MAESTRI DI BASKET - Addio a John Thompson, il "Big Man U" di G-Town (2020)
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Passi per l'asciugamano - bianco - sempre poggiato sulla spalla, a differenza di Tark "the Shark", al secolo Jerry Tarkanian, che invece preferiva morderlo in panchina.
Ma se davvero volevate fargli un torto, bastava ricordargli che è stato lui, George Thompson Jr, il primo coach afroamericano a vincere un titolo nazionale universitario. Quello dell'84 con Pat Ewing centro, contro Houston.
A ingraziarvelo per l'eternità bastava invece ricordare che sotto di lui s'è laureato il 97 percento degli Hoyas che ha allenato in 27 anni a Georgetown, Washington DC. La sua città.
La "Big Man U", come chiamano nel college basketball quel programma sforna-lunghi subito pronti per i pro', che l'ex riserva di Bill Russell ai dinastici Celtics degli anni Sessanta, ha ricostruito... dai fondamentali.
Ewing, Mutombo, Mourning e persino Othella Harrington sono la punta dell'iceberg di una dinastia interrotta dal cuore ingrossato di Tyler Adams.
Thompson però è stato molto più - e altro - che un maestro di basket e di vita.
Per la comunità nera è stato un simbolo, come quell'Africa che portava incisa sulla fibbia della cintura.
Per infiniti giocatori problematici più che un padre è stato un esempio.
E al più grande che ha avuto, Allen Iverson, virginiano di Hampton, paradossalmente un piccolo - ha salvato non solo la carriera ma la vita.
Se n'è andato a 78 anni nel buen retiro di Arlington, in Virginia, da leader all-time per vittorie di G-Town: 596-239 (il doppio del secondo piazzato, suo figlio JT III), 71,4 per cento di successi, e lo storico titolo dell'84, paradossalmente l'unica volta, delle sue tre Final Four, in cui non è stato eletto Coach of the Year.
Persino le grandi sconfitte lo han fatto entrare nella Storia:
il titolo firmato da Jordan nell'82, il primo della North Carolina di Dean Smith;
il bronzo olimpico di Seul 88, sorta di vergogna nazionale come l'argento di coach Henk Iba a Monaco '72, che sancì l'avvento del Dream Team originale.
il titolo firmato da Jordan nell'82, il primo della North Carolina di Dean Smith;
il bronzo olimpico di Seul 88, sorta di vergogna nazionale come l'argento di coach Henk Iba a Monaco '72, che sancì l'avvento del Dream Team originale.
Il mondo globalizzato del basket non sarebbe stato più lo stesso. Come la vita di chi ha avuto il privilegio di vivergli accanto, e appoggiarsi alla sua spalla. Come quell'asciugamano bianco, c'era sempre.
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO
lunedì 31 agosto 2020
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