LA VITA È UN PALLONE ROTONDO (N. 5)


di MICHELE DI VIRGILIO, 24 ottobre 2016

LA VITA È UN PALLONE ROTONDO
Quinta puntata. Dedicata ad Andrés Iniesta, il mio Joaquín Sorolla: fuerza, Don Andrés, fuerza.

1. «Vidal è un altro giocatore che ha un tempismo unico nell'arrivare davanti alla porta». Le telecronache al brodino, Fabio Capello e l’analisi (il)logica.

2. A chiosa della presentazione di Milan-Juventus, Fabio Caressa si rivolge al suo sparring partner, Beppe «Yes Man» Bergomi, e si riscopre Erofilo da Calcedonia: «Hai visto Montella? C’ha (sic, ndr) l’occhio fisso delle partite importanti». Sipario (e chiamate la neuro).

3. La partita di San Siro ci ha detto due cose. Primo: in quanto a livello di orexina, è stata un’ode simposiale alla narcolessia, superando di gran lunga Doncaster Rovers-Fleetwood Town, il match più noioso del secolo. Secondo: il tecnico juventino ha lo stesso tic nervoso (al collo) di Adriano Galliani.

3. È il minuto trentuno del primo tempo. Il Bayern Monaco conduce le danze, col Borussia M'gladbach letteralmente in bambola. Istantanea: Oscar Wendt liscia il pallone, che piove sui piedi di Douglas Costa, che lo addomestica e lo calcia con un destro chirurgicamente sbilenco, che spiazza l’incolpevole Yann Sommer. L’ala brasiliana esulta. Come? Si avvicina ai propri tifosi e, mentre mostra la lingua, scatta un selfie idiota. Non me ne voglia Lester Wisbrod, l’arcinoto selfie-made man: ma gli auguro di patire le peggiori pene dell’inferno.

4. Luis Enrique si è illuso di essere più importante per il Barça di quanto Carl von Clausewitz lo fosse per l’esercito prussiano.

5. Letture consigliate. «Litania di un arbitro», di Thomas Brussig (96 pp., 66thand2nd edizioni).

6. In Olanda è andato in scena il «De Klassieker», l’eterna sfida – numero 188 – tra Feyenoord e Ajax. Finisce in parità: uno a uno. Da una parte, l’inossidabile Dirk Kuyt; dall'altra, l’imberbe Kasper Dolberg, 19 anni di puro talento danese.

7. Allo Stamford Bridge, il Chelsea di Conte schianta lo United di Mourinho. Che, pur di non prendersi i meriti del brutto capitombolo, la butta in caciara e punta il dito contro il collega salentino e il modo con cui ha aizzato il pubblico di casa: «Sull'1-0 puoi farlo, non sul 4-0: così è un'umiliazione per noi». Va bene che Conte non sarà un maestro di bon ton. Ma che a fare le veci di Giovanni Della Casa sia Mourinho – dico: José Mourinho –, signori miei, è il colmo dei colmi.

7. In giro è pieno di intenditori di calcio. Qualcuno di questi mi dava dell’ubriaco e dello strippato quando, nel prevedere le classifiche finali delle principali leghe europee, indicavo il Siviglia come una delle prime tre della Liga, al secondo posto, dietro al Barcellona e davanti al Real Madrid. Bene: la squadra allenata da Jorge Sampaoli (scuola Bielsa, va ricordato) è seconda a 20 punti, davanti ai Blaugrana e dietro alle Merengués.

8. Con la convincente vittoria sul Werder Brema, il Red Bull Leipzig guidato da Ralph Hasenhüttl inanella l’ottavo risultato utile consecutivo e sta alle calcagna della capolista Bayern. Per una neopromossa in Bundesliga, un unicum. 

9. Rimanendo in Germania, occhio alle peripezie dell'Amburgo, la società più longeva della massima serie: mai retrocessa, ad oggi.


10. Cambio di Weltanschauung sulla panchina del Marsiglia: Rudi Garcia sostituisce Míchel. Riuscirà, il nostro eroe, a riportare Notre-Dame-de-la-Garde al centro del villaggio?

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