I tradimenti in rosa - Quando Roche nell'87...


http://www.gazzetta.it/Ciclismo/10-10-2009/i-tradimenti-rosa--501568536615.shtml

di CLAUDIO GREGORI, Gazzetta dello Sport

MILANO, 10 ottobre 2009 - Il Giro è come la vita. C’è la trama, l’eroismo, la sorpresa, il tradimento. Nella sua storia ci sono state spesso baruffe di squadra. Basti ricordare Defilippis-Balmamion, De Muynck-De Vlaeminck, Cunego-Simoni. Ma il tradimento più grande fu compiuto il 6 giugno 1987 dall’irlandese Stephen Roche ai danni di Roberto Visentini, suo capitano alla Carrera, maglia rosa e vincitore del Giro l'anno prima

PROCESSO A ROCHE — Roche aveva portato la maglia rosa per dieci giorni, ma il 4 giugno nella cronometro di San Marino, 46 km, Visentini aveva travolto tutti, battendo gli specialisti - 1’11" a Rominger, 1’20" a Piasecki, 1’32" a Bernard - e infliggendo a Roche 2’47" di distacco. In classifica diventò il nuovo leader con 2’42" sul compagno. Due giorni dopo, nella Lido di Jesolo-Sappada, di 224 km, Visentini andò tranquillo a scoprire le Dolomiti, ma, nella discesa dalla forcella di Monte Rest, Roche attaccò. Ghirotto e gli altri uomini della Carrera lo inseguirono. Una lotta fratricida. Ripreso ad Arta Terme, Roche riprovò e fuggì con cinque rivali di classifica di Visentini. Anche il suo secondo tentativo fu neutralizzato da Visentini e compagni con gran dispendio di energie. Si vide la maglia rosa scivolare in coda al gruppo e discutere animatamente con il direttore sportivo Boifava. La Carrera appariva dilaniata dalla rivalità. Ma nulla lasciava presumere il crollo della maglia rosa. Il Giro saliva verso il traguardo, la corsa si accese e, a 10 chilometri dalla meta, la crisi ghermì Visentini. Lo si vide parlare di nuovo con Boifava, gesticolare, gridare. Stanco, tradito, destabilizzato, Visentini s’inabissò. Accusò un ritardo di 6’50" e Roche vestì la maglia rosa con 5" su Rominger. 

ACCUSE — In albergo esplose la polemica. Visentini chiese la testa di Roche e Schepers, la sua guardia del corpo. Arrivarono i Tacchella, patron della Carrera. Fu un processo a porte chiuse. Visentini ne uscì, minacciando ritorsioni. Nel tappone dolomitico, infatti, attaccò per due volte Roche, che si difese e anzi rafforzò la sua posizione in classifica per il cedimento di Rominger. Il fuoco polemico continuò. Visentini accusò la maglia rosa di aver comprato gli spagnoli della Fagor e Van der Velde. Roche fu insultato e coperto di sputi sulle salite, ma tenne duro. Visentini, invece, come esaurito, si spense. Mentre Roche, nella penultima tappa, sulla salita di Pila liquidò gli avversari, Visentini, si staccò, cadde, perse oltre 6 minuti e si ritirò, alla vigilia dell’ultima tappa, la cronometro di St. Vincent, che Roche fece suo. Era il suo anno magico. Dopo il Giro vinse anche il Tour e il campionato del mondo. Un tris superbo. Eppure il suo nome restò legato a quel tradimento.
Claudio Gregori, Gazzetta dello Sport

Commenti

Post popolari in questo blog

Dalla periferia del continente al Grand Continent

Chi sono Augusto e Giorgio Perfetti, i fratelli nella Top 10 dei più ricchi d’Italia?

I 100 cattivi del calcio