Hinault dice 70: «Il sesto Tour? Nessun rimpianto, ce la farà Pogacar»


Oggi il compleanno del bretone: «Tadej batterà me e Merckx Ho parlato con Moser, che bello andare sulla bici elettrica»BETTINI-LAPRESSE 3 Giri e Hall of Fame Bernard Hinault ha vinto tre volte il Giro nel 1980, 1982 (foto) e 1985, su altrettante partecipazioni, ed è entrato nella Hall of Fame rosa

"In gruppo ora non vedo francesi che possano aspirare a vincere il Tour.
Nel 2025 sarò in Ruanda per il primo storico Mondiale africano.
L’unica cosa che temo per il futuro è una malattia che mi renda inerme."
   - Bernard Hinault, ultimo francese a vincere il Tour

14 Nov 2024 - La Gazzetta dello Sport
di Ciro Scognamiglio @CIROGAZZETTA

Alla festa che gli hanno preparato sabato scorso – nel comune francese di Bruz, in Bretagna – hanno fatto venire uno chef del calibro di Christian Le Squer, tristellato in servizio al ristorante del Georges V di Parigi. Eccellenza, lo stesso livello che Bernard Hinault ha raggiunto in bici: ed è proprio oggi che il bretone compie 70 anni. Qualche giorno fa, accanto a lui, oltre alla moglie Martine c’erano tra le 130 persone anche due vincitori di Tour come Joop Zoetemelk e Bernard Thevenet, ma pure il presidente dell’Uci, David Lappartient, mentre Eddy Merckx – che nel 2025 di anni ne farà 80 – ha rinunciato all’ultimo momento: non sta viaggiando molto in questo periodo. Soltanto il Cannibale, nella storia, ha vinto più grandi giri (11 a 10) di Le Blaireau, il Tasso, che peraltro era capace di eccellere su ogni terreno. Non a caso Hinault è stato l’ultimo dei grandissimi prima dell’avvento di Tadej Pogacar, e resta un osservatore parecchio acuto di ciò che succede nel mondo della bici. Il suo mondo.

► Hinault, tanti auguri. Il 70° compleanno è così diverso dal 69°, per esempio?

«In realtà, no! È la stessa cosa. E quando non si hanno malattie, o preoccupazioni particolari, vuol dire che sta andando tutto bene».

► Si considera una persona fortunata per la vita che finora ha avuto?

«Sicuramente sì. La natura mi ha donato il talento per andare forte in bici, io ho saputo coltivarlo e dunque me lo sono goduto».

► Si diverte ancora pedalando?

«Beh, sì. E le confesso che in questo aiuta, soprattutto in salita, la bici elettrica! Ne ho parlato con il mio amico Moser e la pensa come me».

► Ha la percezione di essere ancora un mito?

«Ma è proprio sicuro che io lo sia, adesso? Lo sono stato nella mia epoca, come lo era stato Merckx, e in generale ogni periodo storico della bici ha avuto dei riferimenti. Coppi, Bartali, Anquetil, Bobet, lo sono stati prima di noi. Dopo, c’è stato Indurain. E poi altri ancora. Ognuno con il suo posto, in un determinato momento».

► Ha qualche rimpianto per la sua carriera?

«No, nessuno. Ho smesso presto, a 32 anni. Ma ho avuto il privilegio di decidere io, quando mi era passata la voglia di continuare. Non capita a tutti, direi quasi a nessuno».

► Neppure per aver mancato la vittoria del sesto Tour de France? Sarebbe ancora adesso sopra ad Anquetil, Merckx e Indurain…

«No. Se avessi voluto inseguirlo, avrei continuato a correre e invece non l’ho fatto».

► E per il futuro ha qualche cosa di speciale che vuole fare?

«No. Semmai, c’è una cosa che mi fa paura. Una sola».

► Quale?

«Una malattia che mi renda inerme».

► Segue ancora molto il ciclismo e le piace molto questa epoca, giusto?

«Giusto. Anzitutto quello su strada. Campioni come Pogacar, come Evenepoel, come Vingegaard... Lo nobilitano. Amo seguire pure la stagione del cross. E sto guardando con interesse il ciclismo femminile, che è cresciuto tantissimo. L’ultimo Tour de France, che ha vinto Katarzyna Niewiadoma per soli 4 secondi su Demi Vollering, con la conclusione sull’Alpe d’Huez, è stato molto emozionante».

► Qual è la similitudine più forte con i suoi tempi e quelli di Merckx?

«Che i numeri uno di adesso, come eravamo noi, non si pongono troppe domande. Iniziano la stagione alla grande e la finiscono allo stesso modo».

► E i paragoni assoluti? Tutti si chiedono se Pogacar a fine carriera supererà Merckx e Hinault…

«Per me, se non avrà incidenti, ce la farà e senza troppi problemi! Ciò che ha fatto parla per lui. E a me, più di ogni altra cosa, impressiona il fatto che abbia vinto già tre Tour de France a 26 anni. E in quelli che ha perso, è arrivato secondo. Non è certo utopia pensare che possa arrivare a sei, almeno».

► Altra domanda d’attualità: Tadej potrà fare la tripletta Giro, Tour e Vuelta nello stesso anno?

«Penso di sì. Tra un grande giro e l’altro ci sono almeno tre settimane, minimo, per recuperare. Le dirò di più: io credo che prima o poi ci proverà».

► Lei ha firmato l’ultimo Tour nel 1985 e da allora non c’è più riuscito nessun francese: nel 2025 saranno passati 40 anni e in teoria ce ne vorranno tanti altri perché un suo connazionale ci riesca…

«In gruppo non vedo nessun francese che possa aspirare a conquistare il Tour. Magari il mio ‘erede’ è già nato, ma non va ancora in bicicletta».

► Una volta ci disse che magari vincerà il Tour un africano prima di un francese. È una considerazione sempre d’attualità?

«Potrebbe essere, sì. L’Africa sta crescendo e io ho previsto di andare in Ruanda l’anno prossimo per la prima volta, in occasione dei primi Mondiali nel Continente. Sarà un momento storico».

► Intanto, un eritreo come Girmay ha vinto l’ultima maglia verde del Tour.

«Sì. E immaginate quanto un fatto del genere possa ispirare una moltitudine di persone. Magnifico».

***

IDENTIKIT

Bernard Hinault
Nato ad Yffiniac, in Bretagna, il 14 novembre 1954, è stato professionista dal 1975 al 1986. Ha corso per Gitane (19751977); Renault (1978-1983); La Vie Claire (1984-1986) Successi
Ha conquistato 10 grandi giri (su 13 a cui ha preso parte, il 77%):
5 Tour de France (1978, 1979, 1981, 1982, 1985)
3 Giri d’Italia (1980, 1982, 1985, su altrettante partecipazioni) 2 Vuelta (1978 e 1983)
1 Mondiale 1980 (a Sallanches, in Francia: l’anno dopo a Praga fu bronzo)
1 ParigiRoubaix (1981)
2 LiegiBastogneLiegi (1977 e 1980)
2 Giri di Lombardia (1979, 1984)

Commenti

Post popolari in questo blog

Dalla periferia del continente al Grand Continent

Chi sono Augusto e Giorgio Perfetti, i fratelli nella Top 10 dei più ricchi d’Italia?

I 100 cattivi del calcio