Draft 2015, gli altri lunghi: Cauley-Stein, Turner e Kaminsky
Grande curiosità attorno ai lunghi: salvo sorprese i primi chiamati saranno Karl-Anthony Towns e Jahlil Okafor, ma non saranno i soli. Tra gli altri il rim protector Willy Cauley-Stein (Kentucky), il tecnico Frank Kaminsky (Wisconsin) e il progetto dal potenziale semi-infinito Myles Turner (Texas)
di Davide Fumagalli, Basketcaffe.com
WILLY CAULEY-STEIN (C, Jr. - Kentucky)
Centro di oltre 210 cm per 110 kg da Kentucky, è un atleta spaventoso, con braccia lunghe, verticalità infinita, coordinazione e grande velocità nel correre il campo, doti che ha conservato dall’esperienza come wide receiver del football. Nelle tre stagioni a Kentucky con coach Calipari non è mai andato in doppia cifra per punti o rimbalzi però, in circa 25 minuti di utilizzo medio, ha prodotto almeno 8 punti con 6 rimbalzi, quasi 2 stoppate e circa il 60% al tiro. Non rientrano nei numeri però la "presenza" nei pressi del ferro, in difesa e in attacco, i tiri alterati, la mobilità, gli aiuti, tutti elementi che ne hanno fatto il Difensore dell’anno della SEC nell’ultima stagione, quella che ha visto UK ad un passo dal titolo con perfect season.
Il paragone che più si sente per Cauley-Stein è quello con Tyson Chandler per i motivi di cui sopra e a maggior ragione nell’NBA di oggi è molto ricercato un rim protector del genere capace di correre il campo e difendere bene sul pick and roll e in occorrenza cambiare sugli esterni, vista la grande mobilità. Piace molto ai Knicks che cercano un lungo del genere ma alla 4 sarebbe eccessivo: ecco perché non stupirebbe vedere New York scambiare e scendere nel Draft per prenderlo. Lo seguono anche i Kings (#6), dove farebbe un tandem di ex Wildcats con Cousins, e gli Hornets (#9).
FRANK KAMINSKY (C-PF, Sr. - Wisconsin)
Giocatore opposto a Cauley-Stein è Frank “The Tank” Kaminsky, il lungagnone da Wisconsin capace, in quattro anni di college, di portare i Badgers a due Final Four consecutive e a vincere il AP Player of the Year e il Wooden Award NCAA. Dopo due anni di anonimato, è esploso da junior (14+6) e nell’ultima stagione ha viaggiato a 19 punti, 8 rimbalzi, oltre 2 assist, quasi 2 stoppate a sera col 55% al tiro, il 42% da tre e il 78% ai liberi. Classico lungo che molti paragonano ad Andrea Bargnani – oltre che a Channing Frye e Kelly Olynyk – per la pericolosità dai sette metri ma anche per la capacità di mettere palla per terra e battere l’uomo dal palleggio.
Ha tecnica, visione di gioco, movimenti spalle a canestro e mentalità vincente, istinti e sempre notevole concentrazione. I suoi limiti sono fisici (214 cm per 105 kg) visto che non è esplosivo, deve rafforzarsi muscolarmente e migliorare la mobilità, dato che paga soprattutto in difesa. Può diventare un grande giocatore uscendo dalla panchina in squadre di alto livello, alla Mirotic per intenderci. Dovrebbe andare intorno alla metà del primo giro: tra la 12 dei Jazz e la 17 dei Bucks, squadra di casa essendo andato a Wisconsin. Chi lo prende fa un affare.
MYLES TURNER (C, Fr. - Texas)
Era atteso a una grande stagione a Texas. Era il numero 2 del ranking liceale ESPN dietro il solo Okafor ma, nonostante l’enorme potenziale, ha giocato a corrente alternata coi Longhorns, anche per un’evidente disorganizzazione nel gioco di coach Rik Barnes. Il texano che ha in Kevin Durant un idolo, somiglia per certi aspetti ad un altro ex di Texas, ovvero LaMarcus Aldridge, che ricorda per il fisico filiforme (209 cm per 110 kg), ha braccia lunghe, corre bene per il campo ed è già un più che discreto attaccante, sia spalle, sia soprattutto fronte a canestro, anche da 7 metri.
Va verificato in difesa dove ha grande tempo per la stoppata e senso della posizione ma deve diventare più duro, rafforzare la parte superiore del corpo e abituarsi a uscire e scivolare sui pick and roll. Dalla sua parte c’è la giovane età e il grande potenziale. Nell’unico anno a Texas ha chiuso con oltre 10 punti, 6 rimbalzi e 2.5 stoppate a sera col 27% da tre e l’84% ai liberi, cifra notevole: ha vinto il premio per matricola dell’anno in Big 12 ed è stato inserito nel primo quintetto difensivo. Dovrebbe essere scelto ai limiti della top ten: pare piaccia ai Miami Heat alla 10 ma potrebbe anche scivolare fino alla 16 dove i Celtics lo prenderebbero al volo.
GLI ALTRI
Ci sono i centri veri:
- Dakari Johnson (C, So. - Kentucky) che ha deciso di uscire forse troppo presto dal college potendo restare e fare il protagonista senza i vari Towns e Cauley-Stein
- Rakeem Christmas (C, Sr. - Syracuse) che sta facendo bene nei workout
- Robert Upshaw (C, So. - Washington), big man da oltre 4.5 stoppate in stagione che ha impressionato al Draft Combine di Chicago ma che ha avuto diversi problemi fuori dal campo, ultimo quello di essere cacciato dalla sua università per aver fallito un test anti droga.
E ci sono le ali forti:
- Montrezl Harrell (PF, Jr. - Louisville), fisicamente "animalesco", nel senso più positivo del termine, che ricorda Kenneth Faried;
- Bobby Portis (PF, So. - Arkansas), Giocatore dell’anno della SEC, versatile, atletico, con punti nelle mani e tiro da tre;
mentre possono essere delle scommesse:
- Chris Walker (PF-C, So. - Florida), atletone (ai Gators non ha quasi mai giocato ma ricorda Derrick Favors)
- Cliff Alexander (PF-C, Fr. - Kansas), piccolino ma tosto (somiglia a Thomas Robinson, altro ex Jayhawks)
- Chris McCullough (PF, Fr. - Syracuse), reduce dalla rottura del legamento crociato ma lungo, con potenziale, atletismo e tiro.
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