1963, l'affaire Van Looy-Beheyt

di Luca Saugo "Pagliarini", ilnuovociclismo.com


Correva l'anno 1963, Alcatraz chiudeva, i Beatles mettavano in commercio il loro primo LP, usciva il primo numero di Spider Man, Martin Luther King teneva il famoso discorso "I Have A Dream" e il Kenya otteneva l'indipendenza dal Regno Unito.
Il ciclismo vive in quegli anni il dualismo francese tra Anquetil e Poulidor, il primo vincente e detestato dalla gente, il secondo perdente e amato da tutti. Il bi-campione del mondo belga Rik Van Looy è da anni il dominatore delle volate e delle classiche, mentre l'omonimo Van Steenbergen è ormai alla fine di una carriera fantastica che lo ha visto vincere, tra le altre cose, 3 Mondiali, 2 Fiandre, 2 Roubaix e una Sanremo. Il ciclismo italiano nel 1963 vede nascere una nuova stella, il parmigiano Vittorio Adorni; mentre Ercole Baldini continua il suo inesorabile declino e Franco Balmamion vive la miglior stagione della sua carriera dal punto di vista dei risultati conseguiti.

L'inizio di stagione
In quegli anni le corse di inizio stagione non si svolgevano in Australia, in Sud America o in Medio Oriente, bensì in Italia, Belgio, Francia e Spagna.
Tra le corse più importanti antecedenti quella che veniva vista come la classica di apertura della stagione, ovvero la Sanremo, ci sono: la Coppa Placci che nel 1963 venne vinta da Ercole Baldini; la Het Volk vinta invece dal belga Renè Van Meenen; ed il Giro di Sardegna vinto da Arnaldo Pambianco, trionfatore del Giro d'Italia del 1961.

Milano - Sanremo
Il 19 marzo del 1963 si svolge la 54esima edizione della Milano - Sanremo, l'Italia non vince la classicissima di primavera da ormai 10 anni e dovranno passarne ancora un bel po' prima di rivedere un azzurro sul gradino più alto del podio; per questo viene vista dagli adetti ai lavori come una lotta tra italiani contro il resto del mondo. La fuga del mattino è propiziata da Franco Balmamion con Schroeders e gli inglesi Simpson e Vic Denson. Dietro al quartetto undici, tra cui Rolf Wolfshohl, il tedesco campione del mondo di ciclocross. E dietro ancora i francesi Graczyk e Joseph Groussard, Defilippis, Nencini, Vittorio Adorni e Graziano Battistini. Dopo 140 chilometri sono in 25 al comando; a Savona si ritira Anquetil mentre il gruppo ha un ritardo di 8'. Dalla battaglia sul Berta sopravvivono in sei, Groussard, Wolfshohl, Schroeders, Balmamion, Adorni e il belga Willy Bocklant, che insieme affrontano il Poggio: ma Balmamion accusa crampi, Bocklant non tiene il ritmo e anche Adorni paga la generosità profusa sul Berta. Così davanti, a scollinare, restano Groussard, Wolfshohl e Schroeders che in discesa si stacca dai rivali. Il testa a testa è spettacolare: a lungo i due restano appaiati e piombano simultaneamente sul traguardo. I fotografi si accalcano attorno al tedesco, il fotofinish atteso a lungo dà invece la vittoria al biondino francese, 29 anni, che festeggia al meglio l'onomastico. La corsa, cominciata col sole, è finita per noi al buio e quando i favoriti arrivano, a oltre 13' di ritardo, piovono fischi da tutte le parti.

La campagna del Nord
L'annata prosegue, Anquetil vince la Parigi-Nizza, che all'epoca si correva in contemporanea con la Sanremo, precedendo il tedesco Altig e Rik Van Looy, Aldo Moser vince la Coppa Bernocchi, mentre Vito Taccone trionfa nel Giro di Toscana. Ma noi ci spostiamo in Belgio per uno dei momenti topici della stagione: la campagna del nord, che nel 1963 si apre con la Gand Wevelgem vinta dal belga Benoni Beheyt davanti al futuro campione del mondo Tom Simpson, due campioni accomunati purtroppo da un destino crudele: il primo uccise il figlio esercitandosi con la pistola (finita la carriera professionistica entrò in polizia), il secondo - approfondiremo più avanti - morì giovanissimo sul Ventoux.

