Pinky Finger Mou
Il labiale (come il mignolino alzato a chi) lo lasciamo alla vostra immaginazione.
Lo sguardo fisso in camera, pre e post match per lui decisivo, in segno di sfida, è invece quello dei bei tempi. Di quando era lui il centro del "Moundo", e al povero Benitez non restavano che gli sberleffi via-SMS - inviati da Mou a Materazzi - sul sovrappeso del proprio successore all'Inter.
Chissà che fatica per Rafa reprimere la gioia di essere lui, col suo Newcastle a sancire l'esonero già annunciato dal Daily Mirror a prescindere da come sarebbe finita all'OId Trafford; dai cui spalti Ed Woodward - vicepresidente esecutivo del club e nemico giurato di Mou - sembrava già aver emesso il suo verdetto.
Ma è nel "noi contro tutti" che lo Special One - storicamente - ha dato il meglio di sé. E quale miglior "rumore dei nemici" che trovarsi sotto due a zero dopo dieci minuti contro i Magpies, penultimi a due punti, ancora e pure loro già fuori in League Cup: 3-1 a Nottingham col Forest il Newcastle; ai rigori dopo il 2-2 col derby County lo United; una sorta di duplice tributo al mito di Brian Clough.
Quasi non si divertisse abbastanza, José ci aveva messo del suo: a partire dalle scelte, difese con forza prima del kickoff. Young terzino, il non qancora 22enne McTominay interno destro nel 4-3-3 e tridente con Rashford, Lukaku e Martial, preferito (anche dal teatro ndei Sogni) all'ex gunners Sanchez.
Ma siccome Mourinho è Mourinho: al 19' fuori Bailly per Mata (fatto cedere da Mou ai tempi del Chelsea), che a venti dalla fine riaprirà la partita; poi pareggiata da Martial e infine vinta - di testa, addirittura - da Sanchez, entrato al per Rashford.
Come al Madrid, è in questo che Mou sin qui non era stato Speciale: nel calarsi nella "cultura" United. Un club unico di una città, anche dura, nel quale vincere è d'obbligo ma non basta. Servono stile, giovani del vivaio e soprattutto cuore. Vincente, José lo è sempre stato. Ma è in una fredda eppure bollente serata di ottobre, che s'è vestito di quel rosso: il rosso United.
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO
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