Final Four NCAA 2019: il go-to-Guy di Virginia, Frankie & il Moro primi Italians in finale



Un giorno potranno dire «IO c’ero»; ma quel giorno dovranno dire «NOI c’eravamo». 
Davide Moretti di Texas Tech in finale NCAA contro Francesco Badocchi di Virginia.
Due italiani a giocarsi il titolo di campioni nazionali del college basketball.
Il Moro, primo italiano a qualificarsi per la Final Four NCAA.
Frankie, il primo italiano in finale.
Questione di calendario.

Ma se Badocchi nei Cavaliers, dopo due interventi al ginocchio destro, è di fatto una matricola e fa panca (1’ in campo al primo turno contro Gardner-Webb), Moretti Jr nei Red Raiders non solo è titolarissimo: è protagonista. 

Un sophomore più maturo dei sui 21 anni che non trema neanche dopo uno 0/3 al tiro e 0/2 da tre (la sua specialità), davanti ai 72.711 dell’avveniristico US Bank Stadium dei Minnesota Vikings che un anno fa ospitò il Superbowl NFL. 

Per la prima semifinale, è tutto arancio-blu, i colori che George Petrie, allenatore di football a Auburn, scelse per i Tigers ispirandosi alla sua alma mater: e chi se non Virginia; alla terza Final Four 35 anni dopo il flop Ralph Sampson, oggi attempato tifoso in tribuna per la storica prima finale dei Cavaliers (che al cmpus di Charlottesville però chiamano "Hoos"), arrivato spezzando il sogno della deb assoluta Auburn, a cui non è bastato il sostegno da telecronista/ex alumni Sir Charles Barkley.

Finale-thrilling à la John Grisham, non per caso presentissimo VIP a bordocampo. Virginia anche a +10, con un Ty Jerome dominante in attacco e in difesa. Fino al blackout, suo e degli Hoos: lui 2 falli di media in stagione, il doppio nel finale – al quarto, coach Bennett lo toglie e quando lo rimette l’inerzia è tutta Tigers. Fino al thrilling di cui sopra: fallo di Samir Doughty su Kyle Guy, quello della polemica sui regali prima delle pubblicazioni di nozze e fin lì non in seratona. Guy però si sposerà ad agosto, e gli anelli gli piacciono: 100 per cento nei suoi unici tre liberi e sorpasso (63-32 Virginia) con l’instant replay a 6 decimi dalla sirena. «Rule 4, Section 39.i», sentenzia il comunicato ufficiale NCAA sul fischio di James Breeding. Questo non è un Paese per VAR.

Meno romanzesco il 61-51 di Texas Tech su Michigan State. Là davanti han deciso i 22 di Mooney e solo all’ultimo i 10 della star Culver, ma a coach Beard la finale l’ha regala il Moro immolandosi sul futuro NBA Cassius Winston: tenuto ad appena 2 assist e con ben 4 palle perse. 

Al sabato del villaggio globale NCAA la vera "Pack Line" defense (eccetto quello sul portatore, gli altri 4 a uomo dietro la palla, a 5 metri dal canestro) - trademark ereditato da papà Dick di coach Tony Bennett e tramandato a Virginia - l’ha fatta Texas Tech; che per la prima volta è in finale. Come Virginia. Come quei due italiani, che un giorno passavano di lì: ma non per caso.

DA MINNEAPOLIS, PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO
6 aprile 2019

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