HOOPS MEMORIES - Celtics '57, nasce The Dinasty
Nonostante un backcourt di All-Star come Bob Cousy e Bill Sharman i Boston Celtics non raggiunsero mai le finali NBA prima della stagione 1956-57, quando arrivò Bill Russell a dare alla squadra quei rimbalzi che le erano sempre mancati per fare strada nei playoff. Ma quell’anno ad offrire un importante contributo alla causa biancoverde fu anche un’altra matricola doc, l’ala di 2 metri “Tommy Gun” Heinsohn, che non a caso vinse il premio di Rookie of the Year.
Con il frontcourt rinnovato per due terzi, i Celtics di Red Auerbach vinsero agevolmente la Eastern Conference e “spazzarono” via (4-0) Syracuse nelle semifinali dei playoff. Nella serie finale si sarebbero trovati di fronte proprio quei St. Louis Hawks (primi ad Ovest a pari merito con altre due formazioni, nonostante un record perdente di 34-38) che, ironia della sorte, al draft gli avevano ceduto i diritti su Russell in cambio di Ed Macauley e di Cliff Hagan.
I Celtics erano i grandi favoriti, ma i ragazzi di coach Alex Hannum sorpresero tutti andando a vincere in trasferta un’equilibratissima Gara 1 dal doppio supplementare. Boston risalì al comando della serie portandosi sul tre a due, ma in casa gli Hawks vinsero di due Gara-6, fissando così l’appuntamento per la settima, decisiva partita al Boston Garden. La tensione era tale che al termine di una di quelle sfide, il coach dei Celtics Red Auerbach prese a pugni il proprietario degli Hawks Ben Kerner.
Il 13 aprile 1957 in 13909 riempirono il Boston Garden, e il tutto esaurito fu più che giustificato perché gli spettatori assistettero a una delle più grandi partite di basket di tutti i tempi. Mai si era giocata una partita più drammatica, con il vantaggio che passava da una parte all’altra per venti volte. In sei occasioni i Celtics allungarono inutilmente, subito rimontati da St. Louis. Al termine dei tempi regolamentari, l’ala degli Hawks Bob Pettit infilò due liberi mandando l’incontro al supplementare. Nell’overtime i Celtics si portarono di nuovo al comando quasi allo scadere, ma Jack Coleman fece centro con una conclusione ad una mano che impose un altro supplementare.
In chiusura del secondo extra-time, un tiro di Frank Ramsey dai sei metri e mezzo riportò in testa Boston, e un tiro di Pettit all’ultimo secondo – che se fosse entrato avrebbe significato il terzo overtime – rimbalzò sul ferro. Punteggio finale: Boston 125, St. Louis 123.
Un sensazionale Pettit, autore di 39 punti, era uscito sconfitto ma non battuto. Heinsohn, con 37, si era letteralmente scatenato, compensando abbondantemente i suoi 7 errori dalla lunetta. In campo per tutti e 58’ di gioco la guardia di St. Louis Slater Martin, tutto meno che un realizzatore, di punti ne segnò addirittura 23. Tutto inutile.
E Russell? Per lui era stata another day in office, un’altra giornata in ufficio, con 19 punti e 32 rimbalzi di normale amministrazione, solo che stavolta avevano un sapore diverso, quello del primo titolo NBA dei Celtics. Un copione poi visto e rivisto per 11 volte in 12 stagioni, ma non prima che gli Hawks si fossero tolti dalla scarpa un fastidioso sassolino.
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