Il giorno di gloria di Arensman una fuga per salvare il suo team
L'olandese Thymen Arensman, primo a Superbagnères
Benoit Tessier/REUTERS.
La Repubblica
Domenica 20 Luglio 2025
Pagina 33
dal nostro inviato COSIMO CITO
Luchon-Superbagnères - A Pogacar questa volta è stato sufficiente battere nella volata per il secondo posto un Vingegaard voglioso, «Tadej non partiva e ci ho provato io». Si è però fatto un nuovo amico, l'olandese Thymen Arensman, il vincitore dell'ultima tappa pirenaica, e ha portato dalla sua parte eventuali favori della Ineos nell'ultima settimana. Il team inglese ha salvato il suo Tour finora disastroso grazie a una fuga solitaria, partita sul Peyresourde.
Proprio quando Arensman ha attaccato, l'ammiraglia che lo seguiva ha investito uno spettatore, scaraventandolo sull'asfalto. Il direttore sportivo Oliver Cookson (5000 franchi di multa per lui e cartellino giallo) si è prontamente fermato, ma insomma, il periodo è un po' così. Prima del Tour, la multinazionale Ineos, sempre meno affezionata dal giocattolo ciclismo (ma anche alla vela, al Manchester United e a molte altre attività remunerate da Jim Ratcliffe), ha stretto un accordo con TotalEnergies: due sponsor petroliferi sono meglio di uno. Dallo United è tornato Dave Brailsford.
Ma la Ineos ha diversi guai.
Domenica scorsa, l'Irish Independent, a seguito di un'inchiesta dell'emittente tedesca Ard, ha rivelato sinistri legami tra David Rozman, uno dei massaggiatori del team, e Mark Schmidt, un medico di Erfurt implicato nello scandalo Aderlass, l'operazione antidoping della polizia tedesca nata nel 2019 e finita con alcune squalifiche di corridori minori (Koren, Durasek, Bozic, oltre all'ex Alessandro Petacchi) e una coltre di prescrizioni che ha salvato altri sicuri coinvolti nella vicenda, coperti da nomignoli come Putin, Lucky Luke, Bin Laden e così via. Rozman è sloveno e lavora nel team da quasi 15 anni. Dopo giorni di silenzio, giovedì scorso Ineos ha pubblicato una dichiarazione in cui scrive di «essere a conoscenza delle recenti accuse mosse dai media. Ma queste accuse non sono state presentate al team da un'autorità riconosciuta. Per questo motivo «la squadra ha presentato una richiesta formale all'ITA (l'agenzia internazionale che svolge i test antidoping per conto dell'UCI) per ottenere tutte le informazioni che ritiene rilevanti». I contatti tra Rozman e Schmidt risalirebbero agli anni intorno al 2012, quando iniziò la parabola d'oro del Team Sky, poi Ineos, sette Tour de France vinti fino al 2019 con quattro diversi corridori.
Ora è arrivata una vittoria di tappa con Arensman, nel 2018 fiero avversario di Pogacar al Tour de l'Avenir. I due hanno 99 vittorie di differenza in carriera. «Se Rozman è con noi al Tour? Non lo so, dovete chiedere ai dirigenti, io sono concentrato sul mio lavoro» ha risposto l'olandese. «Ho appena vinto la mia corsa più importante e sto cercando di godermela».
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