ROGLIC SI PRENDE LA QUARTA VUELTA: «SENZA PAROLE... ORA SONO FELICE»
9 Sep 2024 - La Gazzetta dello Sport
di Ciro Scognamiglio @CIROGAZZETTA
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Dopo il tris dal 2019 al 2021 e il Giro 2023, a quasi 35 anni raggiunge Binda, Bartali e Gimondi: 5 grandi giri
"Ci sono stati tantissimi sacrifici dietro a tutto questo,
adesso è il momento di festeggiare"
- Primoz Roglic, leader Red Bull-Bora-Hansgrohe
Quella volta che al Giro d’Italia 2019 ci fu un diverbio tattico tra Primoz Roglic e Vincenzo Nibali, lo Squalo nel dopo-tappa disse ai cronisti, volendosi rivolgere però allo sloveno che non aveva tirato: «Ascolta, Roglic. Se vuoi venire a fare una foto a casa mia, ti faccio vedere la mia bacheca dei trofei. Quando vuoi». Chissà se Rogla se lo ricorda: fino ad allora non aveva vinto nessun grande giro. Da ieri è a cinque, più la Liegi-Bastogne-Liegi 2020, l’oro olimpico a cronometro 2021 e tanto altro: a Madrid, in quella Plaza de Cibeles cara ai tifosi del Real Madrid che la “usano” per le feste, è stato incoronato re della Vuelta per la quarta volta come solo lo spagnolo Roberto Heras. Sulla soglia dei 35 anni, un palmarès impressionante, specie per chi con il ciclismo ha cominciato a fare sul serio di fatto dopo l’adolescenza, e il salto con gli sci: «Volevo finire il lavoro e l’ho fatto nel migliore dei modi, adesso sono felice», ha detto, di rosso vestito, nel momento dell’apoteosi. E quanto a foto, bacheche e trofei, diciamo che ormai è messo benino...
Posto
«Ho spinto pure nella cronometro, ora è arrivato il tempo della festa»: Rogla ha concluso l’ultima fatica – appunto la prova contro il tempo di Madrid, secondo alle spalle di Stefan Küng - verso le sette e mezza della sera. Questa corsa aveva rischiato di scappargli di mano alla sesta tappa, quella della grande fuga di un uomo pericoloso come O’Connor. Ma Roglic, tra dubbi sulla tattica e diversi rivali di cui tenere conto, non si è scomposto e partendo da un ritardo di 4’51” ha coronato la rimonta in 13 tappe, schivando anche al penultimo giorno una intossicazione alimentare che gli ha decimato la squadra. Mentre sul podio finale sono saliti con lui Ben O’Connor e Enric Mas: «Non sto certo pensando all’anno prossimo, a una eventuale quinta Vuelta. Voglio godermi questa».
Pure la dimensione storica di Primoz merita una riflessione: con cinque grandi giri ha raggiunto giganti del calibro di Alfredo Binda, Gino Bartali e Felice Gimondi, e in tutta la storia del ciclismo sono solo in 7 quelli che ne hanno conquistati di più. Sul podio finale è salito alle 20.23, quando in cielo c’erano ancora quella luce e quel sole che si vedono solo a Madrid, e poi gli hanno fatto compagnia i figlioletti, pure loro con la maglietta rossa: «Che Vuelta che è stata – ha detto nel discorso di prassi -. Devo ringraziare tutti quelli che l’hanno resa possibile, e i sacrifici sono stati tantissimi. Avercela fatta è pazzesco e mi lascia senza parole». Quando vinse la sua prima Vuelta, nel 2019, Roglic diede il primo grande giro alla Jumbo-Visma, l’attuale Visma-Lease a Bike di Vingegaard e Van Aert che l’anno scorso completò addirittura lo Slam dei grandi giri. È stato un pioniere. Un gruppo che Primoz ha lasciato a fine 2023, in anticipo sulla scadenza del contratto, per potersi giocare il Tour de France da capitano unico: e dopo la cocente delusione del 2020, superato da Tadej Pogacar al penultimo giorno, nel 2024 ha fallito un altro assalto. Ma con questa Vuelta ha regalato il primo grande giro pure alla Red Bull, che da pochi mesi ha comprato la Bora-Hansgrohe con l’ambizione di diventare la prima squadra al mondo. Pioniere, una volta di più.
Retroscena
Semmai, in prospettiva, sarebbe da valutare l’eventuale convivenza con Remco Evenepoel, se davvero il belga lasciasse la Soudal-Quick Step per diventare un suo compagno di squadra: ma questa è un’altra storia, peraltro ieri smentita con decisione dal belga. Ciò che conta è la celebrazione di Primoz Roglic, che dal 2019 ha vinto – tranne nel 2022 – un grande giro ogni anno. E potrebbe non essere finita qui.
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Slovenia, che tris con Pogacar re di Giro e Tour
Giro e Tour a Pogacar, Vuelta a Roglic: la Slovenia ha vinto i 3 grandi giri come la Gran Bretagna nel 2018 (Froome al Giro, Thomas al Tour, Simon Yates alla Vuelta), dopo la Francia del 1964 e la Spagna del 2008.
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11 - Eddy Merckx Belgio
5 Giri d’Italia
5 Tour
1 Vuelta
10 - Bernard Hinault Francia
3 Giri d’Italia
5 Tour
2 Vuelta
8 - Jacques Anquetil Francia
2 Giri d’Italia
5 Tour
1 Vuelta
7 - Fausto Coppi
5 Giri d’Italia
2 Tour
7 - Miguel Indurain Spagna
2 Giri d’Italia
5 Tour
7 - Alberto Contador Spagna
2 Giri d’Italia
2 Tour
3 Vuelta
7 - Chris Froome Regno Unito
1 Giro d’Italia
4 Tour
2 Vuelta
2 Giri d’Italia
5 Tour
7 - Alberto Contador Spagna
2 Giri d’Italia
2 Tour
3 Vuelta
7 - Chris Froome Regno Unito
1 Giro d’Italia
4 Tour
2 Vuelta
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