Brasile-Argentina, è Superclásico de las Americas


«Uno, dos, tres, cuatro, cinco, seis, siete». Si conta - e canta - ormai da due anni, nello spicchio di tribuna riservato ai tifosi argentini, in ogni Superclásico de las Americas: Brasile-Argentina. Non importa in che sport, contano la data - 8 luglio 2014 - e il luogo, il Mineirão di Belo Horizonte. Ed è lì che torna per la prima volta il Brasile, 856 giorni dopo il Mineiraço.

La Verdeamarela, nel frattempo passata dal Dunga-bis a Tite, è molto diversa da quella umiliata 7 a 1 nella semifinale mondiale contro la Germania futura campione. Intanto, contro la Germania, al Maracanã, ha infranto per sempre il tabù dell'oro olimpico con Rogério Micale in panchina e Neymar decisivo anche ai rigori.

Anche dall'altra parte è iniziato un nuovo corso: l'Argentina raccolta da Bauza è ripartita, a fatica, dalla (presunta) corazzata che col Tata Martino s'è infranta per due estati in fila in finale ai rigori contro il miglior Cile all-time. Una serpe in seno nata con Bielsa e allevata poi da Borghi, Sampaoli e Pizzi: tutti argentini.

A parte l'1-0 sull'Uruguay al debutto nelle qualificazioni, l'unica vittoria del nuovo Ct, Bauza, è stata convincere Messi a tornare in nazionale dopo il rigore sbagliato in finale nella Copa del Centenario. Leo e Neymar hanno viaggiato da Barcellona insieme, ma al Mineirao faranno finta di non conoscersi. La Selección è sesta, a -5 dal Brasile capolista, e oggi sarebbe fuori da Russia 2018. E' già tempo di fare i conti.
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO (9 novembre 2016)

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