusta e ampi margini di miglioramento. Juniores al Lucerna, dal 2001 è al Grasshopper con cui vince il titolo 2003 prima di costruirsi, dal 2005, una discreta esperienza internazionale (due Champions League disputate) in Francia col Lille, subito terzo in campionato. Presente nel Top 11 della Ligue 1 2007-08, è assistito dal fratello e da Pastorello Jr (Federico). Seguito a lungo da Real Madrid, Everton e Paris Saint-Germain, ha firmato con la Lazio un quinquennale da 500 mila euro a stagione. Al Lille 1,8 milioni, non male per uno che poteva svincolarsi con l’Articolo 17. 

Fidanzato con Manuela Markworth, 29-enne zurighese (per laurearsi in Economia non l’ha seguito in Francia, ma a Roma verrà), presentatagli ai tempi del Grasshopper da amici comuni in un bar di Basilea, è un ragazzo umile che adora i labrador e gli husky. Si definisce «un maniaco del calcio», ma non sarà allenatore. Ristrutturatore-arredatore per hobby, da grande farà il progettista di interni. «Non conta sognare, conta lavorare e sudare». Se all’estero, meglio.
CHRISTIAN GIORDANO © 
Guerin Sportivo © n. 35, 26 agosto – 1° settembre 2008 


Che fine ha fatto:
Bandiera plurititolata eppure mai davvero amata alla Juventus (clamorosi un paio di fuori-lista UEFA in Champions League), è andato prima a svernare all’Arsenal, subito dopo il buon mondiale da capitano della Svizzera (uscita contro la Svezia ai quarti) a Russia 2018, e poi a chiudere in Bundesliga all'Augsburg. 



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