"Tic tac" Anquetil, il re del tempo


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di GIOVANNI MANENTI

Muore a Rouen il 18 novembre 1987, all'età di soli 53 anni, stroncato da un male incurabile, Jacques ANQUETIL, ciclista francese di livello mondiale a cavallo degli anni '60.

Nato a Mont-Saint-Aignan, in Normandia, l'8 gennaio 1934, e passato Professionista nel 1953, dopo essersi aggiudicato la medaglia di Bronzo nell'inseguimento alle Olimpiadi di Helsinki '52, Anquetil è uno dei soli sei ciclisti di ogni epoca, ed il primo in ordine cronologico, ad essersi aggiudicato tutte e tre le principali corse a tappe europee, in parte sfruttando la sua grande abilità nelle tappe contro il tempo, tanto da essere soprannominato in patria "Monsieur Chrono", una circostanza che lo porta a vincere ben 9 edizioni del "Gran Premio delle Nazioni".

Con i successi nelle grandi classiche limitati alle sole Gand-Wevelgem ('64), Bordeaux-Parigi ('65) e Liegi-Bastogne-Liegi ('66), Anquetil inizia la sua fantastica performance nelle corse a tappe aggiudicandosi il suo Tour d'esordio, nel '57, con un vantaggio di ben 14'56" sul belga Marcel Janssens, per poi giungere terzo nel '59, a 5'05" dallo spagnolo Federico Martin Bahamontes, anno in cui debutta al Giro d'Italia, classificandosi al secondo posto, a 6'12" dal lussemburghese Charly Gaul.

Corsa Rosa che il normanno conquista l'anno seguente, con 28" di vantaggio su Gastone Nencini, giungendo secondo nel '61 a 3'45" dal nostro Arnaldo Pambianco, per poi far suo il primo di quattro Tour de France consecutivi.

Anquetil, difatti, indossa la maglia gialla a conclusione dei Tour '61 con 12'14" sull'italiano Guido Carlesi (vestendo il simbolo del primato dalla prima all'ultima tappa), così come nel '62, precedendo di 4'59" il belga Jef Planckaert, nel '63 in cui ha la meglio su Bahamontes per 3'35" e nel '64, dove precede di soli 55" il suo acerrimo rivale Raymond Poulidor, dopo essersi peraltro aggiudicato anche il Giro d'Italia, con un vantaggio di 1'22" su Italo Zilioli.

Anquetil, cui non riesce l'impresa di vincere il Mondiale su strada, beffato in volata dal tedesco Rudy Altig sul circuito di Nurburgring nel '66, conclude la carriera, dopo essersi aggiudicata anche la Vuelta nel '63 con 3'06" di vantaggio sullo spagnolo José Martin Perez, con altri due piazzamenti sul podio al Giro d'Italia, terzo sia nel '66 a 4'40" da Gianni Motta, che nel '67, staccato di 3'45" da Felice Gimondi.

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