Giro delle Fiandre e Parigi-Roubaix
Il Fiandre 1963 si svolge il 31 marzo: a vincere è Noël Foré, già vincitore di una Gand nel 58 e di una Roubaix nel 59, davanti a Frans Melckenbeeck (tenete a mente questo nome perchè ne sentirete parlare ancora durante questa stagione) e Tom Simpson.
La Roubaix si tiene come al solito una settimana dopo "la corsa universitaria del ciclismo" e vede la vittoria in volata di Emile Daems (vincitore un anno prima della Sanremo e due anni prima del Lombardia) davanti al favorito Van Looy ed all'olandese Jan Janssen. Con questa vittoria Daems portò a termine la vendetta giurata due anni prima a Van Looy quando era stato quest'ultimo a batterlo sul Velodromo di Roubaix. Si segnala una buonissima sesta posizione di Raymond Poulidor.

Campionato Italiano, Ardenne e Zurigo
La stagione prosegue e dopo le classiche del pavè è il momento di quelle collinari. Ma prima c'è il campionato italiano, che quest'anno vede il Giro di Romagna come ultima prova: a vincere è Bruno Mealli, che però dovrà condividere la maglia per un periodo di tempo (comprendente anche il Giro d'Italia) con Marino Fontana per via degli attriti tra la Federazione Ciclistica Italiana e la Lega del professionismo, che cercava l'indipendenza dell'ente ufficiale.
Dopodichè arriva il momento delle grandi classiche. All'epoca il "trittico delle Ardenne" non esisteva, per il semplice motivo che l'Amstel Gold Race doveva ancora nascere; la Liegi si svolse il 5 maggio in contemporanea con il Campionato di Zurigo, mentre il giorno seguente fu la volta della Freccia Vallone. A vincere la decana delle classiche fu il già citato Frans Melckenbeeck davanti al vecchio italo - belga Pino Cerami(ormai arrivato a fine carriera) ed al giovane Vittorio Adorni; nel frattempo in Svizzera si affermava la maglia rosa in carica Franco Balmamion davanti ai connazionali Conterno(il primo italiano a vincere una Vuelta) e Bariviera; quella fu la corsa di un giorno più importante vinta dal "campione silenzioso". Il 6 maggio 1963 si tenne la 27esima edizione della Freccia Vallone, a spuntarla fu l'idolo dei francesi Poulidor davanti a agli olandesi Janssen e Post.

Vuelta a Espana
Al giorno d'oggi il primo GT della stagione è il Giro d'Italia, ma fino a pochi anni fa non era così: poco prima della corsa rosa si svolgeva la Vuelta. Infatti il 15 maggio 1963 prende il via da Gijòn la 18a edizione del Giro di Spagna. La corsa quell'anno viene dominata da Anquetil che prende la maglia vincendo la seconda tappa, una cronometro di 52 km, e la tiene fino alla passerella di Madrid, resistendo senza troppi problemi agli assalti di Pacheco e Colmenarejo che completeranno poi il podio finale. Gli unici corridori a vincere più di una tappa sono Antonio Barrutia e Jan Lauwers, mentre Julio Jimenez vince una delle sue tre maglie di leader della classifica dei GPM.

Giro d'Italia
Finita la Vuelta è la volta del Giro, che parte il 9 Giugno da Napoli. E' un Giro dominato dagli italiani: Balmamion firma il "repeat" anche questa volta senza nemmeno vincere una tappa, Vittorio Adorni si consacra difinitivamente vincendo due tappe, vestendo la maglia rosa ed arrivando secondo; Giorgio Zancanaro raggiunge livelli che nella sua carriera non aveva mai visto e mai più rivedrà, vince una tappa ed arriva terzo; Mino Barivieri vince tre tappe, mentre se ne spartiscono una a testa il "cit" Defilippis, il "fabbro" Adriano Durante, Pierino Baffi e Arnaldo Pambianco. Ma il protagonista è uno: carattere difficile e classe cristallina, Vito Taccone, sesto a Milano, ma vincitore di 5 tappe - di cui 4 consecutive - e della maglia verde.

