Gioia Nageeye l’olandese: fuggì a 6 anni dalla guerra
Abdi scappò con un fratello dalla Somalia.
Leone, nel 1996, ultimo re del Vecchio Continente
4 Nov 2024 - La Gazzetta dello Sport
di Andrea Buongiovanni AFP
La solita festa di colori ed emozioni. Il fascino e la magia di un’intera città che corre. Con al via dal Ponte di Verrazzano oltre 54.000 partecipanti, più di 2000 dei quali italiani. Al vertice, due inesorabili selezioni, altrettante lunghe volate e a trionfare in Central Park, sul traguardo della 53a maratona di New York, sono per la prima volta il 35enne olandese Abdi Nageeye, origini somale (2h07’39”) e la 33enne keniana Sheila Chepkirui (2h24’35”).
Non si tratta di atleti sconosciuti, anzi: ma nemmeno dei più accreditati alla vigilia. Nageeye, in particolare, sui 42 km è stato argento olimpico a Tokyo 2021 alle spalle di Eliud Kipchoge, col quale condivide il gruppo manageriale, l’NN Running Team proprio di emanazione olandese e, spesso, quello di allenamento. La sua escalation sulle strade della Grande Mela parla chiaro: Abdi è stato quinto nel 2021, terzo nel 2022 – suo unico piazzamento da podio in una Major prima di ieri - e quarto nel 2023.
Era dal 2009, dal trionfo dello statunitense Keflezighi, che a imporsi non era uno specialista africano. E l’ultimo europeo era stato Giacomo Leone nel 1996.
Dopo un lento passaggio alla mezza in 1h05’33” - nonostante condizioni favorevoli, con 6 gradi alla partenza - l’ultimo ad arrendersi, a poche centinaia di metri dall’arrivo, è stato il keniano Evans Chebet, vincitore nel 2022, finito a 6”. Poco prima avevano ceduto Albert Korir, altro keniano e l’etiope Tamirat Tola, iridato 2022, campione uscente col record della prova e, meno di tre mesi fa, trionfatore ai Giochi di Parigi. La doppietta Olimpiade-New York, in campo maschile, resta tabù.
Analogo il copione femminile (1h13’59” alla boa di metà gara): la vincitrice del 2023, la grande keniana Hellen Obiri, solo nel finale ha alzato bandiera bianca, chiudendo con un ritardo di 14”, davanti alla 41enne connazionale Vivian Cheruiyot, ancora una regina. Per la Chepkirui, un eloquente personale di 2h17’29”, già mamma, miglior debutto tra i cinque distretti non avrebbe potuto esserci.
Rifugiato
Nageeye, fuggito dalla Somalia in guerra all’età di sei anni insieme a un fratello maggiore, per quattro ha fatto base nei Paesi Bassi, poi per tre in Siria, prima di ricongiungersi brevemente ai genitori nel Paese natale. Ma le difficoltà e la nostalgia, dopo anche un periodo in Etiopia, lo hanno presto riportato nei Paesi Bassi, a Oldebroek, cittadina di 22.000 abitanti, dove è stato adottato. Parla cinque lingue: somalo, olandese, arabo, inglese e aramaico. Non sorprende.
La sua storia ricorda da vicino quella di Sifan Hassan, olandese scappata dall’Etiopia. Abdi, archiviata qualche rapida esperienza sui campi da calcio, a 17 anni ha preso a correre e a 18, nel 2007, in maglia orange, era già agli Europei di cross di Toro, in Spagna, 24° nella prova under 20.
Dal 2011 s’è dedicato all’attività su strada, 11° in maratona ai Giochi di Rio 2016 e poi sempre in crescendo, fino al personale di 2h04’45”, firmato in aprile vincendo ad Amsterdam. Il ritiro di Parigi, adesso, è riscattato: «Prima dell’arrivo mi sono chiesto se stessi sognando - dice -: ma conoscevo il percorso e sapevo che, se al 36° km fossi stato ancora in condizione, me la sarei giocata. La delusione dei Giochi è stata grande, ma ho presto ripreso ad allenarmi: non ho voluto arrendermi. Il lavoro ha pagato: ho controllato spesso l’orologio, perché i km passavano e la stanchezza non affiorava. Forse avrei potuto continuare fino al 50°...».
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Chepkirui ok Vince in 2h24’35” Obiri seconda
Uomini:
1. Nageeye (Ola) 2h07’39”;
2. E. Chebet (Ken) 2h07’45”;
3. A. Korir (Ken) 2h08’00”;
4. Tola (Eti) 2h08’12”;
5. Kamworor (Ken) 2h08’50”;
6. Mantz (Usa) 2h09’00”.
Donne:
1. Chepkirui (Ken) 2h24’35”;
2. Obiti 2h24’49”;
3. V. Cheruiyot (Ken) 2h25’21”;
4. Chumba (Bahr) 2h25’58”;
5. Schlumpf (Svi) 2h26’31”;
6. Vaughn (Usa) 2h26’56”.
MEZZA TRICOLORE All’argento europeo Pietro Riva (1h02h47”) e a Sara Nestola (1h12’32”) i titoli italiani di mezza maratona a Civitanova (Mc). Al cross della Valsugana di Levico (Tn) successi di Sebastiano Parolini e Federica Del Buono.
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Sydney dal 2025 nel circuito delle Majors
Il circuito della maratone Majors, che include le più prestigiose a livello internazionale, passa da sei a sette gare. Ieri è stato annunciato che a Tokyo - l’ultima entrata nel 2013 - Londra, Boston, Berlino, Chicago e New York, nel 2025 si aggiungerà l’australiana Sydney, che si disputa dal 2001, preferita alla sudafricana Città del Capo e alla cinese Shanghai. La prossima edizione si svolgerà il 31 agosto.
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