Visentini: «Vìa i disonesti!»
di DARIO CECCARELLI
l'Unità, lunedì 8 giugno 1987
CANAZEI - Mattinata cupa
e allucinante quella di ieri a
Sappada, prima della partenza
per il tappone dolomitico. Il
clan della «Carrera», trascorsa
una notte di fitti conciliaboli,
convoca i giornalisti alle 8,30
per fare il punto della situazione
dopo il crollo di Visentini
e, chiamiamolo così tanto per
capirci, il «tradimento» di Roche.
Ci sono i fratelli Tacchella,
proprietari della squadra,
Gianfranco Belleri, addetto alle
pubbliche relazioni, e il direttore
sportivo, Davide Boifava,
con una faccia che più triste
non si può. Lo slogan ufficiale
è: l'ordine regna alla
Carrera.
Chiacchiere, perché
nella notte è successo un po'
di tutto, e quello che non viene detto
si può immaginare.
Visentini, furibondo, voleva rispedire
a casa Roche e Schepers.
Tito Tacchella, il patron,
fino a tardi si è invece prodigato
per ricomporre i cocci
della squadra. La Carrera infatti,
più che dei guai di Visentini,
è preoccupata per l'immagine
complessiva della società
che, lacerata e sbeffeggiata
dagli avversari, francamente
non ci fa una bella figura.
Tacchella, con il sorriso di
chi vorrebbe essere lontano
mille miglia, espone la canonica
versione ufficiale- «I ragazzi
sono tranquilli, decisi a
proseguire la corsa con grinta
e professionalità. Si va avanti,
insomma. Su questa faccenda
mettiamo una pietra sopra.
Quanto ai corridori, fino alla
fine del Giro taceranno. Solo
Boifava è delegato a parlare.
Insomma: tutto va bene. Roche
e Visentini sono due amiconi,
la squadra è «compatta» e ogni cosa marcia a gonfie
vele. Bel|en, futuro co-sponsor
dei gruppo, si irrita «Basta con le polemiche, ora puntiamo a vincere il Giro. Ogni altro
problema, Roche compreso,
lo discuteremo dopo la fine del Giro. Con l'irlandese la
settimana scorsa eravamo
quasi riusciti ad accordarci
per il rinnovo del contratto.
Ora non mi sembra proprio il
caso di parlarne».
Boifava, il più seccato con
Roche, è molto imbarazzato.
In pratica la società lo ha
spiazzato. Così, mandando
giù il rospo, dice: «Adesso la
squadra continuerà a correre
sia per Roche che per Visentini.
Entrambi dispongono di
tre gregari. Schepers, Ghirotto
e Chiappucci per l'irlandese;
Leali, Cassani e Rossignoli per
Visentini». Silenzio-stampa dei
corridori, dunque? Neanche a
parlarne Visentini, che come
al solito taglia le parole con
l'accetta, appena vede i cronisti
sbotta: «lo non ero crollato.
In realtà a Sappada ho pedalato
da solo per cinquanta
chilometri, quello Schepers
corre per un'altra squadra.
Roche? Ha avuto una bella
faccia tosta a mangiare con noi. E poi che non racconti
balle la tattica era un'altra.
Dovevo cioè comandare io, che portavo la maglia rosa. A
me interessa l'onestà, e l'altro
giorno non c'è stata».
Da.Ce.
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