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Visualizzazione dei post da ottobre, 2017

IT'S EARL, EARL, EARL, THE PEARL

The chant that followed Earl Monroe through a lively college career is taken up by Baltimore basketball fans as the rookie shooter and showman quickly moves into a starring role with the Bullets By Frank Deford, SPORTS ILLUSTRATED The rookie, Earl the Pearl, stirred from his afternoon nap and squinted out the window of his room in the Lord Baltimore Hotel toward the Civic Center, where he would begin his professional basketball career with the Bullets in another three hours. It was an eerie, Cimmerian dark outside, for this was one of those Baltimore evenings when the weather, always mischievous, misplaces whole months. Oct. 30, 1967 THIS IS AN ARTICLE FROM THE OCT. 30, 1967 ISSUE ORIGINAL LAYOUT There are, normally, only two seasons in Baltimore, anyway—spring and fall being acknowledged by the populace only in deference to the calendar. Spring is celebrated on the few days the flowers in Sherwood Gardens are in full bloom. Fall is observed on the Sundays wh...

André Dierickx

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https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=313751129031911&id=313059979101026 Compie oggi 71 anni André Dierickx, belga di Oudenaarde, che in carriera ottenne 104 vittorie, comparendo sovente tra i primi dieci nelle grandi classiche del Nord. Dopo un'ottima carriera dilettantistica (88 successi tra il '65 e il '68, di cui ben 40, tra cui il Giro delle Fiandre, nell'ultima stagione), passa professionista nelle file della Peugeot-BP-Michelin. È il 1969 e non ha ancora 23 anni. Il primo anno si aggiudica 5 corse: una tappa al Giro di Romandia (prima vittoria da pro) e quattro kermesse. Nel '70 difende i colori della blasonata Flandria-Mars diretta da "Brik" Schotte e, nonostante la concorrenza dei fratelli De Vlaeminck, Leman, Monseré e Zoetemelk, conquista 9 successi (tra cui il G.P. Cerami e 1 tappa al Midi Libre), affacciandosi da protagonista nelle classiche di primavera: 4° nella Parigi-Roubaix, 9° nella Freccia Vallo...

Josef “Pepi” BICAN

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http://storiedicalcio.altervista.org/blog/josef_bican.html Quando giocava lui la “Scarpa d’Oro” europea non era ancora stata istituita, ma se tale riconoscimento fosse esistito, lui, Josef “Pepi” Bican (si legge Bitsan ), l’avrebbe vinto per cinque stagioni consecutive, dal 1939-40 al 1943-44 (con, nell’ordine, 50, 38, 45, 39, 57 gol). Josef nacque a Vienna il 25 settembre 1913 da Ludmila, una viennese di origine cecoslovacca , e da Frantisek, boemo di Sedlice, che emigrò in Austria, dove giocò nell’Hertha Vienna . A soli 8 anni però perse il padre: questi, infatti, tornato indenne dalla Prima Guerra Mondiale, si era infortunato ai reni durante uno scontro di gioco ma si era rifiutato di farsi operare e morì a soli 30 anni. Nonostante il lavoro della madre Ludmila nella cucina di un ristorante, la perdita del padre significò per Josef anche crescere nella povertà: secondo “Pepi” proprio da tale situazione di difficoltà economiche, che lo avevano costretto, quand’era bamb...

Storia di Marco Cattaneo

E' nato a Rovellasca (Co) il 28 ottobre 1957. Tra i migliori dilettanti italiani alla fine degli anni '70, vinse il GP Liberazione nel 1980, anno in cui partecipò alle Olimpiadi (14° nella Prova in Linea). Nel 1977 fu Campione Italiano Inseguimento Individuale (specialità in cui fu eliminato nelle qualificazioni ai Mondiali) ed a Squadre. Tra i professionisti disputò soltanto due stagioni (1981 e 1982) ottenendo i migliori risultati su pista dove vinse il Campionato Italiano Mezzofondo Indoor nel 1982 e partecipò al Mondiale Inseguimento nel 1981 (eliminato nelle qualificazioni). È poi divenuto Presidente dell'Associazione Corridori Professionisti.

DeMatha vs Power Memorial: i Fantastici Sei

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di CHRISTIAN GIORDANO Rullo di tamburi. Il 30 gennaio 1965, nella esaurita Cole Field House della University of Maryland si disputa una partita fra scuole superiori cattoliche che farà epoca: la Power Memorial del più rinomato liceale di sempre, il senior Lew Alcindor, contro la DeMatha allenata da Morgan Wootten, dall’ottobre 2000 primo dei tre coach di high school eletti nella Hall of Fame. Gli Stags, imbattuti da 29 gare, vincono 46-43 e fermano a 71 la striscia dei successi newyorkesi. Alla nona stagione con Wootten in panchina, la DeMatha – futura potenza cestistica di Hyattsville, sobborgo di Washington, nel Maryland – era sulla mappa del basket nazionale.  Alcindor – che nel 1971, in seguito alla conversione all’islam, cambierà legalmente il nome in Kareem Abdul-Jabbar – condurrà poi la Power al terzo titolo cittadino consecutivo. Ma quella sera nemmeno lui, tre volte All-American in altrettante stagioni di eleggibilità e primo sophomore nel quintetto ideale del...

