CIOTTI - Il funambolo di tempi irripetibili
Sandro Ciotti, scomparso il 18 luglio del 2003
Lo speciale su Sandro Ciotti è da consigliare a chi polemizza oggi sulle prestazioni dei telecronisti sportivi.
La Repubblica
Domenica 20 Luglio 2025
Pagina 35
ANTONIO DIPOLLINA
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Da consigliare — anche se non servirà — a chi polemizza oggi sulle prestazioni dei telecronisti sportivi. Rai Storia ha mandato giovedì lo speciale di Italiani dedicato a Sandro Ciotti. Era l'anniversario della scomparsa e non pare vero, sono passati 22 anni. Se ne andava un funambolo di tempi irripetibili, che è davvero frustrante rimpiangere. Il doc — realizzato da Alessandro Chiappetta — è strapieno di cose, spunti, pennellate sul personaggio offerte anche e soprattutto dai colleghi di allora. C'è tutta l'aneddotica conosciutissima da chi ha vissuto quei tempi (scriveva anche canzoni e una volta, in tv, passarono lui, Enzo Jannacci e Dario Fo intorno a un pianoforte a cantare Veronica. Chi ci riuscì? Gianni Minà, ovvio).
Ci sono chicche notevoli, compresi lontani documenti sonori che hanno dentro il Ciotti a voce piena, o quanto meno normale, c'è la sua passione per la musica — si divertiva di più a Sanremo che allo stadio, si dice, ma poi chissà — e l'impiego a tutto tondo nella radio dei fenomeni di allora. C'è il passaggio più divertente di sempre a Tutto il calcio minuto per minuto, quando il radiocronista Degl'Innocenti gli chiese la linea ("Scusa Ameri" "Sono Ciotti". "Sì, scusa Ameri…". "Sono Ciotti". "Ah sì, scusa Ciotti, sono Ciotti". "Cerchiamo di capire chi siamo altrimenti è un guaio"). E la rivalità con Enrico Ameri o quella volta che l'arbitro Lo Bello sbagliò ogni decisione e Ciotti chiuse con "Ha arbitrato Lo Bello davanti a 80 mila testimoni".
In sintesi, un documento prezioso e che lascia spazio a eventuali riflessioni sull'uomo, la sua bulimia di vita e lavoro, le malinconie di una personalità con mille asprezze. Lo si vorrebbe indietro, Ciotti, anche solo per un suo commento al marasma social attuale, quando l'argomento principale diventa l'enfasi tifosa che devono o non devono usare i telecronisti. Ma forse poi non si potrebbe scriverlo.

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