Milano-Sanremo 1992 - Kelly suona l'incompiuta di Argentin
83A EDIZIONE MILANO-SANREMO. IL FINALE THRILLING DELLA CLASSICISSIMA DI PRIMAVERA HA PREMIATO UNO SPRINTER DI 36 ANNI
L'italiano fugge sul Poggio ma frena in discesa. il leone irlandese l' acciuffa e lo brucia in volata
MILANO-SANREMO. Il finale.thrilling della classicissima di primavera ha premiato uno sprinter di 36 anni TITOLO: Kelly suona l' incompiuta di Argentin L' italiano fugge sul Poggio ma frena in discesa Il leone irlandese l' acciuffa e lo brucia in volata
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DA UNO DEI NOSTRI INVIATI SANREMO - Sortilegio, paura, sfortuna, maledizione: fate un cocktail di tutto ciò ed ecco venir fuori il rapporto tra Moreno Argentin e la Milano-Sanremo. A mille metri dalla conclusione, dopo averne lasciati alle spalle 293mila, il trentunenne campione veneto si sentiva padrone del mondo. Aveva interpretato la corsa stregata nel migliore dei modi. Non aveva sprecato energie, anche perché' fino ai piedi del Berta 216 dei 219 partenti erano andati a spasso, lasciando che Fabrizio Convalle, ventisettenne toscano, facesse da staffetta per 190 km, da Pavia fin dopo Loano (con un vantaggio che ha superato i venti minuti) prima d' essere ripreso da Bontempi e Fontanelli, e poi fagocitato dal gruppo con i due compagni d' avventura a Laigueglia. La Sanremo era appena cominciata e la banda Ferretti aveva stabilmente occupato le prime posizioni del gruppo per bloccare le iniziative di eventuali malintenzionati fino al momento in cui Moreno Argentin, primattore della corsa, avrebbe offerto al pubblico il monologo a lungo studiato e provato sulle strade della Sicilia e della Tirreno-Adriatico. Eccolo dunque sul Poggio scattare una prima volta, con decisione, provocando uno sconquasso specie tra i velocisti che fino a quel momento avevano tenuto le ruote. Scatto perentorio concluso pero' con una brusca frenata per evitare di tamponare due motociclette che davanti a lui sbandavano paurosamente. Sul tratto piu' ripido del Poggio secondo scatto, qualcuno resiste, ma il gruppo e' ormai scremato; una terza accelerazione che trova pronto un giovane belga di belle speranze, Van de Laer. Fondriest trasformato Ma la quarta è quella decisiva: il falco ha spiccato il volo, come aveva previsto, com'era logico fosse, come tutti s'aspettavano, avversari compresi. Solo che nessuno era nella condizione di rispondergli, né gli stranieri, né gli italiani anche perché Bugno e Chiappucci, coinvolti in una caduta prima d'affrontare la Cipressa, erano gia' tagliati fuori. Il volo del falco pareva inarrestabile, perché in vetta al Poggio aveva 7" sul gruppo degli inseguitori trascinati da un Fondriest trasformato, e dopo i primi tornanti della discesa era raddoppiato. Pareva un margine di sicurezza, perché Argentin aveva sempre espresso timori per la discesa in caso di pioggia. E ieri, invece, anche se il cielo era imbronciato e spirava una leggera brezza, il fondo stradale era asciuttissimo, addirittura polveroso. E allora tutti pronti ad osannare il grande, grandissimo Moreno Argentin, il campione che aveva sfatato il sortilegio, l' unico che, partito con il ruolo di favorito, fosse riuscito a tener fede al pronostico come solo Merckx sapeva fare. La volpe del gruppo Il falco che non sente fatica in salita, però, aveva ali pesanti in discesa, e che fosse fin troppo prudente se n' e' accorto Sean Kelly, vecchia volpe del gruppo, che aveva gia' vinto la Sanremo dell' 86 e che Gianni Bugno, a conclusione della Tirreno.Adriatico, aveva indicato come unica alternativa ad Argentin. Non soddisfatto del ritmo di Fondriest che faceva l' andatura, il trentaseienne irlandese ha scavalcato il trentino, è scattato all'uscita di una curva, Soerensen non è riuscito a stargli dietro, Fondriest nemmeno. Così Kelly ha giocato tutte le sue carte: ha rischiato di volare tra garofani ed ulivi, ha pennellato ogni curva, e' riuscito a tenere Argentin a vista d'occhio. E, sotto lo striscione dell' ultimo chilometro, ormai senza fiato, l' ha raggiunto, cogliendolo di sorpresa perché' fino a quel momento, pur continuando a guardarsi alle spalle, il campione veneto non s' era accorto del pericolo che stava sbucando alle sue spalle. L'avesse visto prima, avrebbe prodotto una nuova accelerazione, forse avrebbe preso qualche rischio in più in discesa, anziché' farla come un comune cicloturista. Era padrone del mondo, l'arrivo di Kelly l' ha come paralizzato: cosi' , dopo aver tentato invano di farlo passare davanti, ha dovuto lanciare uno sprint ben poco convinto. Ed infatti ha perso, ha buttato al vento l' occasione che cercava con ostinazione, il traguardo che sta trasformandosi in ossessione. La Sanremo di Argentin alla fine ha visto la vittoria di Kelly. Sortilegio, paura, maledizione, sfortuna? C'è spazio per tutto ciò.
Gianfranco Josti
Pagina 24
(22 marzo 1992) - Corriere della Sera
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