SALINGER - “Chissà dove vanno le anatre d’inverno”


L’iconico e schivo autore moriva 15 anni fa, mentre “Holden” ne ha quasi 75

Crocifisso Dentello
11 Jan 2025 - Il Fatto Quotidiano

“Se davvero avete voglia di sentire questa storia, magari vorrete sapere prima di tutto dove sono nato e com’è stata la mia infanzia schifa...”. Incipit celebre di un romanzo altrettanto celebre. Sebbene una nuova ritraduzione di Matteo Colombo nel 2014 abbia mandato in soffitta quella storica di Adriana Motti risalente al 1961 (“infanzia schifa” è diventato “che schifo di infanzia”). Svariate variazioni, ma a prendere la parola è sempre lui, il caustico e insolente Holden Caulfield.

Il giovane Holden di Jerome David Salinger (titolo didascalico per l’intraducibilità dell’originale The Catcher in the Rye) è nelle librerie da quasi 75 anni – la prima edizione USA è datata 1951 – e ancora resta uno dei romanzi di formazione più gettonati. Si contano oltre 60 milioni di copie vendute. In questi giorni – in occasione delle letture scolastiche assegnate per le vacanze natalizie – il libro, edito da Einaudi, è riemerso in classifica (come accade anche durante la stagione estiva) insieme ad altri long-seller come 1984 di Orwell e L’amico ritrovato di Uhlman. Le ragioni di un successo tanto duraturo? In The Young Pope di Sorrentino, Lenny Belardo, assurto al soglio pontificio, predica l’invisibilità: “Lo sa chi è più influente? Chi non si è mai fatto vedere, come Salinger, Kubrick e i Daft Punk”. In effetti Il giovane Holden è un classico del 900 anche in virtù dell’alone di inaccessibilità che ha sempre avvolto il suo autore. Poche fotografie, nessuna apparizione pubblica, solo un paio di interviste concesse. Smette di pubblicare nel 1965 dopo il racconto Hapworth 16 apparso sul New Yorker e da allora resta recluso in un cottage tra le montagne del New Hampshire fino alla morte, che lo coglie novantunenne il 27 gennaio 2010. Non ha mai più dato notizie di sé, salvo intentare una causa legale per impedire l’uscita di una sua biografia.

Holden – che gli ha concesso il privilegio di campare di diritti d’autore – nell’America puritana degli anni 50 è stato un vero sasso nello stagno con il suo slang, il suo turpiloquio, le sue insofferenze verso il conformismo degli adulti, il suo racconto senza reticenze sul sesso. I giovani hanno trovato un sodale capace di comprendere disagi e tormenti esistenziali. Diciassettenne, cacciato da una scuola borghese per scarso rendimento, grazie a un piccolo gruzzolo, il ragazzo si paga una stanza a pochi chilometri da casa in attesa che i genitori digeriscano la notizia della sua espulsione. Percorre la città di New York con i suoi malumori, incontra svariati personaggi, pensa con nostalgia a una ragazza di nome Sally, ai fratelli, e a un certo punto del suo monologo di adolescente ribelle dice di sé: “Io non riesco a trovare niente praticamente in niente”. Forse è questo stato d’animo che risuona anche nei ragazzi di oggi, come lui alla ricerca di una propria identità.

Del resto, il disagio esistenziale scandisce anche le altre opere pubblicate da Salinger, legate da personaggi che ritornano in tre volumi di short stories e appartenenti all’immaginaria famiglia Bless. Seymour, primo di sette figli, è l’intellettuale che partecipa alla Seconda guerra mondiale sul fronte europeo. Una esperienza che lo segna fino al suicidio come si legge in "Un giorno ideale per i pescibanana" in Nove racconti (1953). I due fratelli più giovani, entrambi attori, animano Franny e Zooey (1961): Franny ha una crisi mistica e il fratello tenta di aiutarla. Buddy, di due anni più giovane di Seymour e a lui molto legato, rievoca il giorno delle nozze e le conseguenze della guerra sulla psiche del fratello suicida nel dittico Alzate l’architrave, carpentieri e Seymour. Introduzione (1963). Salinger conosceva bene l’alienazione del reduce perché da militare aveva partecipato allo sbarco in Normandia e perché fu tra i primi a entrare in un campo di concentramento liberato dagli Alleati. Alla fine della guerra fu ricoverato per un disturbo da stress post-traumatico. Ecco forse spiegata la ritrosia alla ribalta e la pratica del buddismo cui si è votato fino all’ultimo. A parte le ombre – le sue relazioni con ragazze adolescenti e la leggenda nera degli attentatori di Lennon e di Reagan con Il giovane Holden in tasca – Salinger resterà per sempre legato al nostro immaginario perché chiunque continuerà a domandarsi, al pari di Holden, dove vanno d’inverno le anatre di Central Park.

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BIOGRAFIA J. D. SALINGER (1919-2010)

All’anagrafe Jerome David Salinger, newyorchese, è uno dei più longevi bestselleristi americani, la cui fama è associata a un unico capolavoro, “Il giovane Holden” (titolo originale: “The Catcher in the Rye”) del 1951, oltre ad altre sparute raccolte di racconti e novelle pubblicate su riviste. Investito dal successo, nel 1953 si ritira a vita privatissima a Cornish, nel New Hampshire, evitando quasi del tutto contatti col mondo, interviste o apparizioni pubbliche. Figlio di un ebreo lituano e di una gentile convertita, abbracciò il buddhismo Zen.

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