VUELTA A TERRA
Pro-Gaza in strada
Saltano l’ultima tappa e il podio di Madrid
Gruppo fermo nella capitale, scontri: 22 feriti e 2 arresti. Vingegaard re: premiato in un posteggio
"Ci è stato tolto un momento indimenticabile, sono deluso.
Tutti hanno il diritto di protestare,
ma non mettendo a repentaglio la nostra carriera"
15 Sep 2025 - La Gazzetta dello Sport
di Filippo Maria Ricci - CORRISPONDENTE DA MADRID
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Le cariche invece della volata. Le transenne che dovevano proteggere i ciclisti usate per attaccare la polizia. I botti dei proiettili di gomma e dei candelotti lacrimogeni che si sono sostituiti a quelli dei tappi di champagne. Il centro di Madrid frustato dalla violenza. La tappa annullata, la festa cancellata, la Vuelta sfigurata. E dopo il tumulto, la farsa. Il vincitore Jonas Vingegaard è sceso dalla bici in un giardino pubblico ed è stato “premiato” in una cerimonia surreale con Almeida e Pidcock, secondo e terzo in classifica, nel parcheggio dell’hotel con un podio di fortuna e l’inno danese trasmesso da una cassa portatile alla presenza di due cani randagi. Il Giro di Spagna numero 80 è finito nel caos di una protesta popolare che doveva essere pacifica, è diventata violenta e ha spazzato via l’ultima giornata della corsa facendo storia per il motivo peggiore. I manifestanti pro-Palestina gridavano ‘No pasarán’ e hanno ottenuto ciò che volevano, scatenando un caso politico.
Caso
«I violenti oggi sono riusciti a fermare la Vuelta per la vergogna della città e del nostro Paese – ha detto il sindaco di Madrid, José Luís Martínez Almeida –. Ciò che è successo nella nostra città è frutto dell’odio e della violenza che sono stati alimentati in maniera irresponsabile negli ultimi giorni da esponenti della sinistra e da dirigenti del governo, e specialmente questa mattina dal Presidente del Governo, Pedro Sanchez». Il riferimento del primo cittadino è alle parole pronunciate dal Primo Ministro a un meeting a Malaga: «Sottolineiamo il nostro riconoscimento e il rispetto assoluto nei confronti degli sportivi, ma anche la nostra ammirazione per un popolo come quello spagnolo che si mobilita per cause giuste come quella della Palestina». La mobilitazione pro-Pal che aveva nel mirino la partecipazione alla Vuelta della squadra Israel-Premier Tech già in alcune tappe precedenti aveva avuto uno sbocco violento. A Madrid si è passata la misura nonostante un dispiego di forze dell’ordine straordinario, sulle con il coinvolgimento di oltre 1500 agenti di vari corpi. I corridori sono partiti dalla località di Alalpardo felici e rilassati, tra foto di squadra e pistole ad acqua. A un certo punto il gruppo è stato deviato senza preavviso, per questioni di sicurezza. Poi è tornato sul percorso previsto ma più avanzava verso Madrid e più era evidente che la tappa era in pericolo. Quando i corridori stavano entrando nella metropoli per affrontare i giri del percorso urbano in diversi punti del tracciato, la stazione di Atocha, il Paseo del Prado, la Gran Vía, i manifestanti avevano ingaggiato la guerriglia urbana con le forze dell’ordine, divelto le transenne e invaso le strade. In centro gli scontri, in periferia un gruppo di manifestanti con un grande striscione tagliava in due il gruppo. Che quando si è ricomposto è stato messo in sicurezza ai Jardines Sabatini, accanto al Palacio Real.
Bilancio, secondo fonti istituzionali: 22 poliziotti feriti, 2 arresti
La Vuelta che il 23 agosto era partita dalla Reggia di Venaria a Torino ha chiuso così la sua tribolata edizione davanti al Palacio Real madrileno. Ciclisti seduti per terra in attesa di notizie, tappa sospesa. I furgoni della polizia sono venuti a prelevare staff e ciclisti del Team Israel (in realtà ora, almeno nominalmente, solo Premier Tech, ndr) per scortarli in un luogo sicuro. Tra loro anche lo statunitense Matthew Riccitello, che sabato sulla Bola del Mundo ha strappato a Giulio Pellizzari la maglia bianca. Doveva essere premiato, e chissà come sarebbe andata a finire. Madrid ferita e blindata fino alla notte, per la Vuelta un finale assurdo, violento, triste, scandaloso.
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