E bravo Giulio
CICCONE, CHE CAPOLAVORO È IL RE DI SAN SEBASTIAN: «E ADESSO ALLA VUELTA...»
L’abruzzese mancava dalle corse dal 25 maggio: caduta e ritiro al Giro «Gli ultimi chilometri in apnea»
È bellissimo imporsi qui, è una delle mie gare preferite
Ho passato un brutto momento e non pensavo di vincere subito
Alla Vuelta vorrei avere la forma di maggio. Classifica o tappe? Vedremo
3 Aug 2025 - La Gazzetta dello Sport
Di Alessandra Giardini
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Lo aveva detto. «Tornerò. Più forte». E Giulio Ciccone è tornato. Più forte. Si è regalato una delle giornate più belle di tutta la carriera vincendo in solitaria la Donostia Klasikoa, la Classica di San Sebastian, una delle più dure e prestigiose del calendario. Ha schiantato la UAE Team Emirates: prima Isaac Del Toro, poi Jan Christen, che ha anticipato di 9” su uno dei traguardi più incantevoli del mondo. «Vincere qui è davvero bellissimo perché è una delle mie gare preferite». Nell’albo d’oro spiccano i nomi di Indurain, Bugno, Rebellin, Casagrande, Jalabert, Bettini, Valverde, poi Gilbert, Alaphilippe e tre volte Evenepoel. L’ultima classica World Tour vinta da un italiano era la Parigi-Roubaix di Sonny Colbrelli, nel 2021.
La promessa
«Tornerò. Più forte». E che cosa mai potresti dire dopo aver chiuso il tuo Giro d’Italia sbattuto su un marciapiede, su una curva bagnata, in discesa? Era il 24 maggio, nel centro di Gorizia, alla fine della seconda settimana, e Giulio - settimo in classifica - si era trovato coinvolto in una specie di toboga. Aveva sbattuto la schiena, la gamba, aveva stretto i denti per fare i 22 chilometri fino al traguardo. Ma poi all’ospedale lo avevano fermato: ematoma al muscolo vasto laterale del quadricipite destro, più una lesione alla fascia muscolare. Due settimane di riposo assoluto. Ma il guaio più grosso era il cuore spezzato dopo l’ennesimo Giro perso per sfortuna. «Non è stato facile, ho passato davvero un brutto momento. È complicato mantenere la forza mentale dopo una botta del genere. Ma ora ho la stessa forma che avevo al Giro prima di cadere, non mi aspettavo di vincere subito una corsa così bella». Non ha potuto neanche fare il suo solito gesto del trionfo, perché l’ultima volta che ha lanciato gli occhiali la giuria lo ha multato e gli ha tolto i punti Uci. Eravamo a San Lorenzo Dorsino, prima tappa del Tour of The Alps, primo successo stagionale per l’abruzzese della Lidl-Trek. Così a San Sebastian gli occhiali sono rimasti al loro posto. «Devo essere sincero, ci ho pensato. Ma non ho voluto rischiare, pensate se mi toglievano questa vittoria. Fa niente, me la sono goduta lo stesso».
Le salite
Non aveva più corso da quel giorno di maggio. Era ripartito a metà giugno, pian piano, e aveva rifinito la forma lavorando ad Andorra, in altura, con la squadra che correrà la Vuelta. Niente di specifico per questa prima corsa, ma Giulio al rientro ha subito colto la seconda vittoria stagionale, la dodicesima della carriera. «Sapevo che i miei numeri erano buoni, che avevo recuperato bene, che abbiamo fatto un ottimo lavoro con tutta la squadra. Però due mesi lontano dalle gare sono tanti, è sempre difficile aspettarsi un risultato al rientro».
