La caliente Semana Catalana di Piqué


Referendum e lacrime la domenica a Barcellona.
Fischi e insulti all'allenamento in nazionale il lunedì alla Ciudad del Futbol di Las Rozas, a Madrid.
La conferenza stampa più difficile in carriera, sempre nella Coverciano spagnola, il mercoledì.
L'Albania al "Rico Perez" di Alicante il venerdì.

Che settimana, per Putxi; al secolo Gerard Piqué Bernabéu, con l'ex gemello Carles Puyol lo yin e lo yang del barcelonismo, e dell'identità stessa della regione.

La Semana Catalana - una volta - era soltanto una demi di ciclismo. Una mini-semiclassica a tappe che la Catalunya ha celebrato con orgoglio per 42 anni, dal '63 al 2005, con solo una interruzione: nel 1980. Cinque anni dopo la morte del Generalìsimo: Francisco Franco.

Prima di questa semana catalana, il bollente inizio d'ottobre 2017, era stato quello - la cosidddetta Transició democràtica espanyola - il periodo più difficile vissuto dalla Catalogna nel post-dittatura.

Sessantadue anni è durata l'attesa degli indipendentisti per andare alle urne, e votare per il referendum - dichiarato illegale - dal governo centrale del premier Mariano Rajoy.

Domenica alle 9 anche il cielo sembrava cupo come l'umore di questa Spagna d'inizio terzo millennio. Scuole trasformate in seggi aperte alle 9, ma gente in fila - dalle cinque del mattino - per votare sì, no o scheda bianca per la Catalunya indipendente.

Un tribunale spagnolo aveva impsoto ai Mossos d'esquadra, la polizia catalana, l'ordine di NON usare la forza. Su ordine del Ministero degli interni spagnolo era invece intervenuta la Guardia Civil, anche in tenuta antisommossa.

La tensione è salita: il numero di feriti anche, fino a 893; 33 quelli fra gli agenti.

I poliziotti hanno sequestrato le urne, ma alla Escola Mediterrània e in altre ne hanno nascosta alcune e i cittadini hanno votato lo stesso: oltre il 42% l'affluenza nel 96% dei seggi, per oltre il 90% di sì all'indipendenza.

Il presidente del governo catalano Carles Puidgemont ha minacciato la DUI, la Dichiarazione Unilaterale d'indipendenza.

Mentre il re Felipe VI parlava in tv non di "indipendenza" ma di "desiderio storico", Piqué - che non vuole saperne di rinunciare alla nazionale spagnola - giocava a carte in ritiro.

Madrid invece minaccia di applicare l'articolo 155 per sospendere l'autonomia catalana.

Ad Alicante, però, ci sarà anche l'Albania.

E se l'attenzione di tutti sarà per i fischi e i cori con o contro Piqué, Catalogna e Spagna sanno che indietro non si torna: e nulla sarà più come prima.

PER SKY SPORT 24 ©, CHRISTIAN GIORDANO

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