HOOPS MEMORIES - Il double di CCNY, i primi saranno gli ultimi

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https://www.amazon.it/Hoops-Memories-Momenti-basket-americano-ebook/dp/B01JAC2GTQ/ref=asap_bc?ie=UTF8 di CHRISTIAN GIORDANO Chissà quanto avrà rosicato Adolph Rupp, storico coach di Kentucky. Nel 1949 il Barone ci aveva fatto l’acquolina, ma dopo aver addentato la NCAA (46-36 su Oklahoma State) i suoi Wildcats, già sazi, si erano fatti sbranare da Loyola al NIT. E così, l’anno dopo, la prima doppietta nei due principali tornei per universitari “luccicava” nella bacheca del City College of New York.  Ateneo urbano zeppo di pendolari e noto come “Harvard dei poveri” - perché offriva ai residenti istruzione di qualità, prima gratis poi a basso costo (tra i beneficiati, Stanley Kubrick, Mario Puzo e Red Holzman) - CCNY vinse sia il National Invitation Tournament sia il National Collegiate Athletic Association Tournament e sempre battendo in finale la Bradley, superpotenza cestistica del Midwest. La storia inizia con quella del coach, Nat Holman. Membro dei famosi Ori...

HOOPS MEMORIES - The Shot, ogni santo giorno

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https://www.amazon.it/Hoops-Memories-Momenti-basket-americano-ebook/dp/B01JAC2GTQ/ref=asap_bc?ie=UTF8 di Christian Giordano The Shot .  Non ne potete più dell’etichetta - appiccicata ad almeno tre Tiri del solo Michael Jordan (valsi il titolo NCAA 1982 con North Carolina, il perenne highlight sul povero Craig Ehlo dei Cleveland Cavaliers nel 1988, il sesto e ultimo anello dei Chicago Bulls, a 6.6" dalla fine nel 1998)?  Figuratevi Keith Smart, che da trent’anni se la sente nominare ogni santo giorno. The Shot , nell’Indiana, è il suo: il jumper scagliato a 5” dalla fine dai quattro-cinque metri, quasi dalla linea di fondo di sinistra, che valse alla Indiana University la vittoria per 74-73 su Syracuse nella finale nazionale di New Orleans, in Louisiana. Era il 30 marzo 1987.  Smart dice che la gente ancora lo riconosce. Per quel tiro, però, e non perché oggi, nella NBA, è assistente allenatore ai Golden State Warriors dopo esserlo stato dei Cleveland Ca...

$1 Million End to an Unjust Exile

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SEQUEL Seven weeks ago LIFE published the results of Reporter David Wolf ‘s investigation into the charges that led the National Basketball Association to blacklist one of the country’s finest players, Connie Hawkins. In 1961, as a college freshman, Hawkins was implicated in a betting scandal. Wolf’s investigation concluded that Hawkins had been implicated unfairly and had done “nothing that would have justified his being banned.” Last week the NBA agreed. by DAVID WOLF LIFE, 1969 June, 27 The memories of the false confessions, of the shame, of the ostracism and of thehand-to-mouth existencewould always be part of him. But for the first time in eight years Connie Hawkins could honestly say he was proud to be himself. “The clouds have gone away,” he said. “I don’t have to hide in a shell. I don’t have to be ashamed anymore.”  For years he had been playing with second-rate teams, often before half-empty houses, always for a small salary. Now the $1 million packa...

The Unjust Exile of a Superstar

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https://from-way-downtown.com/2023/07/21/connie-hawkins-the-unjust-exile-of-a-superstar-1969/ Unjustly accused of helping gamblers, a basketball superstar spends his life banned from NBA competition. by DAVID WOLF Life -  1969, May 16 He is six feet eight inches tall, and he does things on a basketball court nobody else his size can equal. He moves with disciplined grace --controlling the ball with one massive hand, dribbling behind his back, passing with the flash of a Globetrotter and making jump shots from 20 feet out. One special move always brings the crowd to its feet. He slithers close to the basket, wards off defenders with his free arm, leaps high into the air and dunks the ball with a one-handed flourish that rattles the backboard. His name is Connie Hawkinsand, according to top professionals who've played against him in summer tournaments, he is one of the five greatest players in the world, a mixture of Bill Russell, oscar Robertson and Elgin Baylo...