Roche eguaglia Merckx
Ha vinto come il belga Giro, Tour e mondiale nello stesso anno
E rivive le emozioni di un finale spasmodico
Amara per gli azzurri la sfida iridata
Sfugge ad Argentin il bis nel mondiale
Vince solo l'argento
Rimasto senza compagni di squadra nel momento cruciale della corsa, il campione del mondo uscente ha soltanto sfiorato il primato di Ronde, Van Steenbergen e Van Looy (due mondiali consecutivi)
di ANGELO ZOMEGNAN
La Gazzetta dello Sport, lunedì 7 settembre 1987 - pag. 21
VILLACH - Verso il cielo azzurro della Carinzia chiazzato di nuvole si alzano tre bandiere. Due sono di colore verde, bianco e rosso. La nostra, quella italiana, è soltanto sul pennone del piazzamento d'onore. L'altra, irlandese, fa commuovere Stephen Roche, gioiello del ciclismo di adesso, nuovo campione del mondo. Da ieri sera nella bacheca del suo 1987, oltre alla maglia rosa del Giro d'Italia e alla maglia del Tour de France, Roche ha messo anche quella iridata che prima era di Argentin.
A tanto ("accoppiata" nelle grandi gare a tappe prima, trionfo nella sfida più importante di un giorno) era riuscito soltanto Eddy Merckx, nel 1974. «Sì, ma lui - ha detto Roche dopo essersi pulito le tracce di sporco lasciate sulle guance dalle lacrime di felicità - ci riuscì al secondo tentativo [in realtà al terzo, nda]. Io, invece, ce l'ho fatta al primo. E neppure Merckx era poi un cattivo corridore...».
Roche permea ogni chiacchierata con humour. Maglia iridata addosso, cappellino bianco-verde con scritto «Ireland» sul capo, ha baciato ancora la medaglia doriche gli penzolava al collo. «Sono il primo ad essere sorpreso, non posso nasconderlo. Soltanto lunedì scorso - spiega - quando ci siamo incontrati a Conegliano Veneto, avevo l'impressione di non essere al meglio della forma. Guarda qui: ho ancora i cerotti sul ginocchio e sul gomito destri a causa di quella brutta caduta a Cork. Non credevo proprio di andar così forte, anche se già al Giro del Friuli cominciavo a star benino».
Stephen Roche è un professionista perfetto. Sabato sera, alle 19.45 mentre tutti gli altri erano a tavola e qui a Villac, sul circuito, non c'era praticamente nessuno, lui è venuto solo a provare i rapporti. «E temendo che piovesse proprio nel giorno del mondiale - ha detto a titolo conquistato - ho evitato di usare, bici, ruote, tubolari e pattini dei freni nuovi come generalmente si fa in un appuntamento così importante che divide un po' la stagione. Ho usato la bici vecchia e ho anche evitato di finire fuori strada come invece è capitato a qualcuno. Ho preso le precauzioni del caso, cioè».
Forse, chi non ha preso contromisure ideali sono stati gli altri, gli avversari. Tra gli irlandesi c'è stato accordo perfetto. Il primo ad abbracciare Roche dopo il traguardo è stato Kelly, nemico ai tempi della Parigi-Nizza e ora nuovamente amico. Kelly si è piazzato al quinto posto. «Sono felicissimo per Stephen - ha dichiarato l'ex padrone delle classiche - e anche per la mia, anzi nostra Irlanda: un piccolo Paese con grandi corridori».
«Con Kelly c'è stato accordo perfetto - ha continuato Roche - così come con Earley e McCormack. In quattro contro tutti. L'abbiamo spuntata lo stesso. Sapevo che non era un circuito facile come altri pensavano, che non era cioè adatto a gente come Vanderaerden, Bontempi e van Poppel. A quattro giri dalla conclusione ho capito di star bene, meglio del previsto e in quel momento ho deciso di ottenere il massimo da questa giornata. Eccomi qui con la maglia di campione».
L'epilogo di questa sfida iridata è stato emozionante. Sull'ultima salita Roche è andato a chiudere un buco su Soerensen e Rooks. Poi, proteggendo indirettamente Kelly, s'è buttato sulla ruota di van Vliet assieme a Goelz, Winterberger e il solito, tenace Soerensen.
