C'erano una volta i circuiti


di Alessandro Brambilla 
Ciclismoweb.net, venerdì 6 giugno 2014 


E’ l’anno 1973, Eddy Merckx si aggiudica Giro d’Italia e Vuelta a España, Felice Gimondi diventa Campione del mondo in Spagna. Anno magico per Gimondi, Merckx, Ocaña (finalmente primo al Tour de France) ma altresì per il milanese Nino Recalcati.

Quest’ultimo è stato anche corridore professionista bravo soprattutto in pista, ma deve la sua fama al ruolo di organizzatore di circuiti a ingaggio. Iniziò a organizzarli quando ancora correva su pista e strada: ingaggiava Fausto Coppi e ne diventava avversario. E’ Recalcati che costringe i corridori a diventare stakanovisti.

Il 1973 è l’anno record di Recalcati: il manager lombardo grazie al formidabile “traino” di Gimondi, Merckx, Bitossi e Motta, vincitore di una spettacolare tappa del Giro d’Italia, organizza 59 circuiti a ingaggio. Ce ne sono in primavera, estate e autunno, tuttavia molti circuiti si svolgono nelle settimane post-Giro d’Italia e post–Mondiale. Ci sono giorni in cui Motta, Bitossi, Gimondi, Merckx e altri ciclo-VIP italiani e stranieri disputano il circuito a ingaggio nel pomeriggio in Lombardia e durante la serata in provincia di Vicenza o Venezia. Oppure nel pomeriggio in Emilia e la sera in Toscana. Il ciclismo professionistico è un Barnum che richiama migliaia di sportivi. In alcune giornate Recalcati ha richieste per organizzare circuiti in 3 o 4 località diverse e i corridori, grazie a lui e agli appassionati dei comitati organizzatori locali, guadagnano parecchio.

L’Eldorado dei circuiti prosegue bene anche durante l’epoca Saronni-Moser-Baronchelli. Al timone delle manifestazioni c’è sempre Recalcati, che oltre a mostrare i campioni nei circuiti su strada li porta a esibirsi nei velodromi. A pochi giorni dal Mondiale di Ostuni 1976 i campioni disputano il circuito a ingaggio di Molteno-Garbagnate Monastero. Distribuiti nei due paesini del Lecchese assistono allo show di Gimondi, Moser e Baronchelli 30.000 spettatori. Pur trattandosi di un circuito a ingaggio la mobilitazione è generale e nelle ore che precedono la gara sulla superstrada Valassina e altre arterie che collegano a Molteno si formano code di automezzi carichi di tifosi del ciclismo. 

Nell’epoca Bugno-Fondriest-Chiappucci il numero dei circuiti diminuisce: il calendario delle classiche in linea e a tappe comincia a intasarsi, e lo spazio per le manifestazioni a ingaggio cala. Tuttavia i circuiti post-Giro, post-Tour, post-Mondiale ci sono sempre per la gioia di tanti appassionati. E a metà estate 1990, dopo il Tour de France con Chiappucci secondo classificato e maglia gialla 8 giorni e la vittoria di Bugno alla Wincanton Classic di Coppa del Mondo gli assi radunati da Recalcati e dall’intraprendente Pier Gaffuri si esibiscono a Orsenigo, nel Comasco, davanti a 10.000 spettatori. Grande è il successo organizzativo col pubblico che straripa dalle strade di Orsenigo. Anno 2014, il Giro d’Italia se lo aggiudica Nairo Quintana, terzo è l’emergente Fabio Aru. Nel post-Giro però i circuiti a ingaggio sono zero. Dai 59 circuiti organizzati globalmente nell’anno 1973 al numero zero del 2014. L’anno 2014 non è ancora finito a dire il vero: pare però difficilissimo che qualcuno riesca ad organizzare in Italia anche un solo circuito prima di metà ottobre.

Nei primi anni Settanta i campioni hanno provato a gareggiare a ingaggio nella serata del giorno di chiusura del Giro. Dopo lo sprint a Milano praticamente non hanno fatto in tempo a fare la doccia per raggiungere il Veneto e correre in circuito. Nel 2014 questo problema non c’è: i circuiti mancano la sera dell’ultimo giorno di Giro e nel resto dell’anno, e la situazione economica del paese non agevola chi è dotato di spirito d’iniziativa e vorrebbe almeno per qualche sera far rivivere ai “ciclofili” le emozioni dell’èra-Recalcati. 

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