Amodeo e gli amici dell’acqua: l’oro è questione di stile (libero)


(c.arr.) Un club esclusivo come @le_3_gambette, una ruspa impazzita, il nuoto, i Giochi Paralimpici. Alberto Amodeo vola verso @paris2024 @paralympics ed è stato bello poterlo raccontare per @corrierebuonenotizie sul @corriere in edicola.

Con Morlacchi e Barlaam è lui a completare il gruppo delle «tre gambette». Alberto perse la destra a 12 anni cadendo da una ruspa, a Parigi sarà il futuro del nuoto «Con Federico e Simone si vince insieme». Il progetto Campioni ogni giorno di P&G

23 Jul 2024 - Corriere della Sera
Di Claudio Arrigoni
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Ci sono quei club esclusivi dove è proprio difficile entrare. Tipo il Bildeberg, quello degli incontri annuali dove leggenda narra si decidano le sorti del mondo. Niente in confronto a quello che domina da anni il mondo del nuoto paralimpico e dove finora solo in tre sono ammessi e probabilmente non ci sarà spazio per altri. Descrizione: «Tre nuotatori, tante medaglie, ma molta più ignoranza». Requisiti: avere solo una gamba buona; vincere medaglie, preferibilmente d’oro, a Europei, Mondiali, Paralimpiadi; essere un po’ matti. Questo è «le 3 gambette», pochi follower su instagram, ma molto buoni. In mezzo a due che hanno fatto e stanno facendo la storia nelle vasche in tutto il mondo c’è un campione che è presente e futuro fra gli azzurri.

Alberto Amodeo è cresciuto sotto le magnifiche e protettive ali di Federico Morlacchi e Simone Barlaam, sapendo spiccare il volo con loro: «Abbiamo un rapporto bellissimo. Io ho cominciato ispirandomi a Simone, che si ispira a Federico. Siamo molto uniti». Quel profilo social mostra come sappiano affrontare con ironia la condizione. Mentre per Simone e Federico è congenita, Alberto l’ha acquisita mentre stava entrando nell’adolescenza. Classe 2000, nato a Magenta ma da sempre residente ad Abbiategrasso, nel Milanese, aveva 12 anni e stava iniziando la terza media quando a una festa di compleanno di un amico vede svoltare la vita: «Eravamo nella cava del papà di Carlo. Ci fece salire sulla benna di una gru per farci fare un giro. Chissà quante volte lo avevano fatto. Era divertente. Fino a quel dosso: fummo sbalzati fuori, io fui quello che ebbe la peggio». Scarnificata la parte posteriore destra del corpo, i medici provarono a salvare la gamba, ma alla fine dovettero amputarla del tutto: «Entrai in ospedale il 5 ottobre e uscii a febbraio del 2013. In agosto a Budrio, in Emilia, ricevetti la prima protesi. Ma non ho un brutto ricordo dell’ospedale, ho trovato persone belle, mamma e papà festeggiarono il mio compleanno, il 7 dicembre, e il Natale lì, sperimentai lo studio senza essere in classe ben prima del Covid».

Ha iniziato con lo sport da giovanissimo. Prima il nuoto: «Lo vivevo come una imposizione». Poi la pallanuoto: «Mi piacque subito». Dopo l’incidente a scuola gli indicano di passare da Max Tosin, tecnico come pochi o nessuno del nuoto paralimpico, che nella piscina di Varese, assieme a Micaela Biava, sta costruendo le basi per quella squadra che diventerà il fulcro della Nazionale dominatrice nel mondo. «Mi dicono vediamo qualcosa, puoi fare bene. Mi convincono a continuare». Parla con Daniela Colonna Preti, una che se non ci fosse bisognerebbe inventarla per quello che ha fatto per lo sport paralimpico attraverso la Polha Varese, della quale è presidente: «Mi dice vieni con noi. Ho scoperto un gruppo dove i ragazzini si allenavano insieme con i campioni. Bellissimo. Come poi ho trovato in Nazionale. Stiamo bene insieme e questo aiuta a fare bene». Ecco gli incontri che cambiano la vita. Quelli che mette in luce l’iniziativa «Campioni ogni giorno» di Procter & Gamble, che in Italia si propone di promuovere la pratica sportiva fra chi ha disabilità con iniziative concrete e l’esempio di campionesse e campioni paralimpici e di chi è al loro fianco.

Alberto diventa un campione grazie a loro. Per gradi: ai Giochi di Tokyo è argento sui 400 sl, la gara che preferisce. Poi, sempre sui 400m sl, arrivano due ori ai Mondiali di Madeira, in Portogallo, e Manchester, più argento nei 100m farfalla e in staffetta 4x100m. A è atteso a un nuovo salto di qualità. Studente di ingegneria dell’automazione al Politecnico, fidanzato con Aria («Sta per Arianna, ma a noi piace così»), una passione per i Lego («Me l’ha passata papà, ho la stanza piena»), gira l'Europa seguendo concerti di musica elettronica («La musica brutta, passione nata in ospedale») e si diverte a fare il deejay alle feste. Capiterà anche a Parigi, comunque vada, insieme con Simone e Federico, con «le 3 gambette» e la Nazionale che domina il mondo.

  • Dopo l’incidente a 12 anni, ha giocato a pallanuoto; nel 2017 è nata la passione per il nuoto
  • Argento alla Paralimpiade di Tokyo 2020, ha vinto tre ori ai Mondiali (Madeira 2022 e Manchester 2023)

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