Jasper un fulmine - Dal giallo al rosso: «È la mia rivincita»
Jasper Philipsen a sinistra con la maglia gialla del Tour e a destra con la rossa di leader della Vuelta, che per la sua 80a edizione (90 anni, la prima nel 1935) è partita dall’Italia: non era mai successo
Il belga domina a Novara: primo leader della Vuelta come al Tour, chiuso con una caduta.
Oggi si sale
in pratica alla perfezione il nostro piano.
Il successo è per loro"
- Jasper Philipsen
- Jasper Philipsen
"Nel 2026, accogliendo la partenza della Vuelta,
Monaco avrà ospitato il via di tutti e tre i grandi Giri: è unico"
- Alberto II di Monaco
- Alberto II di Monaco
24 Aug 2025 - La Gazzetta dello Sport
di Ciro Scognamiglio INVIATO A NOVARA
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Urla, Jasper Philipsen, urla e si mette le mani sul casco, mischiando così alla perfezione gioia e incredulità. E dice: «Questa è la mia rivincita, e ha un sapore dolcissimo». Quella che ha ottenuto in volata a Novara non è una vittoria come le altre, e non solo perché gli ha dato la prima maglia rossa della Vuelta. E neppure perché arriva un mese e mezzo dopo la prima maglia gialla del Tour de France, conquistata sempre allo sprint a Lille. Il motivo sta nella caduta a uno sprint intermedio che aveva tolto di mezzo proprio dal Tour alla terza giornata il 27enne belga della Alpecin-Deceuninck, grande amico di Tadej Pogacar: lacrime, frattura scomposta di una clavicola e la più amara delle rese. «Mi voglio godere questo momento perché l’annata fino ad ora aveva avuto diversi alti e bassi – ha spiegato il vincitore della Sanremo 2024, giunto a quota 55 successi in carriera -. Soprattutto il ritiro dal Tour è stato duro da accettare. Qui alla Vuelta ci sono poche opportunità per i velocisti, non avere fallito la prima è un gran sollievo».
Ambiente
Per la prima volta nella storia, il Piemonte ha accolto la grande partenza della corsa spagnola, non nascondendo la volontà di candidarsi a ospitare il Mondiale in futuro e dopo aver accolto sia il Giro sia il Tour nel 2024: c’era un bell’entusiasmo al via ufficioso dalla Reggia di Venaria – ospite speciale il principe Alberto II di Monaco, la Vuelta partirà da là l’anno prossimo – con il chilometro zero a Torino davanti al Motovelodromo dedicato a Fausto Coppi.
La tappa – 186,7 chilometri fino a Novara – era destinata ai velocisti e l’andamento non ha riservato troppi sussulti: da segnalare comunque la bella soddisfazione per Alessandro Verre. Lo ricordate il 23enne lucano dell’Arkea che chiuse secondo al Giro la tappa di Sestriere, quella del ribaltone di Simon Yates? Ieri si è preso i 3 punti del primo GPM e oggi ripartirà con la maglia di leader della montagna. In volata, poi, la Alpecin-Deceuninck – che nei grandi appuntamenti difficilmente sbaglia un colpo - ha messo in carrozza Jasper Philipsen, mentre l’altro favorito, Mads Pedersen, non si è trovato alla perfezione con i compagni. Sul podio di giornata pure Vernon e Aular, ma va segnato pure il buon quarto posto per Elia Viviani, che a 36 anni ha confermato di poter essere ancora allo sprint anche a livello World Tour. «Philipsen non l’avrei battuto – spiega il veronese della Lotto -, ma il secondo posto era alla mia portata. Questo sprint dice che ci sono, ora stringerò i denti fino alla prossima occasione».
Nazionale
Già oggi lo scenario è destinato a cambiare, con il via da Alba e il primo arrivo in salita della corsa a Limone Piemonte (seconda categoria, 9,8 km al 5.1% per cento medio, gli ultimi 2.000 metri parecchio impegnativi) che potrebbe chiamare alla ribalta già i favoriti per la maglia rossa di Madrid, a cominciare da Jonas Vingegaard. Tra i più attesi Giulio Ciccone, leader in pectore per la nostra Nazionale al Mondiale in Ruanda del 28 settembre, e in tal senso c’è da segnalare che la Federciclismo si sta adoperando per non inviare in Africa una selezione di atleti ridotta, nonostante i costi elevati. Venerdì sera c’è stata una riunione in tal senso e sono in crescita le possibilità di vedere una Nazionale al completo, cioè con 8 atleti per la gara dei pro’ (potrebbe essere aumentato anche il contingente delle donne élite, con Elisa Longo Borghini capitana). Ciccone intanto, come Pellizzari e senza dimenticare Tiberi, da oggi qui trova il suo terreno: forza.

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