Milano-Sanremo 1980 - Pierino Gavazzi
Milano-Sanremo 1980, 16 marzo.
Pierino Gavazzi (1950).
Il 1980 è l’anno d’oro di Pierino Gavazzi. Alla partenza della Sanremo i grandi favoriti sono Beppe Saronni (1957), enfant prodige, già due volte secondo, e Francesco Moser (1951), campione d’Italia, reduce dalla vittoria alla Tirreno-Adriatico e destinato di lì a pochi giorni a vincere la terza Parigi-Roubaix consecutiva. Al via anche "Monsieur Roubaix" Roger De Vlaeminck (1947), vincitore delle ultime due edizioni, e Jan Raas (1952), il campione del mondo, già primo nel 1977.
Orbene, a cospetto di tanta aristocrazia del ciclismo, il vincitore sarà proprio lui, Piermattia Gavazzi detto Pierino, da Provaglio d’Iseo, campione di serietà, dedizione, professionalità e longevità agonistica, sessanta vittorie “di peso” in carriera, sprinter capace d'imporsi in volate di gruppo, ma anche uomo da classiche, come dimostrano le cinque tappe al Giro d'Italia, la Milano-Sanremo e la Parigi-Bruxelles del 1980, i tre campionati italiani, oltre a diverse semi-classiche italiane tra cui la Tre Valli Varesine 1982 e la Coppa Placci 1988, valide come campionato italiano, l’ultima vinta a 38 anni (!). Accanto e più delle vittorie stesse, parlano per Pierino i quasi cento secondi posti collezionati in vent’anni di professionismo – fu più secondo dell"eterno secondo" Gaetano Belloni (1892-1980) – a dimostrazione di una costanza di rendimento di tutto riguardo nel panorama ciclistico internazionale.
Nella Sanremo 1980 tutto gli gira a favore, la fuga a lunga gittata che vede protagonisti per oltre 250 chilometri Tullio Bertacco (1957), il bresciano Angelo Tosoni (1952) e Etienne De Beule (1953), ripresi ai meno quindici dall’arrivo, una strettoia che mette fuori gioco ad Arma di Taggia una cinquantina di ciclisti, riducendo il gruppo di testa a meno di trenta unità, la marcatura stretta tra i big che di fatto “congela” la corsa…
Michel Pollentier (1951) è l'unico che cerca di evitare il volatone e tenta il tutto per tutto. Nonostante il Poggio sia percorso a tutta come fosse un cavalcavia, il belga scollina con cento metri sui migliori, ma, braccato dal gruppo di testa, si arrende all'ingresso di Sanremo. La volata è spettacolare: ai 250 metri lancia lo sprint De Vlaeminck, ma subito gli scatta Raas sulla destra. Moser ha un attimo di indecisione e non reagisce subito, quando dalla sua ruota esce in modo prepotente e irresistibile Gavazzi, che respinge con un colpo di reni la velenosa puntata di Saronni sul lato sinistro della via.
Per Saronni è il terzo secondo posto consecutivo alla Sanremo. Per Gavazzi una vittoria che vale una vita, come dimostra l’ordine d’arrivo, quasi un “parterre de roi” per il vincitore…
Nella fotografia il momento del trionfo di Gavazzi. Da destra si riconoscono Sean Kelly (1956), seminascosto da Giuseppe Saronni, Pierino Gavazzi, Francesco Moser, Roger De Vlaeminck, Alfons De Wolf (1956), Giuseppe Martinelli (1955), Klaus-Peter Thaler (1949). Jan Raas, terzo all'arrivo, è fuori dall'inquadratura, sull'estrema destra del rettilineo d'arrivo..
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Milano-Sanremo 1980, 16 marzo. 288 km.
1. Pierino Gavazzi (Italia) - Magniflex-Olmo in 6h42’07”
2. Giuseppe Saronni (Italia) - Gis Gelati s.t.
3. Jan Raas (Olanda) - Ti-Raleigh s.t.
4. Sean Kelly (Irlanda) - Splendor s.t.
5. Roger De Vlaeminck (Belgio) - Boule d’Or s.t.
6. Francesco Moser (Italia) - Sanson s.t.
7. Jacques Bossis (Francia) - Peugeot s.t.
8. Klaus-Peter Thaler (Germania) - Teka s.t.
9. Giuseppe Martinelli (Italia) - San Giacomo s.t.
10. Fons de Wolf (Belgio) - Boule d'Or s.t.
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