La prima volta di Mantovani che ha messo in fila i big


Vittoria allo sprint per questo sfortunato atleta che due anni fa restò inattivo per un grave infortunio • Secondo Pierino Gavazzi, davanti al gruppo compatto - Visentini sempre maglia rosa - Moser e Hinault «scherzano» in corsa

GINO SALA, l'Unità, lunedì 26 maggio 1980

SORRENTO — La stella di Giovanni Mantovani brilla sul traguardo di Sorrento al termine della tappa più lunga del Giro. L'atleta della Hoonved-Bottecchia mette in riga Pierino Gavazzi e relega in quinta, sesta e settima posizione Moser, Saronni e Hinault con una progressione secca e brillante, con un «finish» che rivela grosse qualità di velocista. Sentiremo parlare nuovamente di Mantovani che nel '78 (dopo un anno di professionismo) era rimasto fermo per un'intera stagione causa un grave incidente, come spieghiamo nel commento della giornata.

Nulla è cambiato in classifica, perciò la situazione rimane incerta, legata al filo dei «se» e dei «ma» di tanti discorsi. Nel mattino di Fiuggi, mentre la carovana si radunava col pensiero di una gara noiosa, abbiamo incontrato Alfredo Binda che a fine maggio è solito ritemprare il fisico nella cittadina termale. Binda ha il dono del ragionamento sottile, non prende mal le cose di petto, anzi pondera e riflette prima di entrare in argomento. Egli non si schiera con quelli che ritengono Moser e Saronni già sconfitti, già votati al trionfo di Hinault, anche se dubita sulle condizioni dei due Italiani, e in sintesi l'uomo che ha vinto cinque Giri d'Italia e tre campionati del mondo, dice: «Lei ricorderà le dichiarazioni rilasciate all'Unità quando la corsa era sul piede di partenza: ebbene, da allora si è rinforzata l'ipotesi del quarto che gode. Si, i tre maggiori litiganti rischiano la sconfitta...».

Binda ci ha augurato buon viaggio nei panni del mossiere. Davanti a noi, una linea sempre dritta e monotona. C'è un po' di sole, ma anche un cielo ballerino. C'è Moser che scherza con Hinault nel mezzo del plotone, «Brutto despota e brutto marpione: ho deciso di farti rapire, così ci lascerai in pace», grida Francesco. E il francese di rimando: «Bene, bene perché io smetterò di faticare ». E avanti a suon di musica, quella trasmessa dalla radio di bordo, naturalmente. La musica dei ciclisti è di una lentezza che si spiega coi chilometri coperti in due ore di sella: poco più di una sessantina, e sarebbero meno se Berto e Salvietti non avessero cercato di tagliare la corda. Al tocco del mezzodì molti del seguito scappano per rifugiarsi in una trattoria: e il giorno delle evasioni e delle distrazioni nella convinzione generale che tutto andrà liscio. 

Ecco Cassino dove s'incrociano i ferri per il campionato delle Regioni, dove Berto anticipa Cazzolato e Pietro Algeri. Torna subito la calma e a proposito di Pietro Algeri è da sottolineare un fatto piuttosto singolare: tutti i suoi compagni di squadra si sono ritirati, se n'è andato anche il direttore sportivo con l'ammiraglia, e l'unico superstite della formazione che contava nove belgi stanchi e consumati fin dal « via », s'arrangia come può, appoggiandosi alla Magniflex dove milita il fratello Vittorio. E cosi il Giro ha pure il suo isolato.

Il tran tran continua, Capua distribuisce i sacchetti del rifornimento ad un plotone di turisti, o pressappoco, Caserta applaude il guizzo di Favero, ma è un episodio che dura come il fuoco di un cerino, Hinault aiuta la scudiero Villemiane sotto lo striscione della Fiat Panda a Pomlgliano D'Arco e poi è artefice di uno scatto che vorrebbe essere una tiratina d'orecchi alla pigrizia dei colleghi, però nessuno raccoglie. Un brivido ci è dato dal capitombolo di Visentini, soltanto un brivido polche la maglia rosa riprende Immediatamente. I cavalli, pardon i corridori, si muovono dalle parti di Ottaviano, quando sentono odor di traguardo. Si affacciano Tosoni e Pugliese, Parecchini e Braun, Morandi e Schuiten, ancora Schuiten più Santoni e Santimaria, di nuovo Schuiten, e a trenta chilometri dalla conclusione sono tutti in fila, tutti impegnati nelle fasi culminanti.

Il finale è su strade strette e cattivelle. Tosoni si distingue a Castellammare di Stabia, si moltiplicano i tentativi, rimbalzano i nomi di Prim, Zuanel e Fernandez, ma nessuno prende il largo. Qualche dosso in chiusura e già in picchiata verso il mare, verso Sorrento. Ormai è scontato il volatone. L'ultimo chilometro è una sequenza di curve, prima del rettilineo c'è una svolta secca, chi ondeggia, chi sbanda, chi mantiene la rotta con un esercizio di alto equilibrio, e in ultima analisi è una lotta in cui Mantovani assume il comando ai trecento metri per respingere l'assalto di Gavazzi che invano cerca di rimontare.

«Finalmente ho rotto il ghiaccio», sbotta il vincitore che sin qui si è piazzato due volte secondo e due volte terzo e che fra i precedenti della sua sfortunata carriera contava soltanto il successo riportato lo scorso anno in una semitappa del Giro dei Paesi Baschi. Poco per uno sprinter della sua tempra.

Oggi il Giro pedalerà sulla costa amalfitana andando da Sorrento a Palinuro. Saranno 168 chilometri di un percorso qua e là punteggiato da piccole ondulazioni. Nessuno trema, però qualcuno potrebbe incontrare il terreno adatto per un colpo d'ali. A stasera, dunque.
GINO SALA


Ordine d'arrivo:
1. GIOVANNI MANTOVANI (Hoonved Bottecchia) km. 247 in 6 ore 49', alla media oraria di 34,088; 2. Gavazzi (Magniflex); 3. Favero (Hoonved Bottecchia); 4. Martinelli San Giacomo); 5. Moser (Sanson Campagnolo); 6. Saronni; 7, Hinault; 8. Fatato; 9. Prim; 10. Bernaudeau; 
11, Mazzantini; 12. Chinetti; 13, Vandi; 14. Lasa; 15. Arroyo; 16. Ceruti; 17. Santoni; 18. Masciarelli; 19. Parsani; 20. Beccia.

Classifica generale:
1. ROBERTO VISENTINI (San Giacomo) in 41 ore 35'53"; 2. Contini (Bianchi Piaggio) a 44"; 3. Ruperez (Spagna) a 1'16" ; 4. Battaglin (Inoxpran) a 2'13"; 5. Panizza (Gis Gelati) a 2'27"; 6. De Witte a 2'31"; 7. Schmufz a 2'56"; 8. Hinault a 2'58"; 9. Fernandez a 3'14"; 10. Knudsen a 3'30"; 
11. Moser a 3'52"; 12. Baronchelli a 4'01"; 13. Natale a 4,14"; 14. Chinetti a 4'29"; 15. Saronni a 5'01".

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