Bum bum Visentini


L’attacco arriva sul San Marco. Roberto è implacabile e si toglie di dosso Saronni. Poi nessuno più gli strapperà la maglia rosa


di Marco Pastonesi, Giro d’Italia – La grande storia


Finché l’attacco arriva. Sul San Marco, un passo che nel bergamasco fa parte della casa, della famiglia, della storia. Davanti, Roberto Visentini e Greg LeMond, con Franco Chioccioli, Claudio Corti, G.B. Baronchelli e lo spagnolo Pedro Muñoz. Dietro, Beppe Saronni e Francesco Moser, uniti, stravolta, ma nella fatica, nell’impotenza. Intanto, davanti, Visentini continua a scattare e fa la selezione: il primo a cedere è Baronchelli, poi anche Corti e Chioccioli. Ma nel momento di lanciare la volata per la vittoria e gli abbuoni, gli salta la catena. Muñoz (20” di abbuono) è il più lesto, LeMond (a 9”, e con 15” di abbuono) il più regolare, Visentini (a 20”, e con 10” di abbuono) il più sfortunato. Chioccioli arriverà a 43” da Muñoz, Baronchelli a 1’23”, Moser a 2’24”, 2” meglio di Saronni. Nella generale Visentini conquista la maglia rosa relegando Saronni a 1’06”, Baronchelli a 1’54”, LeMond a 2’05”, Moser a quasi 4’.

«Ma sì, Visentini – commenta Candido Cannavò sulla prima pagina della Gazzetta dello Sport -. Eccolo finalmente in rosa e consapevole dei mezzi che la natura gli ha dato. Era tanto bello a vedersi tra le montagne “invernali” di Foppolo, d far pensare che la fatica, anziché martirizzarlo, lo accarezzasse con dolcezza, gli spiegasse che il grande giorno della sua controversa carriera era finalmente arrivato». Ancora Cannavò: «È rimasto bello, Visentini, persino quando, a 800 metri dal traguardo, i diavoletti della montagna si sono inseriti nella sua catena, spezzandogli brutalmente il ritmo e costringendolo a scendere di sella. Non s’è sbracciato, non ha imprecato, ha badato soltanto – con stupendo autocontrollo – a riparare quell’imbroglio meccanico e a rimettersi in marcia per salvare la sua impresa».

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