Curaçao, la più piccola di sempre - Ultimo capolavoro di Advocaat


LA FOTOAFP
Che festa - La gioia di giocatori e tifosi di Curaçao per il pass Mondiale

Un’isola di 185.000 abitanti debutta al Mondiale: il ct è nato in Olanda come quasi tutti i convocati, che arrivano da undici Paesi diversi

20 Nov 2025 - La Gazzetta dello Sport
di FILIPPO MARIA RICCI CORRISPONDENTE DA MADRID

La maglia è blu, come il liquore. Il Curaçao, sapore di arance amare usato per cocktail come lo Swimming Pool o l’Angelo Azzurro che si tingono di blu. Fino a ieri Curaçao era famosa per questo. Tra le tante isole caraibiche non gode di fama pari a lidi decisamente più popolari, e a livello sportivo non è nemmeno riconosciuta dal Cio, cosa che obbliga gli atleti di Curaçao a destreggiarsi sotto la bandiera olandese.

Doppio record

Siamo ai Caraibi, di fronte al Venezuela, lingua locale il papiamento, moneta fiorino caraibico. Un mese fa Curaçao ha festeggiato i 15 anni del riconoscimento della propria parziale indipendenza, arrivata grazie alla dissoluzione delle Antille Olandesi, e nella notte europea tra martedì e mercoledì a Kingston, Giamaica, ha fatto la storia. Lo 0-0 contro i Reggae Boyz, con drammatico rigore fischiato ai padroni di casa al 94’ e poi cancellato al Var, ha proiettato la nazionale del liquore al suo primo Mondiale. La cosa vale già due record. Popolazione: con 185.000 anime Curaçao ha polverizzato quello dei 352.000 islandesi del 2018. Territorio: i 444 chilometri quadrati dell’arcipelago sono quasi 10 volte meno rispetto agli oltre 4000 di Capo Verde, altra debuttante al Mondiale 2026. Per fare paragoni italiani le cifre sono quelle della popolazione di Taranto e delle dimensioni del Comune di Ragusa.

Olanda B

La nazionale di Curaçao non ha neanche una vera e propria maglietta, usa una divisa Adidas blu con il logo Federashon Futbòl Korsòu, e ha un account su X che ieri non arrivava a 2000 follower, intitolato The Blue Wave, l’onda blu. Stiamo parlando di un’Olanda B, o forse di un’Olanda C, perché non possiamo dimenticare il Suriname, che dopo aver arricchito la madrepatria con gente come Gullit, Rijkaard, Seedorf, Davids e compagnia si è messa in proprio e sempre ieri ha conquistato il playoff intercontinentale che nel marzo prossimo offrirà due posti per il Mondiale.

Tutti olandesi

I 25 giocatori convocati dal 78enne olandese Dick Advocaat per le due ultime decisive sfide con Bermuda (vittoria 7-0) e Giamaica sono nati tutti in Olanda meno uno, Tahith Chong, nato nella capitale Willemstad in una famiglia di origini cinesi, e in 16 hanno giocato con le giovanili oranjie, in 9 fino all’Under 21. Uno, Sontje Hansen, il 21 marzo ha affrontato e battuto l’Italia a Venezia. Un altro, il difensore Obispo, in questo 2025 col Psv in Champions ha eliminato la Juve in primavera e ha partecipato al recente 6-2 al Napoli. Un terzo, Comenencia, nella Juve in versione Next Gen, ha giocato fino a maggio: 60 partite in 2 anni prima di andare a Zurigo. C’è anche un Noslin, ma non è legato all’omonimo laziale. Il portiere titolare Room (36 anni) è senza squadra come l’ex promessa Jurgen Locadia (32), prima di infortunarsi nella prelista dell’Olanda per Brasile 2014.

Il vecchio Dick

Decisivi un enorme lavoro di scouting (i convocati arrivano da 11 Paesi diversi), e la chiamata di un vecchio leone come Advocaat, che martedì non era in panchina a Kingston per motivi personali e che se sarà ai Mondiali (il terzo conquistato per lui dopo quelli con l’Olanda nel 1994 e con la Corea del Sud nel 2006) diventerà il più anziano nella storia della competizione superando il tedesco Rehhagel, 71enne nel 2010 con la Grecia. Advocaat, supportato dal fedelissimo Cor Pot, ha accettato l’incarico nel gennaio del 2024 solo dopo che la federcalcio locale aveva versato ai giocatori i premi in denaro dovuti. È alla settima nazionale e facendo meglio dei suoi predecessori olandesi Kluivert e Hiddink ha approfittato della qualificazione automatica di Usa, Canada e Messico e si è infilato nello spazio rimasto sguarnito chiudendo i dieci incontri di qualificazione senza sconfitte. L’angelo azzurro del cocktail è lui.

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