La carriera di Moreno Argentin


Atleta polivalente, particolarmente a suo agio sui percorsi misti irti di salite e salitelle, Moreno Argentin, classe 1960, ha costruito la sua fortuna nelle grandi classiche belghe, Liegi-Bastogne-Liegi, Freccia Vallone e Giro delle Fiandre; ha saputo però sfruttare il suo talento anche nelle altre classiche, riuscendo ad imporsi al Lombardia, al Mondiale su strada e sfiorando la Milano-Sanremo. 

Argentin fa il suo esordio fra i professionisti a soli 20 anni, nel 1980, alla San Giacomo. Già l'anno dopo, a soli 21 anni, raccoglie le prime vittorie con la maglia della Sammontana-Benotto: due tappe al Giro d'Italia (Cosenza e Montenero davanti a Saronni), il G. P. Industria e Commercio a Prato, a cui aggiungere un fondamentale secondo posto al Giro di Lombardia dietro al fortissimo Kuiper. Niente male per un atleta che avrebbe compiuto 21 anni solo a Dicembre. Un talento naturale.

Nel 1982 corre soprattutto in Italia, si aggiudica 6 corse, fra cui ancora il G.P. di Prato, il Matteotti, il Giro di Romagna ed un'altra tappa al Giro d'Italia: fondamentale è un altro piazzamento, il terzo posto alla Sanremo dietro a due francesi indemoniati, Gomez e Bondue. Quelli alla Sanremo ed al Lombardia sono traguardi fondamentali per il giovane Moreno che prende gradualmente dimestichezza con le grandi classiche, preparando quello che sarà un vero e proprio assalto all'inferno del Nord. Nel 1983, a 23 ancora da compiere, arriva la prima vittoria importante, il Campionato italiano corso sul circuito del G.P. di Camaiore; in tutto vincerà 11 gare fra cui altre due tappe al Giro (Salerno e Gorizia) e la Coppa Sabatini a Peccioli.

E' nel 1984 che Argentin comprende qual è il suo futuro di corridore. E' un anno interlocutorio in cui il quasi 24enne vuole provarsi nelle corse a tappe per verificare la tenuta sulle 3 settimane e per comprendere le specialità su cui concentrarsi. Il responso è dubbio: la Sammontana gli consente di correre il Giro d'Italia puntando alla classifica, e lui non delude, si piazza al 3° posto in classifica generale dietro agli irraggiungibili Moser e Fignon, vince anche due tappe (San Luca e Block Haus) di gran valore, ma per contro riduce fortemente il suo rendimento nelle corse di un giorno, proprio quelle corse che gli hanno consentito nei primi 4 anni di professionismo di mettersi in mostra. Tutto ciò contribuirà alle scelte dell'anno successivo, quando prenderà la strada delle grandi classiche per tornare sui grandi giri solo a fine a carriera.
Il 1985 è l'anno del salto di qualità, poche gare come obiettivi ma decisamente importanti. Primo alla Liegi-Bastogne-Liegi davanti a Criquelion e Roche, rivali che lo "perseguiteranno" sulle strade di tutta Europa, 2° alla Parigi-Tours dietro al veloce Ludo Peeters, 2° alla Freccia Vallone dietro a Criquelion (guarda un po'!), 3° al Mondiale su strada dietro al redivivo Zoetemelk e a Lemond. E ancora: una tappa alla Tirreno Adriatico, una al Romandia ed il Giro di Danimarca. E' l'inizio del suo triennio d'oro, dal 1985 al 1987, un triennio che lascerà il segno nel ciclismo degli anni '80.

1986: altra annata ad altissimo rendimento, poche vittorie ma di altissima caratura, su tutte ancora la Liegi-Bastogne-Liegi (su Van der Poel e Pedersen) ed il mondiale di Colorado Spring, davanti ad uno sconsolato Mottet e all'ultimo Saronni davvero forte. E' il preludio alla migliore annata di Argentin professionista.

