Gand-Wevelgem, Sagan ci prova ancora

Via alle grandi classiche del Nord: dopo  6 secondi posti, lo slovacco insegue la prima da iridato. Ma attenti a Gaviria

di Paolo Marabini, La Gazzetta dello Sport, 27 marzo 2016

Non abbiamo ancora rimosso dagli occhi l’esaltante azione stile Trofeo Baracchi di Michal Kwiatkowski e Peter Sagan, all’attacco venerdì negli ultimi 30 km del Gp E3 Harelbeke, che già siamo pronti a vivere un altro pomeriggio ad alto contenuto spettacolare. L’appuntamento è per oggi con la 78esima Gand-Wevelgem, la prima grande classica del Nord, che a sette giorni dal Fiandre, sulle strade di un Belgio ancora alle prese con la paura terrorismo, chiama a raccolta i califfi delle pietre e soprattutto le ruote veloci, anche se il percorso, 243 km con dieci cotes negli ultimi 65, è stato indurito col doppio Kemmelberg nel finale, e la seconda ascesa dal versante più difficile (1 km in pavé con punte al 23%).

COLPI DI MANO 
Non ci sarà il vincitore uscente, Luca Paolini — quarto italiano a entrare nell’albo d’oro dopo Moser, Bontempi (2 volte) e Cipollini (3) — che un anno fa si inventò un numero magistrale prima di essere travolto dalla vicenda cocaina al Tour de France. Ma la vittoria del veterano azzurro confermò come la Gand-Wevelgem, nonostante sia la classica del Nord più adatta ai velocisti, possa in realtà prestarsi ai colpi di mano anche solitari: bisogna solo avere coraggio, rischiare di perdere per cercare di vincere, scegliere il momento giusto per far saltare i piani agli sprinter.

Di sicuro il mai domo Sagan, che qui tre anni fa vinse la sua prima classica, proverà di nuovo a bagnare la maglia iridata con un successo, dopo sei secondi posti, l’ultimo proprio venerdì ad Harelbeke. 

Troverà i soliti noti: da Cancellara a Boonen (che può diventare il primo a centrare il poker), da Stybar a Terpstra, da Vanmarcke a Van Avermaet, da Stannard a Boom, da Boasson Hagen a Roelandts.

E poi i velocisti puri: Kristoff, Demare, l’astro nascente Gaviria, Greipel, Bouhanni, Debusschere, Mezgec. 

C’è anche un bel po’ d’Italia, guidata da Trentin, Oss, Quinziato, Modolo, Puccio, Guardini, Colbrelli e Viviani, che strizza l’occhio al primo traguardo di prestigio della carriera.

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