Il ritorno del RE - LO STILE POGACAR: «NON CAMBIO MAI: NUOVE MOTIVAZIONI E VINCERE SEMPRE»


AFP - Campione del mondo Tadej Pogacar, 26 anni, trionfa per distacco 
nella Liegi del 27 aprile: è stata la sua ultima corsa di primavera

Oggi il Delfinato: prove di Tour contro Vingegaard ed Evenepoel. 
«Sono sulla strada giusta. Ho seguito il Giro tifando per i miei compagni: è stata una lezione»

La Gazzetta dello Sport 
di Ciro Scognamiglio @CIROGAZZETTA
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Gli chiedono quali siano i suoi numeri in allenamento, visto che non corre da fine aprile, per cercare di saperne qualcosa di più sul suo stato di forma. La risposta di Tadej Pogacar è disarmante proprio come uno dei suoi scatti: «A dicembre come a febbraio, a marzo come a giugno, i numeri che faccio sono sempre piuttosto buoni... Magari, ecco, giusto a novembre non sono dei migliori. Ma sì, sono felice e penso di essere sulla strada giusta». Oggi al Delfinato dorsale numero 21 - torna in gara il campione del mondo e sulla strada dell’assalto al quarto Tour de France trova (anche) Jonas Vingegaard e Remco Evenepoel. A parte il 2020, nella stagione sconvolta dal Covid, mai l’aveva disputato, e mai l’ha vinto: scommettiamo che ci proverà?

- Pogacar, è proprio così?

«L’obiettivo è quello di sempre, vincere, ma non voglio mettermi pressione o stress. Preferisco prendere la corsa tappa per tappa e poi tirare le somme alla fine. Non è detto comunque che quanto succede al Delfinato si debba ripetere per forza al Tour. Spero ci saranno delle belle sfide, sia a crono sia sulle salite».

- Del Giro d’Italia intanto è stato spettatore, e il suo giovane compagno Del Toro lo stava per vincere: ne ha tratto qualche lezione?

«Tutti hanno seguito il Giro, non solo io. È stato molto divertente. E tutti hanno visto ciò che è successo, tratto delle conclusioni, imparato qualcosa. Si apprende da ogni corsa che si guarda».

- Visto come Simon Yates ha ribaltato la corsa sul Finestre, pensa che la sua UAE Emirates-XRG debba avere qualche rimpianto?

«No, anzi bisogna essere felici di come il team si è comportato al Giro. È stato fenomenale, nonostante gli alti e bassi che in un grande giro ci sono sempre. Quanto a Isaac, è stato una sorpresa per tutti a questo livello. Ha quasi vinto la classifica generale, chi lo avrebbe mai detto alla vigilia?».

- Al Delfinato tra gli altri si confronterà di nuovo con Jonas Vingegaard, che ha raccontato di come ami gareggiarle contro. Per lei è la stessa cosa?

«Sono molto felice di ritrovarlo. So quanto sia stata difficile la sua primavera a causa dell’infortunio che ha avuto, ma ho avuto modo di vedere come sia tornato in forma negli ultimi tempi. Sarà un bel test sfidarlo, anche se non devo guardare solo a Jonas. Ci sono altri che possono impensierirmi, come ad esempio Evenepoel. Non vedo l’ora».

- Quest’anno ha fatto tutta la stagione delle grandi classiche, Roubaix compresa, fino alla Liegi: come è cambiata la sua preparazione?

«Non posso paragonare quest’anno con il 2024, perché venivo dal Giro. Stavolta, l’ultima gara a tappe che ho disputato è stata l’UAE Tour, a febbraio. È un approccio diverso. Mi piace cambiare, inseguire nuove sfide, non fare sempre le stesse cose. Per questo ho agito così, penso sia vantaggioso. E poi...».

- Dica pure.

«Ho acquisito nuove esperienze che mi saranno utili, sono riuscito a capire le gare in modo diverso perché ho gareggiato su diversi tipi di terreni. Solo il Tour purtroppo mi “blocca” ogni anno (sorride; ndr)».

- Sente ancora i benefici del cambio di allenatore, essendo passato da fine 2023 da Iñigo San Millán a Javier Sola?

«Non perché prima non mi trovassi bene, ma era il momento giusto di cambiare, sempre per quel discorso di trovare motivazioni diverse e dare stimoli nuovi al corpo. Ho avuto risposte migliori pure in competizione».

- Ha sentito la mancanza dell’ agonismo?

«No, era un momento perfetto per uno stacco il periodo dopo la Liegi. E ho fatto la bella esperienza di seguire la Formula 1 dal vivo, il Gran Premio di Montecarlo. Ora, però, è arrivato il tempo di ricominciare ed è un piacere riassaporare la sensazione della gara».

- Il suo direttore sportivo Hauptman ha detto che si aspetta di vederla al suo massimo livello già in questi giorni...

«Vediamo. Io mi attendo soprattutto di capire dove poter migliorare ancora. Verso il Tour».

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