Il 1987 (col passaggio alla Gewiss) si apre con una vittoria alla Ruta del Sol, poi una tappa alla Settimana Siciliana e due alla Tirreno Adriatico: il tutto è fatto in preparazione alla "sua" gara, la Liegi. Stavolta è più dura del previsto: Criquelion e Roche, i soliti noti, se ne vanno da soli, Moreno si fa forza e solo in prossimità del traguardo li raggiunge superandoli nettamente in volata. L'esaltante stagione continua con tre vittorie di tappa al Giro d'Italia, per arrivare al 2° posto al Mondiale (stavolta la spunta Roche) ed al primo nel Giro di Lombardia, davanti a Van Lancker e Madiot. In tutto 14 vittorie ed il 4° posto nella classifica FICP (ora UCI). 
Inevitabilmente 3 stagioni consecutive a rendimenti così elevati possono portare ad un lieve calo di rendimento: il 1988 e il 1989 possono essere visti come anni di scarico, stagioni destinate ad un recupero attivo, ad un "rifiatare" atto alla preparazione delle stagioni successive (il '90 ed il '91) ad altissimi livelli. Nell'88 arrivano solo 4 vittorie, tra cui il Giro del Veneto, ed un 2° posto alla Freccia Vallone dietro al forte tedesco Golz. Il 1989 invece vede all'attivo la vittoria al Campionato Italiano ed un paio di tappe in corse minori.
Il '90 è l'anno del riscatto. Cambia squadra e passa all'Ariostea. Alla soglia dei 30 anni Argentin è ancora scattante come un ragazzino: due vittorie fondamentali, il Giro delle Fiandre, ben diverso dalla sua Liegi per la presenza del pavè e le pendenze assurde dei muri; la Freccia Vallone, simile alla Liegi ma più corta, che lo aveva sempre respinto. Al Fiandre brucia il belga Dhaenens, che vincerà il mondiale, mentre alla Freccia è Leclercq ad inchinarsi. Vince anche una tappa al Tour (Nantes) e la Coppa Sabatini.

Anche il 1991 è pieno di soddisfazioni: fa l'accoppiata storica Freccia-Liegi, un'accoppiata che in tempi recenti nessuno è riuscito a bissare. Vittima designata? Ancora Criquelion, sia alla Liegi che alla Freccia. La loro è stata sicuramente la principale rivalità ciclistica della seconda metà degli anni ottanta, una delle più esaltanti e coinvolgenti. Il '91 è completato con un'altra tappa al Tour ed il Gran premio Sanson.
Siamo agli sgoccioli della carriera. Il 1992 verrà ricordato, più che per le 7 vittorie quasi tutte ottenute in tappe di corse minori, per la Sanremo mancata per un soffio dopo la fuga solitaria sul Poggio ed il ritorno di Kelly nella discesa finale. Una beffa, forse una delle poche vere delusioni della sua carriera. Il 1993 vede il ritorno del "progetto Giro", abbandonato nel 1984. Argentin si ripropone per la classifica generale, vince due tappe importantissime a Portoferraio (maglia rosa per 10 tappe) e a Corvara, piazzandosi 6° nella generale.

Nella sua ultima stagione, il 1994, chiude alla grande: rivince la Freccia Vallone davanti ai compagni di squadra Furlan e Berzin evidentemente al suo servizio; vince il Giro del Trentino ed arriva 14° al Giro con una vittoria di tappa, dando un contributo determinante alla vittoria della meteora russa Berzin.

In tutto 14 stagioni da professionista, 84 vittorie, 4 Liegi, 3 Frecce, 1 Fiandre, 1 Lombardia ed un Mondiale. Avrebbe vinto anche qualche Coppa del Mondo se fosse esistita ai suoi tempi, ma sarebbe stata solo la ciliegina su un'enorme torta fatta di grandissimi successi.

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