Longo Borghini: «Bronzo d’orgoglio Ho pensato a Muriel era parte di noi»


Dopo 2012 e 2020 ancora un terzo posto per l’azzurra dopo una corsa tutta all’attacco. 
Sprint a 6: vince la belga Kopecky, già oro nel 2023

Con quell’azione nel finale credevo nell’oro. In volata sono cresciuta
Correre è stato un modo per celebrare il ciclismo che Furrer amava

29 Sep 2024 - La Gazzetta dello Sport
di Ciro Scognamiglio INVIATO A ZURIGO

Confermarsi sul podio iridato a 12 anni di distanza: è questo che ha fatto Elisa Longo Borghini, l’infinita regina del nostro ciclismo. Bronzo nel 2012 a Valkenburg, quando la belga Lotte Kopecky – al bis iridato consecutivo, ieri – correva tra le juniores; bronzo a Imola 2020, e ancora bronzo ieri, lo stesso metallo peraltro dei podi olimpici 2016 e 2021 (quinta medaglia per l’Italia a Zurigo). Ma risplende, e non è un effetto ottico mentre la poggia non smette di cadere a Zurigo: arriva in coda a una stagione che l’ha vista trionfare a Fiandre e Giro d’Italia, e la 32enne piemontese ci ha provato davvero in tutti i modi, compreso un affondo a 5 km e mezzo dalla fine che era parso decisivo. Buona parte del resto della Nazionale di Paolo Sangalli (all’ultima recita da ct) ha sofferto freddo e pioggia, Elisa si è esaltata da par suo. Per l’ennesima volta, riscattando un’Olimpiade (nona) sottotono: è stata un’altra storia, stavolta. Quella di sempre.

► Pensava che quella nel finale fosse l’azione decisiva?

«Ci ho pensato, ma poi mi hanno ripreso e allora mi sono detta ‘Farò la volata per il podio, non importa come’. Di bronzi ne avevo già, certo, ma non mi sta stretto questo. Anzi, sono orgogliosa di me stessa perché mi sono espressa al massimo. Non voglio sentir parlare di delusione, in corsa mi sono proprio divertita».

► Le sue compagne?

«A loro va un ringraziamento speciale. Elisa Balsamo si sposerà ai primi di ottobre ed era qui a tirare per me. E un pensiero speciale per Soraya Paladin che mercoledì nella cronostaffetta non si era espressa al massimo. Non era quello il suo valore, e lo ha dimostrato con una prova super».

► Credeva nell’oro?

«Sì. Però poi, in volata, non era certo scontato che arrivasse il podio e allora va bene così. L’ho impostata lunga, perché ho visto gambe stanche, e poi la Vollering era quasi ‘disperata’ per quanto lo volesse vincere questo Mondiale. Sono una atleta di endurance, e gli sprint dopo una gara così tirata non sono scontati. Qualche anno fa non ce l’avrei fatta ad arrivare sul podio dopo una volata di questo tipo, vuol dire che sono cresciuta».

► Si era sentita la più forte in corsa, prima dello sprint?

«Sì. Anche Vollering era molto forte, però quando vuoi troppo una cosa incappi nei piccoli errori che ti fanno perdere».

► È la stagione migliore?

«Sul podio ci ho pensato. Non ero molto sicura di me stessa, soprattutto quando sono caduta prima del Tour e non ho potuto partecipare, ma ancora una volta devo ringraziare tantissimo il mio allenatore Paolo Slongo. Mi ha sempre sostenuto dicendomi che sarei arrivata in ottima condizione al Mondiale. In quel momento, non ci credevo. Sono stata anche male prima del Romandia. Nell’ultima settimana, prima di arrivare qui, gli ho disobbedito, andando a cercare le mie solite salite per stabilire i tempi migliori. Paolo è stato capace di riprendermi e io a quel punto gli ho detto ‘Ok, va bene, forse hai ragione tu’».

► Ha pensato a Muriel Furrer?

Elisa aspetta un secondo, si commuove. «Come non si potrebbe. Aveva tre anni più di mia nipote Anna, che va in bici, è una allieva. Mi ha toccato particolarmente, ho pensato tanto a mia cognata e a mio fratello, alla mia famiglia. Muriel avrebbe corso con me, era una parte del gruppo».

► Che cosa ha significato correre il giorno dopo la sua morte?

«Era il modo per celebrare la sua vita e il ciclismo, che amava. Dobbiamo gareggiare, siamo sempre molto concentrate sulla gara, ma dovremmo pensare di più alla nostra salvaguardia».

Commenti

Post popolari in questo blog

Dalla periferia del continente al Grand Continent

Chi sono Augusto e Giorgio Perfetti, i fratelli nella Top 10 dei più ricchi d’Italia?

I 100 cattivi del calcio