Del Toro, e sono 10
BETTINI - Da sinistra Cristian Scaroni, 27 anni, 2°;
il vincitore Isaac Del Toro, 21; Davide Piganzoli, 23, terzo
Ritorna in Italia dopo il Giro: domina Larciano «Mondiale? Sì»
Decima vittoria stagionale per il messicano, 21 anni, che perse la corsa rosa sul Finestre. «In Ruanda ci credo»
8 Sep 2025 - La Gazzetta dello Sport
Di Alessandra Giardini
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Forse dovremmo smetterla di dire che Isaac Del Toro è il futuro. Sembra piuttosto il presente. La vittoria di forza al GP Industria & Artigianato, a Larciano, è la decima in questa stagione per il ventunenne talento messicano. Ha perso un Giro d’Italia, che aveva dominato, proprio nel finale, nella tappa delle Finestre, ma non si è perso d’animo: quello di ieri è l’ottavo successo negli ultimi due mesi. E poco dopo il traguardo Del Toro ha immediatamente parlato del grande obiettivo di questo finale di stagione: mancano venti giorni al Mondiale in Ruanda e Del Toro non va tanto per fare una gita. «Sì, certo che punto alla maglia iridata, come tanti altri. Non sarà una corsa facile, ma proverò a dare il massimo, come faccio sempre, per cercare di essere lassù». Un anno fa chiudeva al sesto posto la gara iridata di Zurigo, ma tra gli Under 23. E in dodici mesi è cambiato il mondo, oggi Isaac è decisamente pronto per competere con i più grandi del mondo, primo tra tutti il campione-simbolo del ciclismo attuale, il suo compagno di squadra Pogacar.
Che ritmo
La UAE Emirates-XRG continua a vincere con un ritmo impressionante. Quello di Larciano è il successo numero 81 dell’anno per il team di Mauro Gianetti, che ai primi di settembre (con Pogačar ancora ai box: rientrerà venerdì in Canada) ha già eguagliato il numero di vittorie del 2024. Staccatissimi gli altri: la Lidl-Trek è seconda, ma le vittorie sono 44, poco più della metà. Avere grandi corridori decisamente aiuta: Del Toro in Toscana era il grande favorito della vigilia, e nonostante questo nessuno è riuscito a tenerlo; non Hirschi, che voleva ripetere l’impresa dell’anno scorso ma è arrivato stremato; non Scaroni e Piganzoli, che ci avevano provato all’ultimo giro: quando Del Toro ha alzato il ritmo, sull’ultimo passaggio sul San Baronto, si è capito che c’era poco da fare. Al traguardo Piganzoli ha provato nell’unico modo che aveva, giocando d’anticipo, ma ha finito col lanciare il messicano, che è partito lunghissimo, ai -290 metri, e non ha lasciato scampo a Scaroni, scattato con un rapporto un po’ troppo duro. La EF ha lavorato tutto il giorno, ma poi Carapaz non ha saputo finalizzare. Battistella il suo tentativo lo aveva speso in precedenza, ma a -22 km dal traguardo era stato ripreso.
Parole
Del Toro voleva sfoltire il gruppo. «Ho detto ai miei compagni che volevo fare qualcosa di diverso, anche con Scaroni, sapevo che è molto forte. Volevo non commettere errori ed essere attento». Gli è bastato forzare a 12 km dalla fine per riprendere la coppia Piganzoli-Scaroni e poi inventarsi quello sprint tremendo per lasciarli lì. «Alla fine eravamo tutti sotto pressione perché avevamo solo 10” sul gruppo. Credo di aver lavorato bene».
Del Toro ha cominciato a vincere proprio nel nostro Paese: era il 19 marzo e trionfò nella Milano-Torino, con la scalata di Superga. Correre in Italia gli piace, «sono sempre felice qui, e la gente ha passione, ci sostiene». Niente di meglio allora di queste classiche di fine stagione: si riparte mercoledì con il Giro di Toscana (doppia scalata del Monte Serra) e giovedì con la Coppa Sabatini a Peccioli.
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