Le ali di Visentini


Nella cronometro Roche pensa di poter vincere, ma Visentini mette alle corde l’irlandese riprendendosi il trono

di Giuseppe Castelnovi, Giro d'Italia - La grande storia

Giro 1986, Roberto Visentini. Giro 1987, Stephen Roche. Sembra un breve spaccato dell’albo d’oro del Giro d’Italia. Invece racchiude in sé una rivalità in famiglia. Entrambi corrwvano per la Carrera-Vagabond. Accade che nel 1986 l’irlandese riteneva forse di poter vincere il Giro, ma Visentini si impossessa della maglia rosa al termine della Erba-Foppolo all’inizio dell’ultima settimana del Giro, che il bresciano conquista lasciandosi alle spalle in classifica Saronni, Moser e LeMond. Trascorre un anno: Visentini e Roche si ritrovano ancora nella stessa squadra. La maglia rosa di dodici mesi prima dà, in teoria, al primo i galloni di capitano. Ma si sa, le gerarchie possono cambiare strada facendo.

Ma ecco come sono andate le cose: con la velocissima cronosquadre (54,468 di media) a Lido di Camaiore, la Carrera rifila sensibili distacchi portando in vetta alla classifica i suoi due leader, due “galletti” pieni di orgoglio e di ambizioni. Si giunge poi a un altro appuntamento decisivo per l’esito del Giro, la Rimini-San Marino contro il tempo. A sorpresa s’impone Visentini, che toglie la maglia rosa all’irlandese. Sembrava fatta, ma due giorni dopo, andando verso Sappada da Lido di Jesolo, capita che Roche si trovi davanti con Bagot e Salvador. La sua ha l’apparenza della classica operazione di controllo in difesa della maglia rosa che naviga nel gruppo. Invece, a un certo momento, l’irlandese si mette a collaborare alla fuga. Dietro, Visentini va in crisi. Roche si riprende la maglia rosa e la mette in cassaforte vincendo nell’ultimo giorno la Aosta – Saint-Vincent a cronometro. Si chiude così il botta e risposta fra i due leader della Carrera.

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