Tour de France
Il 14 luglio 1963 inizia la 50esima edizione del Tour de France. Il favoritissimo è il campione in carica Anquetil che ha da poco vinto anche il Giro del Delfinato; suoi principali rivali sono il vincitore del Tour del 59, "l'Aquila di Toledo" Federico Bahamontes, uno degli scalatori puri più forti di sempre, ed il solito Poulidor. A dominare le volate ci pensa Rik Van Looy, che vincerà quattro tappe e la maglia verde, mente la maglia a pois sarà ancora una volta di Bahamontes. Anquetil domina il Tour, vincendo 4 tappe, ma dovrà aspettare la 17esima frazione per vestirsi di giallo, con Bahmontes che conclude secondo a tre minuti e mezzo dal francese; mentre delude Poulidor, che non va oltre una modesta ottava posizione. Unico italiano a vincere una tappa è Antonio Bailetti che, come nel '62, riesce anche nel 1963 a vincere sia una tappa al Giro che una al Tour. L'irlandese Seamus Elliot, gregario di Anquetil e vincitore di una tappa quell'anno con arrivo a Roubaix, vestirà per quattro giorni la maglia gialla, diventando il primo irlandese ad indossare il simbolo del primato della Grand Boucle.

Classiche pre-Mondiale
La stagione prosegue con le classiche antecedenti il Mondiale: tra le più importanti ci sono la Milano-Vignola ed il Giro del Piemonte, vinte entrambe da Adriano Durante, ed il Trofeo Matteotti, vinto da Pierino Baffi.
Benoni Beheyt nel frattempo vince il G.P. di Fourmies, che non è nulla però rispetto a ciò che vincerà circa tre settimane dopo.

Campionato Mondiale di ciclismo su strada
L'undici agosto 1963 si tiene a Ronse la 30a edizione dei Mondiali di ciclismo: il grande favorito è il padrone di casa Rik Van Looy, alla ricerca della tripletta che gli permetterebbe di eguagliare Binda e Van Steenbergen a quota tre Mondiali vinti. Tutto procede per il meglio per il belga: si arriva infatti in volata e l'esito sembra già scritto. Ma è durante la volata che avviene quello sarà ricordato come il grande tradimento da parte di Behyet nei confronti del suo capitano: Beheyt, insieme agli altri belgi che in gruppo compatto si presentano al traguardo casalingo di Renaix, ha il dovere di mettersi da parte per dar via libera a Rik negli ultimi 50 metri, ma clamorosamente disattende questo ordine. Quando Van Looy ne comprende le intenzioni, si butta in un furioso zig zag nel tentativo di stroncare il gregario ribelle: Beheyt reagisce allontanando l'assalitore con una manata. La volata è incerta e solo il fotofinish decreta il successo del gregario davanti al capitano, con la terza piazza per De Haan.

Il finale di stagione
Dopo il Mondiale la stagione continua con le classiche italiane, dominate da Italo Zilioli che nell'estate del 63 fece sue: Tre Valli Varesine, Giro dell'Appennino, Giro del Veneto e Giro dell'Emilia, mentre il "fabbro" Adriano Durante vinse il Giro del Lazio, Cribiori la Milano-Torino e lo spagnolo Alomar(vincitore nel 63 anche di una tappa al Giro) la Coppa Agostoni.
Nel frattempo in Francia Pulidor si aggiudica il Gran Premio delle Nazioni ed in Spagna Joseph Novales fa sua la prestigiosa Volta a Catalunya.

Giro di Lombardia
Il 19 ottobre 1963 prende il via da Milano la 57a edizione del Giro di Lombardia. Dopo le roventi polemiche della precedente edizione, viene abolito il "muro" di Sormano e sparisce anche il Superghisallo; il tracciato subisce così profonde modifiche, con sconfinamenti in Svizzera alla ricerca di salite che possono rendere interessante la corsa. Un velleitario attacco di una ventina di uomini (tra cui Baldini, Stablinski e Dancelli) si esaurisce sul Colle Balisio ed il gruppo affronta a ranghi compatti il Ghisallo, dove attacca Otano che transita in vetta con 25" su Adorni ed Enzo Moser e con il gruppo dei migliori a 40". In discesa De Prà si riporta su Otano, poi poco dopo Como rientrano sulla testa della corsa anche Macchi, Le Dissez e Bettinelli. I cinque battistrada giungono a Chiasso con 1'30" di vantaggio, ma dal gruppo si susseguono gli scatti, i fuggitivi perdono terreno ed iniziano la salita di Valmara con 40" di margine su Valdois e 1'05" su un gruppetto comprendente Lebaude, Sartore, Chiappano e Durante mentre il gruppo si trova a 2'15". L'inedita salita in terra elvetica vede Le Dissez rimanere da solo al comando e transitare in vetta con 1'10" su Lebaude e 1'40" su Wolfshohl, Zilioli e Poulidor i quali guidano il ristretto gruppo dei migliori nel quale manca De Roo, attardato di circa un minuto.

