Catalogna, lunedì sì all’indipendenza «Il re ci ha deluso»
Il presidente catalano Puigdemont prepara la dichiarazione unilaterale
Madrid: «Rinunci».
No alla mediazione del Podemos
di Filippo Maria Ricci
@filippomricci
CORRISPONDENTE DA MADRID - Gazzetta dello Sport, 5 ottobre 2017
Quattro giorni per trattare. Poi lunedì alle 10 il Parlament catalano si riunirà per discutere dei risultati del referendum di domenica e potrebbe dichiarare l’indipendenza in maniera unilaterale.
Questa almeno è l’idea della Cup, il partito della sinistra indipendentista, che ieri ha reso pubbliche le proprie intenzioni per bocca della deputata Mireia Boya: lunedì chiederanno l’applicazione dei risultati del referendum e quindi di fatto la dichiarazione d’indipendenza, attivando misure preventive per andare avanti anche in caso di arresti dei deputati. Martedì in un’intervista alla BBC il presidente del Govern catalano Carles Puigdemont aveva detto la stessa cosa.
VERSO LA DUI
Ieri Puigdemont ha letto un messaggio alla nazione. Doveva farlo a mezzogiorno ma ha ritardato fino alle 21, stessa ora in cui il giorno prima era apparso in tv il re Felipe VI, seguito da oltre 12 milioni di spagnoli, con uno share del 75%. Il presidente catalano ha parlato per 8 minuti, passando brevemente al castigliano per rivolgersi all’intera popolazione spagnola, e non ha mai usato la parola ‘indipendenza’. Ha preferito espressioni come ‘desiderio storico’ e ha confermato che nei prossimi giorni il suo governo applicherà i risultati del referendum, arrivando alla temutissima ‘DUI’, la Dichiarazione Unilaterale d’Indipendenza.
CRITICHE AL RE
Puigdemont ha criticato duramente il discorso del re dicendo che ha deluso i catalani che si aspettavano che gli si tendesse una mano e ha accusato Felipe VI di aver ascoltato solo il Primo Ministro Rajoy senza interpellare lui e il pensiero dei catalani. Ha però anche aperto uno spiraglio insistendo sui concetti di pace, concordia e dialogo, invocando una mediazione.
Questa è anche la posizione di Ada Colau, sindaca di Barcellona eletta nella lista catalana del Podemos, un invito quello del partito di sinistra che però ieri Mariano Rajoy ha rifiutato in maniera netta: «Ciò che deve fare il Govern è rinunciare alla dichiarazione unilaterale d’indipendenza».
E la sua vice, Soraya Sáenz de Santamaría, non ha certo teso ponti verso Barcellona: «Da tempo Puigdemont vive fuori della legge».
In questo pericoloso panorama di muro contro muro nella giornata di ieri la Borsa di Madrid ha perso il 2,85% e quasi 10.000 punti soffrendo la peggior caduta dalla vittoria del Brexit.
Malissimo le banche catalane.
La giornata di lunedì si avvicina pericolosamente. Se Rajoy decide di non trattare, il governo spagnolo per mantenere la Catalogna nel marco costituzionale, come richiesto anche da Felipe VI, non ha molta altra scelta se non far scattare l’articolo 155, quello che revoca l’autonomia della Catalogna.
FILIPPO MARIA RICCI
LA CHIAVE: ARTICOLO 155
Grazie all’art. 155 della Costituzione, il governo spagnolo può sospendere l’autonomia catalana
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