Marco Pantani e il Giro d’Italia Dilettanti 1992.



di GINO GOTI
A cura di Panathlon Planet Distretto Italia - 2 giugno 2020

La mia avventura di regista con il Giro d’Italia dilettanti è iniziata nel 1991 con la 22^ edizione e si è conclusa nel 2004. Quindi 14 Giri con la partecipazione di numerosi protagonisti che poi si sarebbero affermati, come professionisti, a livello nazionale e internazionale. 

Si partì da Viterbo con il n.1 sulla schiena di Vladimir Belli (Lombardia B), vincitore dell’edizione 1990. Ivan Gotti, 2° nel 1990 non partecipava. Il terzo della classifica generale del 1990 era un certo Marco Pantani n. 41 (Emilia B). 

Il Giro era allora per squadre regionali italiane e squadre nazionali con al via 156 atleti: il fior fiore degli Under 23. Una carovana multicolore e festosa affrontò da Viterbo, a salire verso il nord Italia, i 1.561 km delle 12 tappe. Tra i favoriti, oltre a Belli e Pantani c’erano nomi importanti del ciclismo dilettantistico: il campione del mondo Mirko Gualdi, Giovanni Lombardi, Giuseppe Guerini, Francesco Frattini, Stefano Cembali, Francesco Casagrande, Luca Scinto, Angelo Citracca, il campione italiano Roberto Menegotto, Davide Rebellin, Mariano Piccoli, Uwe Peschel, Vassili Davidenko, Marco Milesi, Michele Poser, Simone Borgheresi, tutti nomi che nel giro, e nelle altre stagioni a seguire come dilettanti e poi nel professionismo, si sarebbero affermati anche a livello mondiale. 

Le tappe laziali, toscane e marchigiane, con percorsi insidiosi e ricchi di saliscendi anche impegnativi, videro Francesco Casagrande già in evidenza al primo arrivo di Montepulciano e poi sulle pittoresche colline delle Marche. Nelle tappe adriatiche successi dei velocisti come Lombardi (futuro oro olimpico a Barcellona), Biasci, Milesi, Zanette e Peschel. Ma furono le tappe di montagna a dare il volto definitivo alla classifica. Indimenticabili le scalate del Passo Rolle e Passo Valles con arrivo ad Agordo dove vinse Pantani e i quattro GPM della tappa successiva: Falzarego, Giau, Forcella Staulanza e Cibiana con una lotta accanita e incerta ancora tra Casagrande e Pantani.

Marco sempre tranquillo e disinteressato in fondo al gruppo, ma quando la strada iniziava a salire il suo passo era regolare e continuo: era il passo degli altri che diminuiva. Raccontava il suo direttore sportivo della squadra di club “è così da quando ha cominciato a correre: gli basta un ponticello, una collinetta, un GPM di 3^ o 4^ categoria per lasciare indietro gli altri. Ragazzo di poche parole, gentile con tutti, amico degli amici, ma quando arriva la salita non guarda in faccia a nessuno. Certo non è un velocista e nelle gare di un giorno finora non ha vinto molto. Lui è un corridore di corse a tappe con molte salite. Già lo ha dimostrato lo scorso anno classificandosi terzo”. 

Ma per la maglia di leader doveva ancora attendere un anno. A Udine, dove il Giro si concluse, Marco Pantani salì sul podio crescendo di un gradino: 1° Francesco Casagrande – 2° Marco Pantani – 3° Giuseppe Guerini, che vinse il Giro dilettanti lo vinse nel 1993. 

E siamo al 1992. Partono da Mondolfo nelle Marche 155 atleti suddivisi in 27 squadre. Numero 1 sulla schiena di Francesco Casagrande, Marco Pantani, promosso nella squadra A dell’Emilia ha il 41, Giuseppe Guerini (Lombardia D) il 98. 

Altri atleti di spicco Marco Serpellini, ancora Vladimir Belli (vincitore nel 1990), Riccardo Forconi, Davidenko, Cembali, i fratelli Tomi dalla Liguria, Andrea Noè, Fagnini, Filippo Simeoni, che avrebbe indossato la maglia tricolore dei professionisti come campione italiano e poi Massimiliano Gentili, l’umbro Luca Panichi, l’attuale scalatore in carrozzina dopo un terribile incidente in un Giro dell’Umbria dilettanti, e poi Leonardo Piepoli che vincerà nel 1994, Luca Scinto, Paolo Valoti, Mariano Piccoli, Marco Fincato (attuale presidente dell’Ass.ne corridori professionisti), Michele Poser, Nicola Minali (splendido velocista), Daniele Cignali e Vincenzo Galati. 

L’uomo da battere era, ovviamente, Francesco Casagrande e subito dietro Marco Pantani promosso capitano della sua squadra A della sua regione l’Emilia Romagna con ai suoi ordini; Nicola Raffaele, Stefano Chiodini, Enrico Bonetti, Davide Taroni, Davide Dall’Olio. Ma anche la B con Barbero, Tartaggia, Cembali, Patuelli, Andreani a Donati potevano essere di valido aiuto. 

Il Giro partì da Mondolfo, nelle Marche, e subito Casagrande fece capire che le sue aspirazioni erano di fare il bis e che il padrone del Giro voleva essere lui, tanto più che le tappe successive attraversavano la sua Toscana. Tappe nervose fino alla 7^ con alcuni traguardi appannaggio dei velocisti. 

Percorso piatto quello dell’8^ tappa con arrivo a Verona prima delle ultime tre tappe con arrivo in quota della 9^ a Cavalese dove Pantani conquistò il primo posto e poi il tappone dolomitico con Sella, Gardena, Valparola e arrivo in salita ai Piani di Pezzè, quota 1.347, sopra ad Alleghe. 

Fu una tappa epica dove Marco Pantani dopo la sua supremazia dimostrata su tutte le salite del giro si involò sul Valparola e giunse tutto solo sull’affollatissimo rettilineo d’arrivo dei Piani di Pezzè, distanziando Pavel Cherkasov, il già tenace Andrea Noè, Alexander Chefer e Vincenzo Galati. Già titolare della maglia verde della classifica dei GPM, Pantani indossò la maglia gialla del 1° della classifica. 

L’ultima tappa, da Alleghe a Gaiarine, pur con due GPM di seconda categoria il Nevegal e il Campon, non ebbe storia e Marco Pantani, al terzo tentativo. Conquistò la sua prima corsa a tappe importante. Ad Alleghe parlammo un po’, dopo l’arrivo e lui dedicò quella vittoria al nonno Sotero da cui ebbe in regalo la prima bicicletta. E poi, sorridendo, dopo le sue imprese sulle salite del Giro disse: “E pensare che la mia prima vittoria nelle categorie giovanili l’ho ottenuta nel 1984 a Case Castagnoli di Cesena: era tutta pianura”. 

Il resto della storia di Marco Pantani lo conoscono tutti: Giro terminato il 27 giugno, esordio nei professionisti il 5 agosto al Gran Premio di Camaiore, gregario di Claudio Chiappucci nella Carrera-Tassoni. E poi Giro e Tour nel 1998, medaglia di bronzo al mondiale su strada del 1995 e 46 vittorie complessive in una carriera esaltante: storiche le vittorie al Tour ottenute sui traguardi delle tappe di montagna con le salite che furono preda di Bartali, Coppi, Nencini, Gimondi, Bugno e Nibali.
Gino Goti

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