Visentini, un Giro d'Italia e l'iride juniores


I bresciani signori del tempo
Vincitori di quattro campionati italiani: due volte Pizzoferrato, Visentini e Manenti

GIORNALE DI BRESCIA - Speciale ciclismo, ottobre 1991
Inserto realizzato da Enrico Moreschi con la collaborazione di Carlo Bresciani, Giuseppe Bresciani e Guenda Piatto

Uno dei tre bresciani a vestire la maglia tricolore di campione italiano individuale dei dilettanti è stato Roberto Visentini. ha vinto il titolo a Codifiume nel Ferrarese nel 1977, quando aveva come Direttore sportivo Mino Denti. In precedenza, nel 1976, il forte atleta di Gardone Riviera aveva vinto anche il titolo italiano per juniores su strada in Toscana dopo una corsa che l'aveva visto protagonista fin dalle prime battute, nonché il titolo mondiale su strada a Losanna. Dopo aver ottenuto tanti successi anche da professionista, Roberto Visentini al termine della scorsa stagione ha deciso di smetterla con la bicicletta, si è ritirato a vita privata, si è sposato (diventerà padre tra un mese) e segue con il padre le pratiche inerenti l'attività di pompe funebri.

"Il ciclismo mi ha dato soddisfazioni, ma anche delusioni, specialmente tra i professionisti - ci ha detto Roberto Visentini Ho avuto modo comunque di apprezzare grandi qualità umane e capacità vere in persone come Mino Denti, quando l'ho fortunatamente avuto come direttore sportivo nelle categorie minori. Se tutti quelli che si interessano al ciclismo e tutti i direttori sportivi fossero come lui, avremmo di continuo sempre grandi campioni ed un grande ciclismo".

Roberto Visentini afferma di non aver rimpianti per aver abbandonato il ciclismo e che anzi, se avesse intuito come sarebbe stato il "dopo", avrebbe smesso qualche anno prima. Non ha quindi rimpianti e nemmeno sente nostalgia. Ha vinto una quarantina di corse da professionista e tutte per distacco, come tiene a sottolineare. "La più importante ritengo sia quella del Giro d'Italia, perché è la più grande corsa a tappe che si corre da noi durante tutto l'anno". Visentini si è aggiudicato, tra le altre corse, una Tirreno-Adriatico, il Giro del Trentino, la Ruota d'Oro, un Trofeo Baracchi in coppia con lo svizzero Gisiger. Grandi le prove contro il tempo. Già da dilettante aveva vinto la cronometro nel Tour dell'Avvenire. Da professionista, in prologhi e tappe a cronometro, è sempre stato protagonista.

Gli abbiamo chiesto quale è il segreto e cosa deve avere un corridore per andare forte a cronometro. "Penso proprio che sia un dono di natura e non sia questione di allenamenti o comportamenti vari. Ci vuole certo concentrazione ed andatura costante. Ma, ripeto, è un dono di natura".

  

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