La Klasikoa è esplosa al principio della penultima salita, Erlaitz. Il primo a provarci è stato Roglic, poi proprio Giulio e subito è arrivato Del Toro, il messicano rivelazione del Giro d’Italia. Ciccone e Del Toro hanno fatto coppia in testa, davanti a un gran bel gruppo di inseguitori di cui facevano parte, tra gli altri, Christen, Van Gils, Benoot, Powless, Uijtdebroeks e Scaroni. «Ho avuto un solo tentennamento, quando ci siamo trovati da soli in pianura io e Del Toro. In quel momento è stato difficile capire cosa fare, mancava tanto all’arrivo. Però quando sei con uno come Del Toro non hai molta scelta, devi continuare a provare a giocarti le tue carte». Sull’ultima salita, Murgil-Tontorra, il numero l’ha fatto Christen, che è rientrato sui due di testa. A quel punto erano due Uae contro Ciccone. «Christen è arrivato fortissimo, ero convinto che partisse Del Toro, invece ho visto che si staccava. Così ho preso la decisione di andare a tutto gas, penso che sia stata la decisione giusta. Da lì in poi sono andato in apnea fino alla fine».
La Vuelta
Mancavano 8,7 chilometri al traguardo quando Ciccone ha contrattaccato lasciando lì il giovane talento svizzero. «Fino agli ultimi 2 chilometri ho avuto paura che rientrasse, con le curve non riuscivo a valutare bene. Ma poi ho capito e negli ultimi 500 metri me la sono proprio goduta». Dopo tre vittorie di tappa al Giro (2016, 2019, 2022), ecco a trent’anni la grande classica che gli era sempre sfuggita (Giulio è stato terzo all’ultimo Lombardia e secondo quest’anno alla Liegi). Ora la Vuelta che parte dal Piemonte con l’ormai solito dilemma: puntare alle vittorie di tappa o alla classifica generale? «Difficile rispondere, spero di avere la stessa forma che avevo al Giro, vedremo giorno per giorno». È tornato, più forte. Lo aveva promesso.
ORDINE D'ARRIVO:
1. Giulio Ciccone (Lidl-Trek), 211.4 km in 5.5’33” alla media di 41.512 km/h;
2. Christen (Svi, Uae EmiratesXrg) a 9”;
3. Van Gils (Bel, Red Bull-Bora) a 19”;
4. Benoot (Bel) s.t.;
5. Del Toro (Mex) s.t.;
6. Powless (USA) s.t.;
7. Plapp (Aus) a 21”;
8. Scaroni a 1’09”;
9. Uijtdebroeks (Bel) a 1’10”;
10. Meurisse (Bel) a 2’01”;
22. Roglic (Slo) s.t.; 39. Ayuso (Spa) a 4’17”; 40. Tiberi s.t.; 70. Caruso a 7’15”
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GIULIO CICCONE
Due giorni in giallo
Al Tour 2019 Secondo alla Liegi
Nato a Chieti il 20 dicembre 1994, pro’ dal 2016, corre per la Lidl-Trek.
Ha vinto 12 corse, tra cui 3 tappe al Giro d’Italia: nel 2016, nel 2019 e nel 2022.
È stato il miglior scalatore al Giro 2019 e al Tour 2023, inoltre ha vestito la maglia gialla per 2 giorni al Tour 2019. Quest’anno è stato 2° alla Liegi-Bastogne-Liegi.
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Tra Monumenti e classiche, quella di San Sebastian era la corsa che l’Italia non vinceva da più tempo: l’ultimo a figurare nell’albo d’oro prima di
Ciccone era infatti Paolo Bettini, vincitore nel 2003. Quattro anni più tardi l’avrebbe conquistata anche il trentino Leonardo Bertagnolli davanti allo spagnolo Juan Manuel Garate, ma la vittoria gli sarebbe stata poi tolta per doping. Adesso il digiuno tricolore più lungo è quello nella Liegi-Bastogne-Liegi: il successo di Danilo Di Luca risale al 2007.
Non vinciamo invece la Parigi-Roubaix dal 2021 (Sonny Colbrelli), il Fiandre dal 2019 (Alberto Bettiol), la MilanoSanremo dal 2018 e il Lombardia dal 2017 (Vincenzo Nibali). Escludendo Bertagnolli, con quello di ieri di Ciccone i successi italiani a San Sebastian sono sette in 44 edizioni: Gianni Bugno (1991), Claudio Chiappucci (1993), Davide Rebellin (1997), Francesco Casagrande (1998 e 1999) e appunto Bettini.
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