In discesa si scatena Zilioli seguito solo da Wolfshohl; i due superano di slancio Lebaude ed a Castiglione hanno ridotto il loro ritardo dal fuggitivo a soli 27" mentre il gruppo si trova a 1'05". A Schignano (74 km alla conclusione) Zilioli e Wolfshohl raggiungono Le Dissez; Wolfshohl e Le Dissez sono stanchi e, nonostante l'impegno e l'incitamento di Zilioli, il margine dei tre diminuisce ed a Cadenabbia (59 km all'arrivo) i fuggitivi vengono raggiunti da Ciampi, Moser Aldo, Conterno, Maserati e Durante. Wolfhohl e Ciampi cedono di schianto su un piccolo strappo dopo Menaggio, al comando quindi rimangono in sei con un vantaggio che oscilla introno al minuto su un gruppo di 25 unità dove figurano Simpson, Poulidor, Taccone e De Roo. Sul falsopiano che conduce a Porlezza evadono dal plotone Bocklant, Chiappano, De Rosso e De Roo i quali si riportano in testa alla corsa proprio all'inizio del tratto più impegnativo del Passo d'Intelvi. Le Dissez e Chiappano cedono subito ma gli altri otto attaccanti proseguono senza scatti e transitano in vetta con 20" di margine su Dancelli e poco più di un minuto sul gruppo. In discesa De Rosso si lascia sfilare in ultima posizione, attende Dancelli (suo compagno nella "Molteni") ed i due poi rientrano agevolmente sulla testa della corsa. Nove uomini sono adesso al comando, è la fuga decisiva perché il gruppo non reagisce con vigore e i battistrada stabilizzano il loro vantaggio sui 50". 
Quando sembra sicura la volata, all'entrata di Como, a circa tre km dall'arrivo, De Rosso gioca la carta della sorpresa ed attacca. Guadagna una cinquantina di metri ma gli inseguitori, trascinati da Durante e De Roo (sulla carta i due più veloci) non mollano e De Rosso viene ripreso a poche decine di metri dall'ingresso dello stadio di Como. Quindi sprint a nove: De Rosso è ancora lanciato ed entra per primo in pista, alla sua ruota Durante, Bocklant, Dancelli, De Roo e gli altri. Posizioni immutate al suono della campana, poi all'ingresso dell'ultima curva avanza all'esterno Bocklant nella cui scia si lancia Durante il quale però lascia un varco all'interno dove si tuffa De Roo. La curva viene condotta in maniera convulsa, la lotta è incerta e vibrante. Dancelli e Zilioli non riescono ad emergere. Bocklant si porta in testa ma all'ingresso del rettilineo finale viene affiancato da De Roo, con Durante che cerca disperatamente un varco per passare ma è costretto all'esterno. Ad una cinquantina di metri dal traguardo emerge prepotentemente il possente De Roo che supera Bocklant, guadagna due lunghezze e va a cogliere il prestigioso bis precedento Durante e Dancelli, la rivelazione del giorno.
Luca Saugo "Pagliarini", ilnuovociclismo.com
 

Classifica Super Prestige Pernod 1963:
1 - Anquetil
2 - Simpson
3 - Poulidor
4 - De Roo
5 - Van Looy


NOTE:
- Beheyt per tutta la corsa aveva finto problemi di crampi (e non aveva lavorato per Rik II), resuscitando poi al momento della volata. Pagò a caro prezzo quello sgarbo al capitano e si ritirò a soli 26 anni.

- Che regolarista Balmamion. Non ha vinto neanche una tappa al Giro e ha vinto 2 maglie rosa.

- Comunque se Van Looy si fosse concentrato più su se stesso e meno sul gregario avrebbe vinto con 3 metri sul secondo. Tra l'altro fece una volata che oggi sarebbe stata sicuramente sanzionata. Chiuse Cribiori con una manovraccia, fece un paio di zig zag in mezzo alla strada e per finire rischiò di far cadere Beheyt, che dovette appoggiarsi proprio al capitano, altrimenti avrebbe festeggiato il titolo mondiale in ospedale con qualche costola rotta.

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