Vuelta, il via da Torino. Torna il terribile Angliru. Contador: «Che show»
La presentazione con 14 ex vincitori
Dieci arrivi in salita, 46 km di cronometro (una a squadre) 3138 km
e Bola del Mundo sono salite pazzesche"
- Fabio Aru, 34 anni ultimo italiano vincitore: 2015
20 Dec 2024
La Gazzetta dello Sport - Verona
Di Filippo Maria Ricci CORRISPONDENTE DA MADRID
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Una Vuelta speciale, con partenza speciale. Il Giro di Spagna nel 2025 festeggia i 90 anni con la sua 80a edizione e inizierà il grande party dalla Reggia di Venaria. Quattro tappe in Piemonte, poi si prende l’aereo da Grenoble verso Girona. Festa abbiamo detto, e così è stato ieri a Madrid: gremita la sala del Palacio Municipal Ifema nella zona fieristica della capitale spagnola, spettacolo e jamón, ovviamente, ma anche 14 ex vincitori, da Agustin Tamames, primo nel 1974, a Chris Froome, 2017. Con loro anche Lejarreta, Pino, Delgado, Mauri, Zulle, Olano, Casero, Heras, Contador, Fabio Aru e Quintana. Nel pubblico un pezzo di calcio: l’ex ct Vicente del Bosque e il presidente dell’Atlético Madrid, Enrique Cerezo. E dare il via al party le magnifiche parole della piemontese Sibilla Aleramo: sullo schermo scorrono i versi recitati di “Ancora marzo ci ritrova”.
Percorso duro
Si parte il 23 agosto a Torino e si finisce il 14 settembre per la 55a volta a Madrid. Tanta, tantissima montagna, 10 arrivi in salita con due miti come l’Angliru («Sarà la tappa regina» dice Delgado) e la Bola del Mundo, con boato alla rivelazione dell’arrivo di tappa. È la rampa infernale nella Sierra de Navacerrada a un’ora da Madrid dove Nibali conquistò la Vuelta 2010. Pochissime possibilità per gli sprinter, sulla carta 4, pochi chilometri a cronometro: 20 a squadre a Figueres in Catalogna, 26 individuali a Valladolid. «La Vuelta è questa – riconosce sorridendo Fabio Aru –. A loro piace così e ben venga. Ci sarà battaglia e quindi incertezza, Angliru, Farrapona e Bola del Mundo sono tre salite pazzesche, e occhio alla tappa di Bilbao, con sette salite».
Grande ritorno
Ma torniamo a Torino: «Vogliamo una Vuelta universale, e quest’anno passiamo in quattro Paesi, Andorra e Francia oltre a Italia e Spagna» dice convinto Javier Guillen, il direttore della corsa. Ancora più felice di lui è Alberto Cirio, Governatore del Piemonte: «La nostra è la terra delle grandi montagne, delle colline care a Fausto Coppi e di un legame fortissimo col ciclismo e con lo sport. Nel 2023 da Torino è partito il Giro, nel 2024 il Tour, nel 2025 chiudiamo un grande trittico con la Vuelta. Gestiamo soldi pubblici e stiamo attenti agli investimenti: con Giro e Tour il rapporto tra euro spesi e incasso generato per la regione è stato di 1 a 8, con la Vuelta sarà lo stesso”.
Omaggio al torinese Angelo Conterno, primo dei 6 vincitori italiani: 1956.
Speciale
Sarà una Vuelta geograficamente limitata: Madrid come punto più a sud. Tanto nord per scappare dal caldo dell’anno passato, ma con possibilità di trovare la pioggia. «È un percorso magnifico per una Vuelta super attraente – ci dice Alberto Contador –. I dieci arrivi in salita sono garanzia di spettacolo, anche se magari gli sprinter non saranno del tutto contenti… La cronosquadre è sempre pittoresca e la crono individuale nella parte finale potrà servire a mettere in fila gli scalatori. E poi mi lasci dire una cosa: che si parta dall’Italia è qualcosa di speciale, per tradizione, percorso, tifosi, ambiente. Ci vediamo a Torino!».
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