«Proteggevo Kelly, che però è rimasto un po' troppo indietro. Con lui c'era anche Argentin - ha ricordato Roche - che su un arrivo così non è secondo a nessuno. Il mio gruppetto ha mantenuto un leggero, ma importante vantaggio. Ci siamo buttati giù, lungo la discesa che porta al traguardo, ad altissima velocità. E all'ultima curva, tra i seicento e i cinquecento metri finali, ho giocato la mia carta. Mi sono lanciato verso l'interno della curva, piegandomi tutto a sinistra: era l'unico modo per battere chi era più veloce di me, per conservare un leggero vantaggio e tentare di vincere. Ce l'ho fatta. e così è arrivata anche questa maglia iridata».
Il mondiale della Carinzia è il primo grande traguardo conquistato da Roche in una competizione in linea. Avrebbe potuto rompere il ghiaccio in aprile, ma a Liegi lui e Criquielion si lasciarono beffare da Argentin, che colse il tris sorpassandoli sull'ultimo rettilineo grazie ad un recupero rocambolesco.
«Meglio tardi che mai, no?», ha ribattuto Roche sorridendo. «Ma neppure io credevo di poter disputare una corsa così. E adesso mi venite a parlare di Bontempi... Avrei potuto dargli una mano se fosse stato lì con me, nel mio gruppetto, ma lui non c'era. Non ho tradito nessuno, neppure l'Italia. Dopo tutto è l'Italia che lascia me e non viceversa. Difatti tornerò nel Paese della Carrera, la squadra che mi paga e per la quale ho vinto Giro, Tour e mondiale, per disputare il finale di stagione: Giro del Piemonte e Giro di Lombardia di sicuro. Per il resto vedremo».
Roche è ai vertici dall'inizio dell'anno. Ecco i 14 successi che sottolineano la sua stagione: una tappa e la classifica finale della Vuelta Valenciana, una tappa della Parigi-Nizza, due tappe e la classifica finale del Giro di Romandia, due tappe e la classifica finale del Giro d'Italia, una tappa e la classifica finale del Tour, il criterium di Kortenhoel in Olanda, il circuito di Dublino in Irlanda e, ovviamente, il mondiale. Questi, invece, i piazzamenti di Roche ai mondiali disputati: 1981: 61°; 1982: 32°; 1983: 3°. 1984: non partito. 1985: 7°; 1986: non partito; 1987: 1°.
Oggi Roche ha in programma la kermesse di Chateaulin in Francia. Poi è atteso dai circuiti di Tolosa e di Oslo, in Norvegia. «Correrò anche il Gran Premio di Isbergues; forse il Gran Premio delle Nazioni, la Parigi-Bruxelles, il Giro d'Irlanda e le altre gare di fine stagione. Ma adesso lasciatemi godere questo momento di gloria, pari a quelli di Saint-Vincent alla fine del Giro e di Parigi quando ho concluso il Tour in maglia gialla. Ho eguagliato Merckx, ma al primo tentativo, non dimenticatelo», s'è congedato Roche.
Nell'inverno scorso Roche progettò il 1987 come la grande stagione del riscatto. Di sicuro non pensava che sarebbe stata così grande. Peccato che l'Italia lo perderà: nel 1988 difenderà i colori della Fagor.
ANGELO ZOMEGNAN
Merckx: «Mi ha raggiunto ma non ancora superato»
VILLACH - Ecco cos'ha detto Merckx, a caldo, dopo essere stato eguagliato dal campione irlandese: «Roche è andato forte tutto l'anno: bisogna dargliene atto. Non sono affatto arrabbiato perché è riuscito a fare il prestigioso tris che apparteneva soltanto a me. I record sono fatti per essere battuti. Lui, al momento, mi ha raggiunto. Non mi ha ancora battuto, voglio dire». Infatti, Merckx conquistò le maglie rosa, gialla e iridata nel 1974, ma centrò l'accoppiata Giro-Tour anche nel 1970 e 1972.
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