Roche è sotto accusa
Per aver attaccato Visentini - "Dovevo badare ai miei interessi"
Sarà appiedato? - Tensione alla Carrera: Tacchella decide stamane
Gian Paolo Ormezzano
La Stampa, 7 giugno 1987
SAPPADA - Mezzo dramma, caos intero ieri, sino a sera, quasi sino a notte, nell'albergo della Carrera a Sappada, dopo la conclusione della tappa che ha liquidato Visentini e ha riportato Roche, stessa squadra, a un rosa tribolato (5" appena su Rominger) e opacizzato dal sospetto pesantissimo, in serata diventato accusa, di tradimento.
Quasi alle 23 è arrivato a Sappada, attesissimo, Tito Tacchella, patron della squadra, chiamato mentre stava nello stabilimento Carrera a Caldiero, banlieue veronese, in piena urgenza, per dirimere il caso, la lite, la rissa fra Visentini e Roche. Tacchella era salito su un elicottero a Verona, passando su Treviso è stato "respinto" indietro dalla terribile sorveglianza aerea sopra la villa dove riposa, nel lettone speciale, Ronald Reagan. Ritorno a Verona, automobile, arrivo ritardatissimo a Sappada, decisione di ufficializzare tutto con un comunicato stamani.
Sensazione nostra: la Carrera vuole appiedare Roche, colpevole di avere trasgredito ai patti (quali?), attaccando e distruggendo Visentini, il compagno di ieri mattina in maglia rosa. Con un guadagno, aggiungiamo noi, misero: il rosa irlandese per appena 5" su Rominger, il Giro aperto, riaperto.
Nostra idea: se si appieda Roche, è il dileggio all'estero, la figuraccia, a parte il diritto sportivo (e non ci interessa, qui, se contrattuale o no) dell'irlandese a tirare comunque avanti. Previsione nessuna, la vicenda è comunque destinata a finire male, si tratta di scegliere se male o malissimo. ieri all'arrivo Visentini ha detto: "Stasera qualcuno va a casa". E basta. Poi, ha dato appuntamento ad amici stasera a Canazei, alla fine del tappone. Chiaro che Visentini conta sulla cacciata di Roche. Il quale Roche a fine tappa aveva detto: "Parlerò alle 18". Belleri, ufficio stampa Carrera, poi aveva smentito: "Nessuno parla sinché non arriva Tacchella". Roche però gli aveva palesemente, sfrontatamente disobbedito: "Parlo, nessuno può bloccarmi, dico che sono andato all'attacco perché era un mio diritto tutelare i miei interessi. Il direttore sportivo Boifava voleva fermarmi, non ho accettato. Hanno consumato i gregari della Carrera, teoricamente anche miei gregari, per inseguirmi, così alla fine Visentini, entrato in crisi per conto suo, era senza aiuti". Roche l'anno prossimo lascerà la Carrera: con Schepers, il belga che nel finale ha abbandonato Visentini per andare avanti, per arrivare vicino al suo capo vero.
Tante altre cose sono state dette. Da quando, al mattino, Boifava ha giurato che tutto era a posto, serenamente a posto, fra quei due. Certamente qualcosa del mosaico delicatissimo, ma sino a ieri mattina perfetto, non ha funzionato. Esami medici hanno escluso in Visentini qualsiasi tracollo fisico: crisi di nervi e basta. In corsa si è sentito abbandonato, e in effetti lo è stato: a 25 chilometri dall'arrivo ha cercato Corti, della Supermercati Brianzoli di Moser, perché gli passasse un panino, e gli ha detto: "Mi hanno abbandonato". Boifava era davanti, a cercare di fermare Roche.
Qualcuno ha anche lasciato capire che si appiederebbe Roche con il pretesto di evitargli rischi fisici con i tifosi. Se è così, è pazzesco e penoso insieme, è una resa tragicomica, è un insulto alla gente, allo sport. Ma non ci crediamo, stamani il Giro dei due dovrebbe secondo noi continuare, nel nome dello sport che non è quella cosa divina che diceva Pindaro, ma è ancora una cosa seria alla portata degli umani.
g.p.o.
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