Con la Svezia c’è un conto da chiudere


Allo Stade de Genève la Svizzera ha l’occasione (e le carte in regola) per garantirsi il posto al Mondiale nordamericano con un match d’anticipo

15 Nov 2025 - la Regione
Di Lucien Willemin / Ats

C’è un biglietto per i Mondiali da staccare. E quel biglietto, la Svizzera ha la possibilità di intascarselo stasera a Ginevra, dove la selezione allenata da Murat Yakin affronta una Svezia indebolita nei suoi ranghi e che non ha più nulla da inseguire in questo torneo. Affinché i rossocrociati possano festeggiare davanti al loro pubblico la qualificazione, devono fare più punti del Kosovo, che affronta contemporaneamente la Slovenia. Un pareggio contro gli scandinavi potrebbe quindi essere sufficiente, qualora i kosovari dovessero uscire sconfitti dal confronto di Lubiana. In caso di risultato equivalente, il biglietto per il Nordamerica sarebbe a ogni buon conto praticamente timbrato. La differenza reti largamente a favore degli elvetici (+9 vs -1, ndr) lascerebbe infatti poco spazio ai dubbi prima dell’ultimo duello tra i due Paesi a Pristina. Al di là di queste considerazioni, l’eventuale sconfitta in riva al Lemano priverebbe Granit Xhaka e compagni della comunione col pubblico dello Stade de Genève. Uno scenario, quest’ultimo, che gli uomini di Murat Yakin nemmeno vogliono prendere in considerazione: «Il nostro unico obiettivo è battere la Svezia», aveva dichiarato mercoledì il friborghese Michel Aebischer. Il giorno dopo, il suo compagno di squadra zurighese Manuel Akanji aveva poi rincarato la dose: «Sappiamo che tutto è nelle nostre mani. E siamo molto motivati».

È una Svizzera forte di molte certezze quella che si appresta ad affrontare la quinta delle sei partite di qualificazione, in particolare sul piano difensivo. Il portiere Gregor Kobel, che ha cercato a lungo il suo primo shutout per far dimenticare Yann Sommer, non ha più subìto gol con la maglia elvetica da giugno. Le incognite arrivano però dall’altro fronte, con una selezione svedese che sbarca sul Lemano navigando a vista, dopo il licenziamento del selezionatore Jon Dahl Tomasson, a cui sono risultate fatali le due sconfitte di ottobre contro Svizzera e Kosovo. Il danese, che comunicava in inglese con i suoi giocatori, è stato sostituito... con l’inglese Graham Potter, che padroneggia lo svedese grazie alla lunga esperienza (sette anni, ndr) come allenatore dell’Östersund negli anni 2010 (2011-18, ndr). Il tecnico britannico ha poi trasformato il Brighton in una buona squadra della Premier League, prima di vivere due esperienze complicate a Londra, prima al Chelsea e poi, più recentemente, al West Ham. Con un punto in quattro partite, la Svezia ha poche speranze di finire al secondo posto nel girone, ma potrebbe comunque disputare gli spareggi, grazie ai buoni risultati ottenuti nella Nations League. Ciò non impedisce a Manuel Akanji di rimanere sulla difensiva: «Non sappiamo con quale sistema giocherà».

Graham Potter avrebbe preferito avere a disposizione una rosa al completo per preparare al meglio la squadra ai pericolosi spareggi di marzo. Già privato dell’attaccante dell’Arsenal Viktor Gyökeres (coscia), questa settimana ha dovuto fare i conti con il forfait del giovane centrocampista del Tottenham Lucas Bergvall (commozione cerebrale). Anche la presenza sul campo ginevrino della stella Alexander Isak è tutt’altro che garantita. Dopo aver saltato quattro partite per un infortunio all’inguine, l’uomo costato 140 milioni di franchi – e che ancora non ha segnato in campionato dal suo trasferimento al Liverpool – è rimasto in panchina domenica durante la pesante sconfitta dei Reds contro il Manchester City (3-0).

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