Wout concede il bis e ringrazia Kuss «Il merito è suo...»
BETTINI. E sono 48 Wout Van Aert, 29 anni, esulta dopo lo sprint:
è la vittoria n. 48 in carriera, la seconda in questa Vuelta
Il belga primo a Cordoba: «Sepp decisivo. L’unione tra compagni è la nostra forza»
24 Aug 2024 - La Gazzetta dello Sport
di Tiziano Marino
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Alla partenza lo aveva detto: «La priorità è quella di creare un’altra opportunità adatta alle mie caratteristiche, per arrivare in volata e poi giocarmela». E volata è stata, per la seconda volta vincente in questa edizione della Vuelta, dopo il successo ottenuto nella terza tappa sul traguardo di Castel Branco, quando il gruppo pedalava ancora in terra portoghese. Per Wout Van Aert quello di ieri è il sigillo numero 48 in carriera, il primo sulle strade di Spagna, che certifica una volta di più il suo ottimo stato di forma a poche settimane dal Mondiale (in programma il 29 settembre a Zurigo). Dopo una stagione sfortunata, segnata soprattutto dalla grave caduta subita a marzo all’Attraverso le Fiandre, il belga è tornato ai suoi livelli. In Svizzera ci sarà e potrà dire la sua, di certo nella prova in linea, forse anche a crono, in attesa che il Belgio dirami le convocazioni ufficiali.
La corsa
Poco più di 180 chilometri da Archidona a Cordoba, dove la Vuelta è arrivata ieri per la ventiduesima volta. Nella città andalusa, l’ultimo a trionfare era stato il danese Magnus Cort Nielsen (2021), mentre in passato aveva gioito anche il tre volte campione del mondo Peter Sagan (2011). È stata una tappa interlocutoria, dopo la fuga trionfale di giovedì che ha regalato all’australiano Ben O’Connor la maglia rossa di leader della classifica, la prima per la squadra francese in un grande giro dalla sua fondazione nel 1992 e la prima per un corridore Aussie 19 anni dopo Bradley McGee. Un'unica vera insidia, a una trentina di chilometri dal traguardo, con l’ascesa dell’Alto del 14%: 7,4 km di salita con una pendenza media del 5,6% e un intero chilometro al 14% appunto, come il nome stesso dell’asperità suggerisce. È lì che la Red Bull-Bora-Hansgrohe, Giovanni Aleotti in primis, ha provato a movimentare la corsa con un’andatura asfissiante che ha saputo fare selezione permettendo inoltre a capitan Roglic di prendersi i 6 secondi di abbuono in cima al gran premio della montagna. È lì che il tedesco Lipowitz, fino a ieri miglior giovane della corsa, ha perso terreno permettendo al nostro Antonio Tiberi, dodicesimo al traguardo (meglio di lui tra gli italiani solo Lorenzo Rota, settimo), di riappropriarsi della maglia bian
La dedica
E a proposito di gregari di lusso, Van Aert al traguardo non ha potuto fare altro che ringraziare il compagno Sepp Kuss (vincitore della Vuelta 2023) per lo splendido aiuto offerto nei chilometri conclusivi, che hanno permesso al belga di disputare lo sprint da favorito, come da pronostico: «Nel finale - ha spiegato la maglia verde - mi sono trovato davanti col gruppo dei migliori solo con Kuss, che ha fatto un lavoro straordinario, soprattutto in pianura considerando il suo peso. Sapevo di poter contare su di lui, per questo lo ringrazio». Questione di aiuto reciproco in funzione del gruppo: «Non vogliamo solo primeggiare ma comportarci, correre e vincere da squadra. All’interno della Visma, ciascuno di noi sa che si deve sacrificare per il compagno e quando uno come Sepp, campione uscente di questa corsa, lavora per te è qualcosa di molto significativo. Sono orgoglioso».
1. Wout VAN AERT (Bel, Visma) 180,5 km, in 4.15’39”, media 42.363 km/h, abb. 10”
2. Mathias Vacek (Cec), abb. 6”
3. Pau Miquel (Spa), abb. 4”
7. Rota
12. Tiberi
17. O’Connor (Aus)
18. Roglic (Slo), abb. 6”
Classifica generale
1. Ben O’CONNOR (Aus, Decathlon Ag2r) 1109,3 km in 27.44’07”
2. Primoz Roglic (Slo, Red Bull) a 4’45”
3. Joao Almeida (Por, Uae) a 4’59”
4. Mas (Spa) a 5’23”
6. Tiberi a 5’29”
21. Fortunato a 6’44”
Oggi ottava tappa, Ubeda-Cazorla, 159 km, per scalatori.
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